Brentonico: Moni Ovadia e l'Inferno di Dante
Moni Ovadia aprirà questa sera a Brentonico la Stagione teatrale sul palco del teatro Monte Baldo, alle ore 21.
Ovadia proporrà una “Lectura Dantis” incentrata sul Canto XXVI dell’Inferno, Ulisse o il coraggio di assumere il proprio destino. Lo spettacolo sarà arricchito da musiche dal vivo di tradizione greco-ottomana eseguite da Stefano Albarello (canto e qanûn) e Maurizio Dehò (violarda).
Grande intellettuale contemporaneo, Moni Ovadia ha sempre avuto come filo conduttore dei suoi spettacoli e della sua vastissima produzione discografica e libraria la tradizione composita e sfaccettata, il “vagabondaggio culturale e reale” proprio del popolo ebraico e, più in generale, la figura dell’esiliato. Si confronta ora con il canto XXVI° dell’inferno Dantesco in cui emerge la figura di Ulisse, che incita i suoi compagni, chiamandoli “fratelli”, a interrogarsi sul senso della vita e a non privarsi nell’ultima parte dell’esistenza della possibilità di continuare a conoscere. Una grande lezione di consapevolezza e un richiamo a quei valori che caratterizzano gli esseri umani.
Il 26° Canto dell’Inferno, che si apre con una pungente invettiva di Dante nei confronti di Firenze, si svolge nell’ottava bolgia dell’ottavo cerchio, dove sono puniti i consiglieri fraudolenti. Ne è protagonista Ulisse, attraverso il cui personaggio Dante intende trattare il tema della conoscenza. La colpa dei dannati è legata all’uso della parola per tessere inganni, per cui il loro peccato è di natura intellettuale: gli eroi achei Ulisse e Diomede scontano, infatti, una serie di imbrogli che avevano ordito attraverso un uso sapiente del linguaggio, in particolare l’inganno del cavallo di Troia che, come Dante aveva appreso dall’Eneide, era avvenuto grazie alle bugie di Sinone, istruito da Ulisse.