La magia di Paolo Conte. Vittoriale «incantato»
Paolo Conte, astigiano classe 1937. Meglio: astigiano di classe infinita. Sul palco del Vittoriale, dove ieri ha aperto il Festival Tener-a-mente, il maestro è sempre uguale a se stesso: elegante, la voce roca, con «quella faccia un po’ così, quell’espressione un po’ così», accovacciato sul piano a raccontare storie di uomini e di donne, di amori e turbamenti, di atmosfere esotiche e «Tropical». Circondato da un’orchestra di straordinari musicisti, pronti ad esibirsi -a al cenno generoso del maestro - in incredibile assolo, accompagnati solamente dal «treno» incalzante di tre chitarre. In platea un pubblico eterogeneo, transgenerazionale, adorante, capace di esplodere - anche a scena aperta - in fragorosi applausi al ritmo di swing.
E alla fine dello spettacolo ci sarà l’elegante signora di una certa età pronta a chiedere, peraltro inutilmente ma con squisita grazia, di poter salutare di persona il maestro. O il ragazzo che implora, con un lamentoso ma divertito «la prego», uno dei fogli di Conte che un tecnico «pesca» dal piano del poeta d’Asti. O infine la giovane coppia elegante, con lei bellissima fasciata in un vestito bianco che esalta l’abbronzatura color miele tostato. Un’umanità che è il mondo stesso del cantautore, l’unico insignito di un premio per poeti prestigioso come il «Montale». Lui che racconta di come, in realtà, scovi le parole da una lingua, l’italiano, molto lontana dal suo piemontese. Come chi ha fatto l’Italia e parlava solo francese, un «suono» che Conte usa per un’altra strepitosa canzone capace di strappare il solito fiume d’applausi. E quando canta «Via con me» in molti vorrebbero fare come i personaggi di una storia d’amore e di fuga dal passato di un mondo che fuori piove grigio. Già la pioggia, che ieri al Vittoriale , si è fermata per rispetto al maestro «che è nell’anima» di tanti italiani.
Dopo Paolo Conte il Festival di Gardone Riviera proseguirà il primo luglio con i Counting Crows, il 4 con Morgan e domenica 5 con lo straordinario Paul Weller, per cui è già corsa lanciatissima al botteghino dell’Anfiteatro del Vittoriale.