Teatro: il Santa Chiara saluta Marco Bernardi dopo il «divorzio»
Dopo quattro stagioni si conclude il rapporto di collaborazione tra il Centro Servizi Culturali S. Chiara ed il regista trentino Marco Bernardi, consulente artistico per la prosa dall’anno 2015. Una decisione deliberata negli ultimi giorni dal Consiglio di Amministrazione dell’Ente, comunicata questa mattina nel corso di una conferenza stampa da Tommaso Sussarellu e Francesco Nardelli, rispettivamente vice presidente e direttore del Centro Servizi Culturali S. Chiara, e Marco Bernardi.
«Oggi si chiude una pagina importante per il nostro Ente. Si chiude un rapporto che ci ha permesso di raggiungere risultati importanti – ha esordito il vice presidente Tommaso Sussarellu – e desidero approfittare dell’occasione per ringraziare pubblicamente Marco Bernardi. Il suo è stato un apporto professionale di altissimo livello che ha qualificato ulteriormente le attività del Centro. Il motivo che ha portato a questa separazione è di carattere meramente giuridico – ha proseguito – esistono delle norme alle quali dobbiamo ottemperare, sia a livello provinciale che nazionale, e ci vediamo così costretti a concludere questo rapporto di collaborazione».
«E’ indubbio che l’Ente perde una figura di grande professionalità, verso la quale nutro profonda stima - si è associato il direttore del Centro Francesco Nardelli - un profondo conoscitore del tessuto artistico nazionale e regionale, che ha sempre ricercato la qualità nelle proposte artistiche. E’ stato in grado di costruire una progettualità, tracciando un percorso netto dal quale il Centro dovrà senz’altro ripartire. E’ stata un’esperienza estremamente proficua, soprattutto per il pubblico trentino che, come testimoniano i numeri raggiunti, ha dimostrato di apprezzare la nostra offerta».
Dopo i ringraziamenti di rito, la conferenza è stata altresì occasione per tracciare un bilancio dei risultati raggiunti in questi ultimi quattro anni. Arrivato al Centro Servizi Culturali S. Chiara nel gennaio del 2015 come direttore uscente del Teatro Stabile di Bolzano, Bernardi si è trovato ad affrontare fin da subito una situazione tutt’altro che semplice, «un corpo malato da guarire», come lo ha definito lui stesso. «Fin dal primo giorno ho operato con un unico intento, ossia quello di riconciliare il teatro con il pubblico – ha ammesso Marco Bernardi – e sono felice nel poter constatare che questa riconciliazione è avvenuta. Il “corpo” è finalmente guarito e si può guardare al futuro con ottimismo».
Una “guarigione”, o meglio, una crescita esponenziale testimoniata dai dati emersi dalle ultime stagioni teatrali. Basti osservare che, rispetto alla stagione 2013/2014, il numero di presenze a teatro è passato da 16.235 a 25.349 (dato che si riferisce al 2017/2018), con una previsione sulla stagione in corso che potrebbe superare le 27.000 presenze. Dati che vanno ad aggiungersi a quelli relativi agli abbonamenti, letteralmente triplicati dal 2014/2015 ad oggi, passando da 483 a 1490, con un Teatro Sociale costantemente pieno.
Un successo che lo stesso Marco Bernardi riconduce a tre principali fattori: la costante ricerca della qualità nelle scelte artistiche, la diversificazione dell’offerta di spettacolo (dando una precisa e forte identità a due stagioni come la Grande Prosa e le Altre Tendenze), e la ferma volontà di rimettere il Teatro Sociale al centro della cultura, trasformandolo nel principale luogo di spettacolo della Provincia.
«Quella di riportare la Grande Prosa al Teatro Sociale non è stata una scelta facile, ma alla fine si è rivelata vincente – ha aggiunto il regista trentino – erano ormai trent’anni che la prosa non veniva portata su questo meraviglioso palco e sono entusiasta di essere riuscito a raggiungere tale obiettivo insieme al Centro S. Chiara».
Una scelta che va ad inserirsi all’interno di un percorso artistico di alta qualità che il regista Bernardi ha perseguito nell’arco dei suoi anni come consulente artistico: anni in cui il pubblico trentino ha potuto godere del meglio della scena teatrale italiana, con grandi testi, prestigiose compagnie e interpreti di punta. Da Paolo Rossi a Pierfrancesco Favino, da Alessandro Preziosi a Marco Paolini, da Umberto Orsini ad Alessandro Gassmann, passando per registi di spicco della scena che anni fa era «sperimentale» come Antonio Latella, Emma Dante e Romeo Castellucci, solo per citarne alcuni.
Infine, dopo aver ricordato la fruttuosa esperienza con la Compagnia Regionale, terminata dopo la realizzazione di tre spettacoli (“La cucina”, “Il senso della vita di Emma” e “Macbeth”) in collaborazione con il Teatro Stabile di Bolzano e il Coordinamento Teatrale Trentino, il regista ha ringraziato pubblicamente il pubblico per aver sposato le sue idee, ricordando che «il teatro italiano non è mai stato così vivo come in questo periodo e merita quindi di essere raccontato».