Medici senza frontiere sul palco
Si inserisce all'interno della campagna «#Milionidipassi» di Medici senza frontiere la spettacolo Gratitudini in scena stasera al Teatro Comunale di Pergine in una produzione fra Talèa Teatro e Teatri Off Padova ( ore 20.15 ).
La collaborazione fra Taléa Teatro, e l'associazione Medici senza frontiere è nata con la volontà di soddisfare il bisogno di approfondire temi sociali nel teatro e di potere diffondere il lavoro dei secondi anche attraverso il linguaggio artistico.
Lo spettacolo «Gratitudini» è un monologo poetico e disincantato che mescola temi sociali di grande attualità attraverso il racconto della storia di una donna che si trova ad attraversare il mare dal nord Africa per raggiungere le coste italiane. Un racconto al quale si alternano i testi delle lettere di operatori umanitari dei «Medici» che riportano senza mediazione la loro testimonianza di vita in occasione dei loro interventi, testimonianze dalla campagna Msf #Milionidipassi e i testi poetici di Francesco Puccio.
Il racconto tende a risvegliare la gratitudine, un sentimento difficile da riconoscere soprattutto al giorno d'oggi; gratitudine come una grande opportunità etica per la società civile. «Mai come oggi - spiega Rosalba Sterzi , coordinatrice del Gruppo Msf di Padova - siamo di fronte alla sofferenza e vulnerabilità di persone che abbandonano tutto ciò che hanno per salvarsi da conflitti, violenza e povertà. Il fatto che oltre 51 milioni di persone al mondo siano costrette alla fuga non ci lascia altra scelta, dobbiamo essere in movimento anche noi. Il mondo è in piena emergenza profughi: è dalla Seconda guerra mondiale che non assistiamo a un esodo forzato dalle dimensioni così uniche e straordinarie.
Le persone su cui Msf accende un riflettore con la campagna #MilioniDiPassi sono persone in difficoltà che non hanno avuto altra scelta che fuggire da guerre, violenza o crisi umanitarie. Sono dei sopravvissuti che fuggono per salvarsi la vita e hanno bisogno di assistenza e protezione. Vogliamo raccontare le loro storie in circa 30 paesi in cui abbiamo avviato dei progetti per persone costrette a fuggire, in Italia ma anche nei paesi di origine e in quelli confinanti che ospitano il 95% delle persone in fuga a livello globale».
Un'idea che ritorna anche nelle parole di Erica Taffara attrice di TalèaTeatro: «È una forte suggestione che mi ha portato a elaborare un personaggio che si aggira nel fondo del mare, uno sguardo dei vivi che restano vivi anche dopo avere incontrato faccia a faccia la morte. Si può pensare di rovesciare le prospettive degli stili di vita attuali, esposti alla frustrazione e solitamente segnati dall'ansia, nel riconoscimento sereno che l'esistenza è buona in se stessa e non ha bisogno di essere meritata, ma anche che provare gratitudine per qualcuno o qualcosa è una via di liberazione dell'energia della vita, aperta al desiderio e alle possibilità di ciascuno».