Cesare Malfatti stasera al Mart per l'anteprima del nuovo cd
"Sarà un'esecuzione integrale di tutto il disco che mi vedrà al fianco di Chiara Castello, una musicista con la quale collaboro da tanto tempo ed è anche la voce femminile che si sente in diversi passaggi del cd. Sarà un concerto molto umanizzato, più minimale rispetto alla registrazione in studio. Sarà anche molto intenso perché questo è un disco che per me ha un valore speciale perché legato sia alla mia famiglia che ad un certo modo di sentire e vivere la musica". Sono queste le parole con le quali Cesare Malfatti ha raccontato ai lettori de l'Adige l'evento di questa sera, venerdì 9 novembre, alle 21, al Mart di Rovereto, in occasione del quale verrà presentato in anteprima il cd "La Storia è Adesso". Un lavoro che si lega ad un progetto liberamente ispirato a Valeriano Maltatti, ascendente del musicista e sindaco di Rovereto negli anni precedenti alla Grande Guerra ma anche durante il delicato passaggio del Trentino dal territorio austriaco a quello italiano.
Il disco uscirà invece il 12 dicembre su Riff Records /Goodfellas ed è l'ultimo capitolo di un artista noto per la sua militanza in band seminali della scena italiana quali Afterhours, La Crus e Amor Fou. Ad anticipare il cd, proprio oggi, il brano "Avrei" una canzone, scritta da Alessandro Cremonesi (La Crus) che parla di come nel quotidiano si trovino sempre pretesti per non fare una scelta che potrebbe migliorare la nostra vita. Il video, girato dal videomaker roveretano Nicola Lott, allude a piani temporali distinti in cui le medesime parole assumono significati radicalmente diversi con le immagini che collocano la scena al tempo della Prima Guerra Mondiale. L'album "La Storia è Adesso" è una riflessione sulle radici familiari dell'autore, in particolare di un suo antenato, Valeriano Malfatti, che visse da protagonista un'epoca di grandi rivolgimenti storici come sindaco della comunità di Rovereto. In quegli anni la città si trasformò nella linea del fronte della prima guerra mondiale e Valeriano dovette affrontare, assieme a molti dei suoi concittadini, anche l'esodo forzato al campo profughi di Katzenau.