Alla Filarmonica il talento del giovane Lukás Vondrácek
Questa sera, 4 dicembre 2018, la stagione della Società Filarmonica di Trento ha in locandina il recital pianistico di Lukás Vondrácek, artista poco più che trentenne di notevole talento (sala di via Verdi 30, ore 20.30); sono in programma brani entrati nella migliore storia della letteratura pianistica: Polonaise-Fantasie op. 61 di Fryderyk Chopin, Sonata n. 30 op. 109 di Ludwig van Beethoven, Sonata n. 23 D960 di Franz Schubert.
Nato nella Repubblica Ceca, Lukás Vondrácek si è formato alla Hochschule di Vienna e all’Accademia di Musica di Katowice, completando quindi il percorso di studio al New England Conservatory di Boston. Dotato di eccezionale e precoce talento, all’età di venticinque anni Vondrácek poteva già contare novecento concerti tenuti in venticinque Paesi diversi: una carriera vertiginosa, lanciata dalle sue affermazioni in prestigiosi concorsi (l’ultimo è stato il «Reine Élisabeth» di Bruxelles nel 2016), tra i quali si evidenzia quello della Repubblica di San Marino, di recente istituzione (2004), che ha già consacrato interpreti eccelsi quali Beatrice Rana, Alexei Melnikov, Daniil Trifonov, oltre allo stesso Vondrácek.
Per il giovane pianista ceco l’anno corrente ha portato debutti di grande importanza: con l’Orchestra di Tokyo alla Suntory Hall, con l’Orchestra sinfonica di Stato di Mosca nella sala grande del Conservatorio di Mosca e con la Netherlands Philarmonic al Concertgebouw di Amsterdam.
Le ultime tre sonate per pianoforte di Beethoven nacquero tra il 1819 e il 1822 dal medesimo impulso d’ispirazione, la loro composizione si svolse parallelamente a quella di due colossi sinfonico-vocali, la Nona Sinfonia e la Missa Solemnis. La Polonaise-Fantasie appartiene all’ultimo periodo della produzione di Chopin e ne costituisce uno degli esiti più ambiziosi; per la prima volta qui spariscono del tutto le tradizionali ripetizioni testuali marcate da ritornelli. Ben voluminose sono le dimensioni della Sonata D. 960, l’ultima di Schubert, generalmente considerata la vetta suprema della sua arte pianistica.