Travaglio racconta i «lecchini»
Travaglio racconta i «lecchini»
Improbabilissime cronache da Istituto Luce commenti da Minculpop, ritratti da vite dei santi, tg e programmi di regime che hanno cloroformizzato l'opinione pubblica per portare consensi e voti a un regime castale e molto spesso criminale che in un altro Paese sarebbe stato spazzato via in pochi mesi, e che invece in Italia gode dell'elisir di vita eterna. Sono quelle che attraversano il nuovo recital teatrale di Marco Travaglio ovvero Slurp con l'aggiunta di un esplicativo lecchini, cortigiani & penne alla bava al servizio dei potetenti che ci hanno rovinato che il giornalisti e polemista presenterà domani sera al Teatro Auditorium S.Chiara (ore 21; ancora un centinaio i biglietti ancora disponibili).
Il direttore de Il Fatto Quotidiano insieme dell'attrice Giorgia Salari , per la regia di Valerio Binasco in questo recital vuole raccontare come - secondo lui - «i giornalisti, gli intellettuali e gli opinionisti più servili del mondo abbiano beatificato, osannato, magnificato, propagandato e smarchettato la peggior classe dirigente del mondo, issando sul piedistallo politici incapaci di ogni colore, ma(g)nager voraci, (im)prenditori falliti che hanno quasi distrutto l'Italia e stanno completando l'opera».
Proprio Marco Travaglio nell'intervista pubblicata su queste pagine la scorsa settimana ha spiegato: «Quello che portiamo in scena è un racconto con una serie di letture che spingono a riflettere certo ma anche a ridere di gusto. Ridere perché risentire o sentire magari per la prima volta le leccate di culo di questi ultimi vent'anni ha un effetto esilerante. Sembrano cose inventate ma purtroppo sono vere, scritte e dichiarate».
Fra i leccatori che Travaglio ha messo nel mirino ci sono anche le «penne alla bava» ovvero quei giornalisti adulatori di professione che in vari momenti del loro percorso di scrittura ci hanno regalato e continuano a regalarci delle perle di servilismo.
Nel mirino di Slurp ci sono anche intellettuali opinionisti e politici: «Quei politici - sottolinea il giornalista - che sono protagonisti come soggetti sia attivi che passivi in questo contesto. Una delle scorciatoie per fare carriera in politica è quella di leccare senza pudore il proprio capo». Slurp è stato definito anche come un «recital terapeutico». Se si chiede a Travaglio se ci possa davvero salvare dal virus del conformismo lui risponde: «Salvare è una parola grossa, ma fare qualcosa per invertire la tendenza penso sia possibile. Svelare questi meccanismi di comunicazione e metterli in ridicolo semplicemente con degli esempi come quelli citati in Slurp aiuta a cambiare il modo di leggere o di guardare la televisione o leggere i giornali».