Da Trento Fedez condanna il governo Renzi: illegittimo
Dalla politica alla chiesa passando per la musica d'oggi e i cambiamenti che il successo può portare. Ieri a Trento è stata la giornata di Fedez, rapper e produttore discografico italiano, nonché uno dei famosi giudici di X-Factor, intervistato al Supercinema Vittoria dal direttore di Panorama Giorgio Mulè.
L'intervista al rapper è iniziata partendo dall'anno di nascita, il 1989, per poi passare ai suoi due nomi, Federico e Leonardo, e all'apertura del primo negozio di tatuaggi, a Milano, con la sua ex fidanzata. Sarebbe stato, ha spiegato il rapper, «il piano B nel caso non fosse andata bene l'esperienza discografica e musicale perché la mia famiglia non si poteva permettere un figlio che non faceva nulla». Primo tatuaggio fatto a 14 anni, a Pietra Ligure: «Oggi però coperto».
Dalla vita privata a quella pubblica, per parlare di politica e prese di posizione che in passato hanno fatto discutere. «Molte volte mi fanno domande socio politiche - ha spiegato il rapper - anche sul M5S, e ci tengo a chiarire che non sono un candidato di questo partito ma apprezzo quello che fanno e li reputo onesti. Ritengo che in questo momento sia giusto che il M5S si stia strutturando come partito, era una cosa fisiologica. Finché non vedrò un condannato per mafia in questo movimento, non mi scandalizzerò».
Parlando invece del governo Renzi e dell'acquisto di un nuovo aereo per il premier, notizia uscita sui giornali sabato, l'opinione di Fedez è molto dura. «Io non mi stupisco più di nulla - ha affermato - ma penso che sia giunta l'ora di votare. Non sono un giurista, ho la terza media, ma faccio ragionamenti logici. Ritengo che ci troviamo davanti ad un governo illegittimo». Fedez non si risparmia nemmeno nel rispondere a domande riguardanti Papa Francesco e il proprio modo di intendere la religione: «Non sono mai stato un assiduo frequentatore della chiesa - ha spiegato - ma sono stato battezzato e ho ricevuto la comunione e la cresima. Ho sempre avuto un rapporto controverso con questo modo. Andavo in un oratorio, ero un ragazzo con il piercing al labbro e il don della mia chiesa a catechismo mi obbligò a toglierlo, ma non lo feci, e prima di andarmene lo mandai a quel paese».
Per il rapper oggi «la Chiesa è come una grande multinazionale e come tale mette in atto una grande operazione di marketing. Io rispetto chi ha la fede ma non rispetto la multinazionale Chiesa».
Sul tema «solidarietà» il pensiero di Fedez è che non serva metterla in pubblico. L'artista ha raccontato di aver lavorato nell'ultimo tour con dei bambini down. «È stato molto bello - ha affermato - e ora io stesso sto cercando di portare avanti un progetto di inserimento di ragazzi down nel mondo discografico».
Non ha definito nemmeno «una cattiva idea» quella di ospitare a casa propria un profugo, «una cosa interessante ma non so se lo farei, devo pensarci un po'». Di certo, ha spiegato il rapper, «nella mia lista di cose da fare non c'è quella di stringere la mano a Salvini» a conferma di come le scintille nate sui social tra il leader della Lega Nord e il rapper non siano di certo spente. «Tutto è successo quando sul mio profilo Facebook ho condiviso una manifestazione opposta a quella della Lega. Salvini da quella occasione mi attacca mentre io rispondo solamente».
Per quanto riguarda la sua musica, Fedez ha detto che «in tutti i testi che scrivo non attacco mai l'individuo ma quello che rappresenta». Infine l'annuncio dell'uscita del nuovo album che avverrà l'8 o il 9 ottobre. «Saranno canzoni - ha spiegato il rapper - dove ho messo molto di me stesso. Una è stata scritta e cantata con Mika».