Il Bonporti riparte, basta web «Fatta a distanza l'arte muore»
Dopo quasi tre mesi di silenzio le aule del Conservatorio Bonporti tornano a risuonare grazie al lavoro di tutto il personale dell'istituto, che si è impegnato al massimo per ri-accogliere gli studenti. In tempo di lockdown anche il Bonporti, come tutte le scuole e l'università si è adeguato alla didattica on line nonostante i limiti che la tecnologia non ha ancora risolto. Lavorare su piattaforme pensate per conferenze ed adattarle alla musica ha messo alla prova tutto il corpo docente, ma allo stesso tempo ha dato spunti per attivare progetti di ricerca in sinergia con altri enti e istituzioni del settore, anche per ovviare ai problemi tecnologici che rendono difficile fare lezioni di musica d'insieme a distanza.
«Sono stati mesi molto impegnativi - dice il direttore Massimiliano Rizzoli -; mentre all'esterno del Bonporti tutto era fermo, dentro si è lavorato alacremente per riuscire a portare alla firma del presidente Crescenzi un protocollo sanitario adeguato, che permettesse di far tornare gli studenti di musica "a casa" anche se solo per lo studio individuale»
E quindi già da una settimana la musica degli studenti del Bonporti si risente in piazza Fiera. Ora si sta programmando una sessione estiva di esami possibilmente in presenza, nel rispetto delle norme sanitarie.
«Un nodo che rimane ancora da risolvere aggiunge Rizzoli - riguarda in particolare quegli insegnamenti in cui non è possibile l'uso della mascherina e cioè canto e tutti gli strumenti a fiato; ci si sta rivolgendo al mondo dello spettacolo dal vivo per capire le soluzioni più efficaci».
Per l'organizzazione dell'attività di produzione occorrerà attendere qualche tempo però: non riascolteremo dunque ancora saggi, concerti, masterclass e tutta l'attività musicale rivolta al pubblico, ma che non può essere sostituita dal computer. Rizzoli è molto chiaro su questo punto: «La dimensione artistica è data dal respirare insieme e il respiro è, per assurdo, proprio l'attività più incriminata, perché è il respiro che porta il contagio. Non vorrei che si facesse strada l'idea che l'attività del Bonporti possa essere gestita attraverso piattaforme on line. Sarebbe la morte della formazione artistica, perché l'arte, come momento di comunicazione interpersonale, è completamente mancante a distanza».