In «Bangla» tutti i dubbi di Phaim
Il programma odierno di Religion Today si apre (Teatro S. Marco di Trento, ore 17) con il cortometraggio delle francesi Inès Lemaire e Solène Pitrzyk Hermanas (Sorelle) che testimonia l’azione delle Sorelle dell’Adorazione che offrono le loro preghiere, le loro molteplici competenze e il loro forte impegno per lottare contro lo sfruttamento e le discriminazioni delle donne a Bogotà, in Colombia. «Emigrare è una possibilità che Dio dà agli uomini» è l’affermazione di viva attualità che apre il lungometraggio a soggetto Mother Gabrini di Daniela Gurrieri (Cristina Odasso) che ricorda i primi difficili anni, dal 1888 al 1892, della missione negli Stati Uniti con gli emigrati italiani di quella che sarebbe divenuta Santa Francesca Saverio Cabrini, patrona dei migranti. Venne canonizzata il 7 luglio 1946; è stata la prima cittadina americana dichiarata santa.
La serata è articolata su una doppia programmazione.
Al Supercinema Vittoria (ore 20.30) vengono proposti due titoli italiani.
Stringato, efficace, coinvolgente Bismallah di Alessandro Grande, vincitore del Premio di Donatello del 2018 come migliore cortometraggio, ha per notevole protagonista Samira, una bambina tunisina che vive illegalmente in Italia con il padre (assente per lavoro) e il fratello. È costretta ad affrontare con coraggio una situazione imprevista più grande di lei: il fratello rischia la vita se non verrà urgentemente operato, lei sa che per salvarlo sta mettendo a repentaglio la loro possibilità di restare in Italia.
Il lungometraggio di Phaim Bhuiyal Bangla, vincitore del Nastro d’argento 2019 per la Miglior commedia, ha per protagonista Phaim un giovane mussulmano di origini bengalesi, nato in Italia e cittadino italiano. Si guadagna da vivere consegnando pizze e lavorando come custode in un museo d’arte moderna e abita nel quartiere romano multietnico di Torpignatara. Parla con l’accento e i modi di dire romaneschi e vive in famiglia, con un padre fatalista e sottomesso, una madre tradizionalista e autoritaria e una sorella incerta - come lui - di come affrontare la vita in Europa. Come è possibile essere dei mussulmani romanizzati, accettare le attese - anche sessuali - della ragazza italiana che ama (riamato) e quelle imposte dal suo iman e dalla famiglia? Phaim alla fine trova il modo.
Al S. Marco (ore 21) il corto Red Nose (Naso rosso) di Andreas Kyriacou propone la storia di un immigrato palestinese che a Cipro ha trovato lavoro in una macelleria, ma entra in conflitto col proprio capo a causa di una donna. Tematicamente assai interessante, semplice - ma genuinamente incisivo - nella costruzione narrativa, il lungo a soggetto dello Sri Lanka Paangshu di Visakesa Chandrasekarm. È il 1995 e Ceylon è sconvolta dal sanguinoso conflitto fra il governo cingalese e i ribelli Tamil. L’anziana protagonista, una lavandaia, è disorientata dopo l’uccisione del figlio. Un giorno riconosce uno dei responsabili e cerca di farlo condannare.