Editoria: vendite in aumento ma soffrono le librerie, aumentano web e store
Si rafforza nel 2019 l’editoria italiana di varia (romanzi e saggi in formato cartaceo ed e-book): crescono fatturato (+4,9%) e, per la prima volta dal 2010, le copie vendute (+3,4%) nei canali trade, ovvero librerie, grande distribuzione organizzata e store online.
Il settore torna così a un giro d’affari superiore a quello del 2011 (1,493 miliardi, e-book compresi, contro 1,432), ma soffre gli effetti della pirateria che sottrae 247 milioni di euro di vendite nelle librerie ogni anno. Sono i principali dati dell’analisi del mercato del libro di varia in Italia, realizzata dall’ufficio studi dell’Associazione Italiana Editori (AIE) in collaborazione con Nielsen, che saranno illustrati dal presidente Ricardo Franco Levi, il 31 gennaio a Venezia, nella giornata conclusiva del XXXVII Seminario di Perfezionamento della Scuola per Librai Umberto ed Elisabetta Mauri.
In particolare, secondo i dati della ricerca, il mercato di varia dei libri fisici nei canali trade vale, nel 2019, 1,422 miliardi di euro (+4,9% rispetto all’anno precedente). Nel 2011 il mercato valeva 1,432 miliardi. Le copie fisiche vendute nel 2019 sono state 90,1 milioni (+3,4%). Erano 109 milioni nel 2011. Il mercato degli e-book vale 71 milioni di euro, in crescita del 6% rispetto all’anno precedente.
Sono performance migliori di quelle degli altri Paesi: nel 2019 il mercato francese si stima - secondo le rispettive associazioni di categoria - sia cresciuto del 2%, quello tedesco dell’1,4%. Gli Usa invece arretrano dell’1,3% in termini di copie vendute.
Tra i canali di vendita gli store online coprono oggi più di un libro su quattro (il 26,7%, in crescita di 2,7 punti percentuali rispetto all’anno precedente) mentre prosegue la perdita di quote di mercato da parte delle librerie: coprono nel 2019 il 66,2% delle vendite di varia (in calo di 2,8 punti percentuali).
Stabile la grande distribuzione organizzata (dal 7% al 7,1%). In dieci anni gli store online sono passati dal 3,8% al 26,7% sottraendo spazi alla grande distribuzione (dal 18% al 7,1%) e alle librerie (dal 78,2% al 66,2%).
I dati Istat, analoghi a quelli relativi ai maggiori paesi europei, Francia e Germania in testa, segnalano il calo delle librerie: nel 2012 erano attive nel nostro Paese 3.544 librerie, diventate 3.299 nel 2017, con un saldo negativo di 245 (-6,9%).
Concentrandosi sul genere dei libri venduti, ottima performance della narrativa italiana, che cresce sia a valore con 205,9 milioni di euro (+7,3%) che a numero di copie vendute con 13,8 milioni (+6,2%) e della non fiction specialistica con un +9% a valore per 261,3 milioni di euro e +5,1% a copie vendute per 10,4 milioni: in questo settore sono ricompresi i manuali per i concorsi pubblici, la psicologia, la filosofia. In calo la narrativa straniera sia a valore con 251,4 milioni di euro (-1%) che a copie vendute con 17,3 milioni (-2,8%). Rallenta un pò la corsa, pur mantenendosi a livelli molto alti, il settore bambini e ragazzi: vendite a valore di 246,7 milioni di euro (+3,4%) e 20,9 milioni di copie (+2,9%).
Per la App18, il bonus riconosciuto a tutti i neo-diciottenni per la loro crescita culturale, nel 2018 sono stati spesi in libri 132,4 milioni di euro, il 69% della spesa totale. Nel 2019, 131,5 milioni, il 66% della spesa totale. Ma la dotazione della 18App si è via via ridotta: nel 2018 era pari a 290 milioni di euro, nel 2019 è stata portata a 240 milioni e nel 2020 a 160 milioni: «l’impatto sul mercato potrà essere pesante. Tanto più se si assommerà agli effetti delle nuove norme sul prezzo del libro appena approvate dal Parlamento e che graveranno sui lettori e sulle famiglie» sottolinea l’Associazione Italiana Editori.
Pesante l’impatto della pirateria: secondo i dati della ricerca commissionata da AIE a Ipsos, presentata a Roma lo scorso 22 gennaio inun convegno organizzato da Gli Editori AIE e FIEG, la pirateria sottrae ogni anno al mondo del libro 528 milioni di euro, il 23% del valore complessivo del mercato escludendo editoria scolastica ed export. L’Ipsos calcola una perdita di posti di lavoro nel settore pari a 3.600 persone, 8.800 considerando anche l’indotto. Dei 528 milioni persi complessivamente dall’editoria, 247 milioni sono di vendite nelle librerie. Se questi consumi ritornassero nell’alveo del mercato legale, calcola AIE, potrebbero aprire circa 120 nuove librerie, per 300 nuovi posti di lavoro.