La Cortellesi fa la Befana nel film delle feste
«A Babbo Natale fanno fare la pubblicità e alla Befana niente. D'altronde cosa possono proporle, una crema per rughe? È vero: l'odio della Befana verso Babbo Natale è un mio personale contributo alla sceneggiatura». Così Paola Cortellesi, regina del box office italiano, all'incontro stampa per «La Befana vien di notte» di Michele Soavi, fantasy per ragazzini che sarà in sala dal 27 dicembre distribuito in 450 copie da Universal Pictures e Lucky Red. Insomma una piccola zampata da parte dell'attrice che interpreta con coraggio, con tanto di scopa e mega-trucco, l'anziana signora attesa da tutti i bambini il 6 gennaio.
E ancora l'attrice: «Babbo Natale è forse più protagonista perché maschio, a lui non lo hanno fatto brutto, sarebbe stato male accolto, mentre non è stato così per la Befana». Il film, con protagonisti sei ragazzini, ci porta in Alto Adige, da Castelrotto all'Alpe di Siusi, dove Paola (Cortellesi) e una maestra di scuola elementare dalla doppia vita. Di giorno è una brava insegnante, mentre di notte si trasforma nella leggendaria Befana. Ma un certo punto la donna viene rapita da un misterioso produttore di giocattoli, Mr. Johnny (Stefano Fresi) che ha un antico conto da saldare con lei e ha una sola mission: sostituirla nel suo lavoro. Per farlo, in questo film-favola che guarda a E.T., Tim Burton e Terry Gilliam, Mr. Johnny farà di tutto per togliere lo scettro alla Befana che però troverà aiuto in sei alunni della sua classe che, a bordo delle loro biciclette, le daranno tutto il loro aiuto. La Befana super-eroina? «Tutte le donne lo sono, fanno cose incredibili durante tutto il giorno. Ma in questo film - sottolinea l'attrice - sono protagonisti soprattutto i bambini. Sono loro al centro della storia e sono sempre loro che, proprio con questa storia, imparano a convivere e a capire che da soli non si va lontano».
La Cortellesi, comunque, non ha paura che la figlia di cinque anni, Laura, possa finire confusa da questo film sull'esistenza della Befana: «Lei è stata sul set e sa che faccio l'attrice. Dunque non c'è niente di male se interpreto un personaggio che esiste davvero». Eguagliare il successo al box office di «Come un gatto in tangenziale?» «Lo spero - dice la Cortellesi -, ma ancora di più che diventi un classico per l'infanzia, un film che diventa un appuntamento ad ogni Natale».
«Il mio percorso come regista - dice Soavi - trae origine dal cinema di genere italiano, con un amore particolare per il fantasy e l'horror . Per molti anni, il 'genere' e stato bandito e il cinema italiano si e isolato e ha censurato così la sua creatività».
«L'idea iniziale era quella di fare un film per tutta la famiglia - dice infine Nicola Guaglianone che ha curato soggetto e sceneggiatura - e di far incontrare due mondi e immaginari completamente diversi: il cinema teen anni '80 e la tradizione popolare italiana. E chi meglio della Befana? E se poi ci metti anche sei ragazzini in bicicletta, il cinecarbone è servito».