Coez, un trionfo a Milano il concerto è sold-out e allora tornerà di nuovo
Il grande sipario dorato scivola giù morbido accompagnato da un urlo acuto. Il telo ondulato suggerisce l’idea del teatro, di un ambiente raccolto, del passato in cui Coez suonava davanti a cento persone. Ma è un tempo molto lontano, ora ai piedi del cantautore nato a Nocera Inferiore (ma di cuore romano), c’è il Forum di Assago strapieno. Appare in scena con una luce bianca alle spalle che delinea la sua sagoma nera.
Pochi passi verso il centro e la data milanese del tour “È sempre bello” si apre con “Mal di gola”, che è poi quello che avranno la maggior parte degli spettatori alla fine del concerto.
“Stasera è stato proprio il karaoke - dice senza nascondere la propria soddisfazione prima dell’ultima canzone - Avrei potuto anche evitare di cantare”. E invece Silvano Albanese, che da quando era un graffitaro ha scelto il nome Coez, canta senza sosta e lo fa anche bene. Chi lo ha seguito nei live degli ultimi anni nota un netto miglioramento della capacità vocale e una maggiore consapevolezza sul palco. Merito di una band affiatata, che non è solo accompagnamento ma prolungamento della sua vena creativa.
Questo spiega la scelta visiva di dividere la scena su due piani, posizionando voce, chitarra (Alessandro “Gaspare” Lorenzoni) e basso (il direttore musicale Daniele “Orange” Dezi) al primo livello e batteria (Giuseppe “Passerotto” D’Ortona), tastiere (Valerio Smordoni), elettronica e sequenze (Giuseppe “Banana” Di Nola, il suo storico dj) al secondo. In questo modo sono tutti in prima fila, in un puzzle cromatico a sei facce che appare e scompare a seconda della trama visiva che scorre sui grandi vidiwall.
Coez torna a Milano dopo un anno - e a causa del sold out tornerà il prossimo 26 novembre nella stessa location - la città dove ha vissuto per 4 anni e che gli “ha sempre voluto bene, anche quando fuori non c’era il sole”. In quasi due ore di musica c’è tutto il mondo dei cinque dischi, alterna passato e presente, non ha timore di rivelare preferenze, come quando annuncia “La strada è mia”. L’unica sosta è affidata a un video dedicato a Open Arms, l’organizzazione non governativa spagnola impegnata nelle operazioni di recupero di migranti nel Mediterraneo. La voce registrata di Coez accompagna le immagini dei volontari con un breve racconto su un amico che ha scelto il mare e dal quale ha imparato una lezione: “Salvare una vita è fare del bene”.