La nostra intervista con Graham Nash che apre il 30 giugno i Suoni delle Dolomiti
Ci sono pochi musicisti chi possono vantare una carriera così intensa in campo artistico come Graham Nash: è infatti immensa la quantità di successi raggiunti da questo artista nei suoi settantacinque anni di vita, tantissime le sue canzoni passate alla storia come colonna sonora dell’ultimo mezzo secolo, prima con gli Hollies e poi con Crosby, Stills e Young, fino a “This Path Tonight” la sua ultima fatica discografica. Dopo il memorabile concerto di due anni fa all’Auditorium di Trento il musicista inglese, ma americano d’adozione, torna in Trentino per aprire, il 30 giugno, alle 12 al Rifugio Micheluzzi in Val di Fassa, la nuova edizione dei Suoni delle Dolomiti. In questa intervista, realizzata con la preziosa collaborazione di Christina Gallagher, Graham Nash ci racconta come sta preparando il suo tour in Italia senza dimenticare quello che accade nel suo tormentato Paese.
Mr. Nash, lei aprirà il suo tour italiano fra le montagna del Trentino, un concerto immerso nel verde: che effetto le fa questa dimensione a contatto con la natura?
Quando ho saputo di questo concerto così particolare in montagna mi sono informato sui vostri luoghi. Sono contento di esibirsi in una bellissima parte del mondo come la vostra. Il mio ultimo album “This Path Tonight” parla anche delle bellezze della natura e dell’armonia fra questa e l’uomo quindi per me è l’ideale suonare in questa situazione.
Quale tipo di live set ha preparato e chi l’accompagnerà in questa occasione?
Ci sono tante canzoni che posso suonare quindi di solito preparo oò set poche ore prima di un concerto ispirandomi proprio alla location in cui mi trovo o al mio stato d’animo di quel momento. Accanto a me in questo tour italiano ci saranno anche Shane Fontayne alla chitarra e voci e Todd Caldwell alle tastiere e voci.
La label Rinho sta per pubblicare la raccolta di 30 brani “Over The Years”: cosa pensa di questa antologia che lei ha anche curato direttamente?
Sono molto felice che la Rinho abbia pensato a questa raccolta e mi abbia coinvolto in questo progetto. In “Over The Years” ci sono anche diversi brani poco conosciuti che ho voluto inserire nella tracklist.
La curiosità è anche per diverse “demo” version come quelle di ‘Our House’, ‘Teach Your Children” pensa che i suoi fan saranno felici di ascoltarle così?
Penso che tutti coloro che mi seguono da tanti anni, saranno felice di ascoltare queste particolari versioni di alcuni dei miei classici, di sentire alcune canzoni in una forma più scarna ed essenziale rispetto a quella che è finita su qualche album”,
Lei è sempre stato una voce della giustizia sociale e ambientale da No Nukes a Occupy Wall Street nel Lower Manhattan, che effetto le fa l’America di Donald Trump?
Mi rattrista molto quello che sta succedendo nel Paese che ormai sento mio. Donald Trump sta distruggendo gli Stati Uniti, sta calpestando le leggi che tante buone persone hanno redatto e che hanno costruito la nostra democrazia. Mi consola il fatto che in questo momento così difficile ci siano molte voci pronte a levarsi contro il Presidente. In questo periodo sto scrivendo una canzone proprio su Trump e penso che vedrà presto la luce .
Negli States come in Europa quello dei muri e dei migranti è un tema comune: cosa ne pensa?
Purtroppo c’è tantissimo razzismo in questi tempi e in particolare contro i mussulmani. Questi accade sia in Europa che negli Stati Uniti, terre di democrazia in cui aumentano gli episodi di intolleranza e contro l’accoglienza come dimostrato dai muri e dalle barriere sempre più alte.
Ma la musica può ancora servire a cambiare le cose, a colpire nel profondo il cuore delle persone?
Sì, ho sempre creduto nel ruolo che ha la musica. Ieri come oggi la musica serve per far crescere la coscienza di tutti, per innalzare le nostre anime, per comprendere gli altri e il nostro rapporto con la natura.
Sta lavorando al seguito dell’album “This Path Tonight”.
In questo momento non sto pensando ad un nuovo disco ma mi diverto ancora a proporre in concerto i brani di “This Path Tonight” e le mie canzoni del passato. La cosa che mi rende più felice è suonare, non mi importa se davanti a 100.000 o a 10 persone, vedere la gente che alla fine di un mio live se ne va contenta e sorridente.