Lee Ranaldo live a Trento: un pezzo di «gioventù sonica»
Si scrive Lee Ranaldo ma si legge Sonic Youth. Ad una delle band fondamentali del rock alternativo made in Usa si lega infatti il nome di Ranaldo che della "Gioventù Sonica" è stato chitarrista e cantante. Lee Ranaldo torna ora in Italia per una serie di date fra cui quella del 6 marzo a Sanbàpolis per la rassegna "Transiti" proposta dal Centro S.Chiara, con le canzoni del suo ultimo album "Electric Trim".
Lee, iniziamo dal tuo tour che ti porterà in Italia; che set proporrai in questa occasione? Ci sarà la mia band, l'Electric Trim Trio. con Raul Refree alla chitarra elettrica e sintetizzatore, e Booker Stardrum alla batteria e percussioni. Io suonerò la chitarra acustica. Canteremo tutti. E’ la mia ultima formazione ed eseguiremo le canzoni del nuovo album. Questo è anche il gruppo più flessibile che ho avuto fino ad oggi. Stiamo suonando a un livello molto alto in questo momento, il che è molto eccitante. Ci stiamo concentrando sulle nuove canzoni e ci stiamo preparando per iniziare presto il lavoro su un nuovo album.
Cosa ti divere maggiormente dopo tanti anni di musica nell’essere on stage? La cosa principale è la musica stessa e, di questi tempi, il canto, che mi piace più di ogni altra cosa. La bellezza di suonare dal vivo è che è una nuova sfida ogni notte e il pubblico è una parte fondamentale. Essere in grado di presentare la mia musica al pubblico di tutto il mondo è un grande privilegio e questo non lo dimentico mai.
Qual è la cosa che più ti manca oggi degli anni con i Sonic Youth? I Sonic Youth erano un gruppo speciale, del genere che non vedi tutti i giorni. Era un gruppo di quattro membri uguali, tutti lavoravano alle canzoni, partecipavamo alla stesura delle canzoni insieme (tranne i testi). Il modo più democratico che potevamo Siamo stati insieme per 30 anni e abbiamo avuto una serie di esperienze interessanti - dal mondo indie-rock degli anni '80 al business musicale più "corporate" degli anni '90, lavorando al fianco di amici come Nirvana e Mudhoney, suonando con Iggy Pop o Neil Young - alcune cose incredibili, specialmente quando si pensa a quanto "difficile" fosse la nostra musica - non era di facile ascolto o "mainstream", ma siamo sopravvissuti e abbiamo avuto una carriera che ha legato l'arte, la cultura e l'RnR su cui siamo cresciuti.
Una bellissima avventura insomma. Sì, abbiamo passato 30 anni insieme un periodo davvero incredibile. Attualmente stiamo lavorando tutti ai nostri progetti. Tutti sono molto impegnati in ciò che stanno facendo ora e non credo che nessuno di noi guardi indietro. Conserviamo però ancora un enorme archivio e pubblichiamo versioni di archivio ma al momento stiamo tutti guardando al futuro.
Tornando all’oggi: qual è il punto di forza del tuo gruppo? In questo momento la forza del mio trio è la flessibilità che abbiamo - non portiamo sul palco il formato tradizionale di due chitarre elettriche, basso e batteria - quindi possiamo in qualche modo essere più sperimentali. Questo era il piano fin dall'inizio - mettere insieme un piccolo gruppo flessibile con spazio per una ulteriore ed eventuale espansione in base a come si sarebbero messe o si metteranno le cose. Puntiamo su un suono più "orchestrale" piuttosto che un tipico suono rock band.
Che rapporto hai con i social media? Amo moltissimo Instagram, è il principale social media con cui lavoro. Non uso quasi mai Facebook o Twitter - sono troppo dispendiosi in termini di tempo. Ma continuo a tenermi in contatto con tutti attaverso Instagram e i post li condivido anche via FB e Twitter. È un mondo strano in cui viviamo, un momento in cui i social media sono una piattaforma dominante è la vita di così tante persone Penso che il nostro rapporto con i social media sia ancora in evoluzione e lo sarà per un po’ Il nostro stare attaccati agli schermi è a volte problematico e porta un allontanamento dal mondo reale e le persone che ci circondano. Ma penso che siamo in un periodo di transizione e ad un certo punto la nostra relazione e rapporto con il mondo digitale intorno a noi si normalizzerà.
Cosa pensi di Donald Trump: ti aspettavi il tuo Paese così a destra? No, non me l'aspettavo proprio. Forse la sua elezione sta provocando una scossa su ciò che il futuro porterà: potrebbe esserci una reazione molto forte contro di lui e le forze conservatrici che stanno spuntando in tutto il mondo. Lo spero. La canzone "Thrown Over The Wall" su Electric Trim si rivolge ad alcuni di queste. Questo momento per la mia nazione è triste ed orribile.
A quali progetti stai lavorando in questo 2018? Raul e io stiamo per iniziare a lavorare sulle canzoni per il prossimo disco, mi aspetto che la nostra collaborazione continui e anche con Jonathan Lethem per quanto riguarda i testi. Il prossimo album sarà molto diverso da quello che abbiamo appena realizzato - stiamo cercando di “spingere” ancora di più rispetto a ciò che possiamo fare in questo momento.