Luca Zingaretti e l'orgoglio gay al Sociale da oggi a domenica
È un testo enigmatico quello di The Pride costruito magnificamente dal drammaturgo Alexi Kaye Campbell , in cui si raccontano due storie che si svolgono in periodi di tempo lontani tra loro: il 1958 e il 2015. A portarlo in scena come protagonista l'attore Luca Zingaretti che sarà sul palco del Teatro Sociale da stasera, alle 21, a domenica pomeriggio per il quarto appuntamento con la Stagione di Prosa del Centro Santa Chiara.
La narrazione di «The Pride» si muove su due piani temporali legati alla Londra del 1958 e a quella del 2015 con due racconti che procedono a scene alterne e sono interpretati dagli stessi attori che danno vita a personaggi che portano lo stesso nome. Luca Zingaretti è il doppio Philip, Valeria Milillo è per due volte Sylvia e Maurizio Lombardi si sdoppia nel ruolo di Oliver, mentre ad Alex Cendron sono affidate le parti di raccordo.
A prima vista, le due storie sembrano del tutto estranee l'una dall'altra, a parte i nomi dei personaggi ma via via che ci si inoltra nelle due vicende, si scoprono echi, rimandi, problematiche che invece hanno molto in comune. The Pride (l'orgoglio in inglese) esplora temi come il destino, l'amore, la fedeltà e il perdono. Pone la grande questione della nostra identità e delle scelte che determinano il nostro io più profondo. «Perché nella vita - ha spiegato proprio Zingaretti - tutti prima o poi, etero e gay, ci troviamo ad affrontare lo stesso dilemma: scoprire chi siamo veramente, cosa veramente vogliamo dalla vita e rispondere all'interrogativo se saremo capaci di raggiungerlo. Se saremo capaci di guardarci allo specchio ed essere almeno contenti di quello che vediamo».
Luca Zingaretti, talento capace di calarsi nei panni di personaggi sempre diversi, dirige e interpreta un testo i cui dialoghi brillanti sollevando interrogativi sulla nostra vita contemporanea, sulle scelte gay o etero che tutti siamo chiamati ad abbracciare o a giudicare.
Conosciuto e apprezzato per la sua interpretazione televisiva del commissario Montalbano, si è formato alla scuola di Luca Ronconi e vanta un curriculum teatrale di livello, ma è anche regista capace di scelte coraggiose.
«The Pride è un testo splendido, ma difficile, e gli amici mi sconsigliavano di farlo ? ha confessato Zingaretti in una recente intervista ? con due storie parallele e un argomento caldo per modo di dire, perché facciamo tutti i liberali, ma i pregiudizi sono ancora tanti».