Ipazia, filosofa tragica e coraggiosa
Ipazia fu matematica, astronoma, filosofa. Era una rappresentante della filosofia neo-platonica ed è diventata immortale nella storia come martire della libertà di pensiero dopo che fu linciata da una folla di cristiani fanatici a causa delle sue idee.
La sua vita è stata oggetto di studi ed è entrata nell’immaginario come donna coraggiosa, grazie a libri, ricerche, film e opere teatrali. E venerdì 14 dicembre 2018 alle 21 arriva sul palco del Portland uno spettacolo molto atteso, Ipazia. La nota più alta, della compagnia milanese Pacta. Voci, personaggi, episodi, ricostruiscono l’enigmatica vita di Ipazia, questa scienziata e filosofa alessandrina (vissuta nel IV secolo dopo Cristo), e la sua tragica fine imposta da chi voleva zittirla per sempre.
In scena uno sfondo nero con rotoli di pergamene sospesi nel tempo, frammenti di sapienza volati fino a noi. Voci, personaggi, episodi, ricostruiscono l’enigmatica vita di questa donna vissuta ad Alessandria d’Egitto. Poco si conosce del suo tragico destino, della sua ossessione nel diffondere «conoscenzaa», della sua ostinazione nel difendere i baluardi della cultura dell’antichità, della sua fine prematura e drammatica e ancora meno sappiamo delle sue opere, eppure da sempre i frammenti della sua storia hanno ispirato poeti e letterati.
Ipazia torna duemila anni dopo e sulla tavole del palcoscenico lascia affiorare la sua storia. La storia di Ipazia e del suo tempo, su cui il pubblico è invitato a riflettere come in una delle sue lezioni, si ripete.
Al termine dello spettacolo Giuseppe Girgenti, filosofo ricercatore dell’Università San Raffaele, incontrerà gli spettatori dopo lo spettacolo per circa 20 minuti, per un approfondimento sulla vicenda di Ipazia. Girgenti è uno studioso di Platone e del successivo neoplatonismo e ci guiderà agli albori della nostra cultura, cercherà di farci rivivere con passione, profondità e semplicità i fermenti di Alessandria prima e dopo Ipazia. Storia, filosofia, scienza, teatro restituiscono nozioni ed emozioni del cammino, spesso accidentato, della conoscenza e aprono un varco per indagare il presente.
Lo spettacolo è di Tommaso Urselli, la regia di Valentina Colorni, con Maria Eugenia D’Aquino. Musica originale di Maurizio Pisati. I costumi sono di Mirella Salvischiani e Alessandro Aresu. Il testo si avvale del supporto scentifico di Tullia Norando e Paola Magnaghi e di Stefano Sandrelli. Per info: 0461.924470.