Il pane, la terra: la nostra vita «Pasta Madre» di Vea Carpi non un libro di cucina: una filosofia
Come fa una toscana a lasciare la sua terra per finire a vivere in val dei Mocheni, aprire un minuscolo ristorante vegetariano in un maso, «Il Mas del Saro» e dedicarsi ad acqua e farina, dedicarsi alla terra.
Non è solo l'amore per il marito Renzo. È una filosofia esistenziale che si trasforma. È quello che esce da La Mia Pasta Madre. Il pane, i dolci, la vita in montagna , di Vea Carpi che per Raetia ha scritto un libro straordinario per chi ama tornare ai piaceri e ai sapori veri. In collaborazione con Irene Hager ha scritto non soltanto un libro di cucina, ma un libro sulla filosofia della vita, il segreto di una rinascita continua.
Il libro sta avendo un ottimo successo, perché sa abbinare l'insegnamento pratico di ricette gustose fatte con la pasta madre, con dolci, pani fragranti che tutti possono riuscire a fare, purché abbiano voglia di mettere le mani nella farina. Ma è questo il punto vero: non è solo un problema di ricette o di voglia, è il racconto di un nuovo paradigma, di una nuova vita a cui Vea Carpi è andata incontro a braccia aperte. Certo, troverete informazioni pratiche, ricette gustose, indicazioni meravigliose. Ma questo è un libro che si fa leggere anche per la prima parte, in cui Vea Carpi si racconta e spiega come è arrivata a un nuovo stadio della sua vita. Figlia di Umberto Carpi, di origine bolzanina, ex leader sessantottino, ma soprattutto grande studioso della letteratura italiana, lei deciderà di lasciare le colline, la mitezza toscana, per rifugiarsi nell'asprezza della val dei Mocheni. Realizzando che poteva essere felice.
Belle le foto della famiglia, ricche e importanti le ricette. Il libro si lascia leggere e conquista anche i profani di cucina, facendo capire come farina e acqua possono regalare grandi emozioni e possono raccontare storie di vita e paesaggi montani. E il passare delle stagioni viene interpretato attraverso le ricette di Vea Carpi. Fare il pane in casa le ha cambiato radicalmente la vita. E dentro tutto il racconto, il perno, il pilastro di una storia di vita è lei, la pasta madre, quell'impasto che sa di magia e che tutti i fornai conoscono. Un impasto che una volta veniva coltivato e protetto come fosse il sacro graal della nostra vita. Ed è tutto sommato solo farina e acqua.
Il libro, risultato di un anno e mezzo di lavoro con il supporto e la guida della educatrice e formatrice Irene Hager (che si è occupata della versione in lingua tedesca), è la raccolta di 54 ricette di ciò che si può realizzare con la pasta madre. Suddivise nelle quattro stagioni e intervallate da suggerimenti pratici (con illustrazioni di Giorgia Pallaoro ), contengono anche consigli sugli strumenti di cucina da utilizzare, i tempi utili e aneddoti e fotografie, che trasformano ciascuna ricetta in un racconto di ciò che succede nella vita di Vea, nel suo maso, con la sua famiglia.
Vea Carpi ci racconta il pane del bosco, le treccine dolci, gli scones al sambuco e semi di finocchio, le brioches di montagna, i meravigliosi waffle al farro fatti con gli avanzi di pasta madre e anche molto altro. Per chi ha avuto modo di conoscerla, di assaggiare i suoi piatti, sentirà qui in ogni spiegazione l'eco della sua voce, che guida il lettore e lo fa sentire partecipe di un rito antico, che diventa imprescindibile.
La pasta madre è la semplice miscela di acqua e farina che crea un ambiente perfetto per lo sviluppo dei lieviti naturali.Panificare con la pasta madre, ci spiega nel libro Vea Carpi, non è solo una filosofia di vita, ma convince anche per molte ragioni puramente pratiche. Il pane fatto con il lievito madre ha un sapore più pieno, più ricco ed è più facilmente digeribile. La sua pasta madre arriva dalla Calabria e lei la coltiva, la segue, giorno dopo giorno. Perché questo è l'altro insegnamento, oltre alla consapevolezza della vita: la pazienza.
Vea Carpi in collaborazione con Irene Hager, La mia pasta madre, Raetia, 272 pagine, 24,90 euro