Elena Sofia Ricci sarà Rita Levi Montalcini
Elena Sofia Ricci, che vedremo su RaiUno in autunno nei panni di Rita Levi Montalcini e prima nella serie in sei puntate Vivi e lascia vivere di Pappi Corsicato, è un’attrice di razza, una donna e una mamma sensibile, preoccupata come tutti per il difficile momento che stiamo vivendo causa Coronavirus.
E lancia l’invito, oltre a non uscire di casa, a non toccarsi, a non abbracciarsi anche tra coniugi: «Se ti amo non ti tocco».
È preoccupata per la sua famiglia?
«Mia figlia, fino a pochi giorni fa, era in Colombia, penso di aver chiamato chiunque, mancava solo il Papa, perché mi aiutasse a farla rientrare a Roma. Quello che mi ha sorpreso e che mi ha fatto molto arrabbiare è che in un momento come questo, dove viviamo in un mondo globalizzato e le informazioni arrivano dappertutto, Emma - che ha viaggiato tutto il tempo con mascherina e guanti usa e getta - ha attraversato tre frontiere passando da Bogotà a Francoforte dove ha fatto sosta l’aereo e al bar era l’unica con mascherina e guanti mentre tante altre persone mangiavano tranquillamente vicine. Quando ha chiesto se non avevano paura del contagio, la risposta è stata “no problem” - da lì a Roma senza che nessuno le prelevasse la temperatura, facesse un controllo. L’unico è stato all’aeroporto di Fiumicino e tutto ciò è sconvolgente».
E quando è arrivata a casa lei cosa ha fatto? Non l’avrà mica abbracciata?
«Non sono mica matta. Avevo già parlato con una mia amica oncologa - con la quale collaboro da tanti anni per la lotta contro il tumore al seno: un’eroina in prima linea che si trova con pazienti che hanno contratto anche il Coronavirus e mi ha detto di farla spogliare sul pianerottolo, di mettere i vestiti dentro un sacco per poi sterilizzare tutto e non abbracciarla, non baciarla anche se sarebbe stato difficile: sono stata con l’ansia per giorni. Dal suo arrivo non l’ho ancora abbracciata.
E con mio marito non solo non usciamo e stiamo a casa, ma non ci tocchiamo, non ci sfioriamo, non ci baciamo».
La vita ci sta mettendo di fronte alla possibilità di rivedere le nostre abitudini?
«Sì. Richiede il sacrificio ma è l’unico modo di amarci. Qui nessuno è sicuro di niente: io ti amo e per questo non ti tocco! L’amore passa per il rispetto per i nostri familiari e per il prossimo. Nel dubbio è corretto proteggerci e ribadisco che non si deve uscire di casa se non c’è una reale necessità. E quando si esce dobbiamo essere muniti di mascherina e guanti, rispettando le distanze di sicurezza».
Purtroppo questo sembra che alcuni italiani non l’abbiano ancora capito. Dal Nord sono scesi in massa sia al centro che al Sud contagiando altre persone. Sono ancora troppi i giovani che stanno vicini a chiacchierare, a fare sport all’aperto...
«Premetto che nel mio condominio abbiamo un giardino e quando i nostri figli scendono per l’ora d’aria stiamo tutti a controllare che stiano a distanza gli uni dagli altri. Credo che il nostro Paese per la prima volta stia dando una lezione al resto dell’Europa. Quelle persone, per fortuna poche, che ancora non hanno capito si devono rendere conto che è un’occasione per essere finalmente un esempio virtuoso per il mondo intero. Aldo Moro, di cui nei giorni scorsi ricorreva l’anniversario del suo rapimento, diceva: “Questo Paese non si salverà perché la stagione dei diritti e delle libertà si rivelerà effimera finché non nascerà un nuovo senso del dovere”. Oggi questo sembra scritto per noi. E coloro che ancora non hanno compreso che questa è una possibilità che per la prima volta può partire dalla nostra bella Italia, sono degli imbecilli. Il nostro non è solo il Paese dei furbetti ma di tante persone straordinarie che in maniera responsabile riusciranno a uscire da questa crisi».
Lei sarà Rita Levi Montalcini nell’atteso film di Alberto Negrin. Un evento che prima uscirà in sala per poi essere trasmesso su RaiUno. L’esempio della scienziata premio Nobel è più che mai importante in questo momento?
«Sono orgogliosa e onorata di aver interpretato questa donna che ha speso tutta la sua vita per la ricerca. Ho la fortuna di avere molti amici medici tra cui Walter Ricciardi, che faceva l’attore insieme a me da ragazzino, che mi hanno aiutata a comprendere meglio il lavoro dei ricercatori. I giovani ricercatori sono i nostri eroi, oggi più che mai. Tutti dovrebbero imparare da Rita Levi Montalcini lo studio e l’abnegazione per il proprio lavoro e per gli altri. Non ha senso questa vita se non la si dedica al prossimo, diceva. Questo era il suo credo».