Ghali, uno show «urban fantasy»
Un racconto reale e fantastico, urbano e poetico, è quello che Ghali metterà in scena nello show atteso in dodici palasport italiani, a partire dalla data zero al Palabam di Mantova del 18 ottobre. «Sto realizzando il sogno del live come lo volevo fin dalla mia prima serata di fronte a poche persone», spiega il rapper, parlando con la stampa a Milano.
Ad accompagnarlo saranno un dj e una band. Grande riserbo, invece, sugli ospiti musicali e no, fatta eccezione per Capo Plaza, membro della sua Sto Records. Più che alle comparsate il cantante pensa però al concept, definito «urban fantasy», con un’iconografia che richiamerà la cover di «Album» e riprenderà i colibrì dei manifesti. Una favola metropolitana adatta anche a un pubblico giovanissimo, come quello che segue la star multiplatino di ‘Ninna nannà: «Ho sempre visto i ragazzini come puri: gli piace quello che trovano davvero interessante e hanno voglia di giocare, qualcosa che i grandi perdono».
L’apparato visuale contribuirà a un racconto autobiografico: «Proietterò alcuni miei file inediti, comprese immagini della mia infanzia - aggiunge -. Un live che mi ha ispirato è quello di Stromae, che vidi al Forum: sembrava uno spettacolo teatrale».
Come l’artista belga, anche Ghali guarda ai mercati oltreconfine, sulla scorta della fortunata partecipazione al festival hip-hop Openair Frauenfeld in Svizzera a giugno e dell’inclusione di «Habibi» nella colonna sonora del videogame «Fifa 19»: «Sicuramente nel mio nuovo inizio usciremo dall’Italia». E come Stromae, l’italo-tunisino è anche diventato simbolo delle nuove generazioni europee, ruolo di cui è cosciente: «A scuola vedevo l’occhio diverso nei miei confronti, e non c’era niente che mi consolasse. Adesso invece il ragazzino straniero o di colore può dire che Ghali ha vissuto le sue stesse cose, o magari non arriva nemmeno a subire».
Non per questo lo show darà spazio a proclami politici: «Il concerto stesso è quello che sta succedendo nel Paese: quando mai un italiano figlio di immigrati cresciuto in periferia è arrivato a riempire un palazzetto? Per me questa è integrazione».
Mentre pensa già al nuovo album, che conterrà di sicuro l’ultima hit «Cara Italia», Ghali guarda anche oltre il rap: «Crescendo, le cose che hai bisogno di trasmettere cambiano e la piattaforma rap a volte non basta più». Del resto, anche la sua relazione con il successo lo distingue da tanti colleghi, con alcuni dei quali è cresciuto fra i freestyle nei parchetti milanesi: «Io vivo ancora a Baggio: per quanto possa stare con i piedi per terra, comunque ricevi sempre molte attenzioni, ed è dura avere tanto di fianco a chi non ha niente. Forse una foto con due Rolex ai polsi non la farei: finchè i miei amici faticano a pagare l’affitto e trovare lavoro mi sembra un gesto che dice ‘io ce l’ho e tu nò».
Dopo Mantova, il tour nei palazzetti di Ghali toccherà Torino (20/10), Firenze (25/10), Genova (26/10), Bologna (27/10), Milano (29/10), Padova (2/11), Ancona (3/11), Bari (4/11), Napoli (8/11), Acireale (10/11) e Roma (13/11).