Un quarto di secolo senza Freddie Mercury
Per quanto priva di qualsiasi riscontro scientifico, l’ipotesi che l’unicità del suo destino fosse scritta nel luogo di nascita resta assai più che suggestiva.
Freddie Mercury era nato a Zanzibar, era di etnia Parsi e fino all’adolescenza era cresciuto in India. Una biografia assolutamente insolita per la storia del rock. Si chiamava Farrock Bulsara, ma il nome anagrafico è come se fosse stato cancellato dalla gloria dello pseudonimo.
Oggi cadono i 25 anni della morte della voce dei Queen, ancora una delle icone più potenti prodotte dalla cultura pop degli ultimi trent’anni. Persino nella morte prematura Freddie ha lasciato un segno, stroncato dall’Aids quando le terapie che oggi permettono di convivere con la malattia erano ancora di là da venire e la sindrome da immunodeficienza acquisita era ancora un morbo da nascondere, «una peste per eroinomani e omosessuali». Persino un superdivo multimiliardario che aveva clamorosamente portato i codici della teatralità gay sui palchi del rock aveva vissuto la sua omosessualità come un fatto privato, così come aveva tenuto nascosta per anni la sua malattia.
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La morte prematura per i divi è il passaporto per il mito.
Ma in fondo, se si vuole sintetizzare, ciò che rendeva così speciale Freddie Mercury era proprio il fatto che portasse in scena il suo mito. Tecnicamente è stato un cantante strepitoso e un performer con pochi rivali.
Trasformandosi nella regina Farrock Bulsara concentrava una vocalità da melodramma (non a caso insieme a Montserrat Caballè ha inciso quel monumento kitsch di Barcelona Barcelona, inno delle olimpiadi catalane), con la teatralità gay.
Nonostante fosse un musicista colto ed evoluto, sul piano del gusto non andava troppo per il sottile. Ma il pubblico che ama la combinazione tra schitarrate quasi metal, arie da melodramma e strutture che pescano nel classico è sconfinato. In Italia in particolare ci vogliono nomi come Pink Floyd, Beatles, Led Zeppelin per poter rivaleggiare in popolarità con Brian May e compagni.