Si apre il Trento Film Festival, il primo in Italia a ritornare nelle sale - IL PROGRAMMA
Oggi l'inaugurazione e la prima proiezione per l'atteso evento dedicato alla montagna, che prosegue fino al 9 maggio proponendo appuntamenti dal vivo e molte proposte da seguire in streaming
TRENTO. Oggi si apre il Trento Film festival.
L'attesissimo appuntamento, fino al 9 maggio, in versione in parte online ma anche dal vivo, sarà inaugurato ufficialmente oggi, anche se le proiezioni vere e proprie (soprattutto il concorso), che sono il cuore della rassegna di montagna inizieranno solo domani.
Quello che conta, anche se con posti ridotti, il Festival torna in sala, in particolare al cinema Modena, primo festival di cinema a farlo, mantenendo al contempo la piattaforma online su cui, con una modesta spesa tutti potranno vedere i film in programma: 98, di cui 23 in corsa per la Genziana d’oro. Primo appuntamento già da stamattina.
- Ore 18 inaugurazione ufficiale con MAURO LEVEGHI, LUANA BISESTI, SERGIO FANT E ALBERTO FAUSTINI
Il Presidente del Trento Film Festival Mauro Leveghi, la direttrice Luana Bisesti e Sergio Fant, responsabile del programma cinematografico, converseranno assieme al direttore del quotidiano L’Adige Alberto Faustini.
- Alle ore 21 «MILA»
Stasera l’evento principale che inaugura la manifestazione: il corto animato «Mila» di Cinzia Angelini, che sarà anche disponibile, gratuitamente, sulla piattaforma online.trentofestival.it.
Il progetto, lungo dieci anni e che ha visto il coinvolgimento di un team internazionale di 350 volontari, sarà presentato in un evento speciale, solo online, dalla regista e alcuni dei collaboratori: accanto alla regista Cinzia Angelini, Valerio Oss, artista degli effetti visivi con importanti collaborazioni internazionali (tra cui Harry Potter and The Deathly Hallows, 127 Hours), il compositore Flavio Gargano, Valentina Martelli, Executive Producer del film. Modera l’incontro Piera Detassis, presidente dell'Accademia del Cinema Italiano - Premi David di Donatello.
Il film è patrocinato dall’Unicef, la cui presidente della sezione italiana, Carmela Pace, ha detto che «Oggi più che mai abbiamo bisogno di comunicare ai bambini messaggi che contribuiscono a una loro positiva maturazione e allo sviluppo della consapevolezza, in particolare sui loro diritti».
Pace ha ricordato il valore di questo film, anche perché ancora oggi la guerra è la dura realtà di milioni di bambini in diverse aree nel mondo. «Mila ci ricorda che quando la guerra finisce, qualsiasi essa sia, rifiorisce la vita».
Il film di Cinzia Angelini sarà anche trasmesso nel 2022 da Rai Gulp. Terminata la presentazione saranno accesi ufficialmente i riflettori sul 69° Trento Film Festival, prima manifestazione cinematografica in Italia a tornare nelle sale.
E da domani al via con ottimi film, tra cui «Paolo Cognetti. Sogni di Grande Nord», che va in sala domani alle ore 20.
Per assistere alle proiezioni senza assembramenti alle casse e all’ingresso si raccomanda fortemente l’acquisto dei biglietti online, scegliendo film e proiezione dal sito o tramite la app del festival.
Nelle giornate di proiezione l’acquisto di biglietti e abbonamenti alla cassa del Multisala G. Modena è comunque possibile, nel rispetto delle norme di sicurezza, dalle 14.30 alle 21.00.
LA SCHEDA
Dopo un’edizione 2020 posticipata e in modalitaà “ibrida”, il 69. Trento Film Festival
torna nelle tradizionali date primaverili, rinunciando a malincuore alle proiezioni in sala,
ma confermando lo streaming che tanto successo ha riscosso l’anno scorso, con quasi
25mila visioni di film online.
«Cambiano le modalitaà , ma la selezione non eà meno ricca, variegata e ambiziosa: 98 le
opere in programma nelle 8 sezioni, provenienti da 31 paesi di produzione, il 30% in
anteprima internazionale e il 50% in anteprima italiana» spiega Sergio Fant,
responsabile della programmazione cinematografica. «23 i film in Concorso, 14
lungometraggi e 9 cortometraggi, per 18 anteprime tra italiane e internazionali, e la
presenza di 9 registe donne: sono numeri importanti e densi di significato, per una
rassegna che si dimostra anche quest’anno piuà forte dell’emergenza, e che danno il senso
di vitalitaà di un settore che – nonostante tutte le difficoltaà che lo hanno investito – ha
ancora forza, idee e passione», continua Fant.
Tra le anteprime piuà attese i due lungometraggi italiani in Concorso, con due
protagonisti del mondo della cultura di montagna, e non solo: Paolo Cognetti. Sogni di
Grande Nord di Dario Acocella, una produzione Samarcanda Film con Feltrinelli Real
Cinema e Rai Cinema e il sostegno della Film Commision Valle d’Aosta, prossimamente in
uscita al cinema con Nexo Digital, segue lo scrittore Premio Strega in un viaggio tra le
Alpi e l’Alaska, accompagnato dall’ amico Nicola Magrin, sulle tracce dei suoi maestri
letterari; La casa rossa di Francesco Catarinolo, prodotto da Tekla Films e Vidicom
Media con il sostegno di Piemonte Doc Film Fund e IDM Film Fund & Commission,
documenta la vita e il lavoro, ai tempi del Covid, dell’esploratore altoatesino Robert
Peroni, da 30 anni stabilitosi in una comunitaà sulla costa orientale della Groenlandia,
paese a cui eà dedicata l’intera sezione Destinazione di quest’anno.
I film di apertura e chiusura, entrambi in anteprima assoluta, riaffermano il legame
tra il festival, Trento e il Trentino, anche in un’edizione “virtuale”: il giaà annunciato
stupefacente cortometraggio animato digitale Mila della trentina a Hollywood Cinzia
Angelini, ispirato ai racconti d’infanzia della madre dei bombardamenti su Trento
durante la Seconda Guerra Mondiale, apriraà il programma il 30 aprile; mentre a
chiuderlo sabato 8 maggio saraà il debutto di N-Ice Cello - Storia del violoncello di
ghiaccio di Corrado Bungaro, documentazione del viaggio dai ghiacciai delle Dolomiti al
Mediterraneo, passando per il MUSE di Trento, di uno strumento musicale unico al
mondo.
Tra i temi che spiccano nel programma, l’impatto della pandemia su comunitaà e
attivitaà di montagna (oltre a La casa rossa, anche in Contagion, Con il sorriso,
Metanoia); una benvenuta diversitaà di genere ed etnica anche nel mondo della
montagna (l’alpinista marocchina Bouchra Baibanou sull’Everest di Al Qimma, la
climber iraniana Nasim Eshqi in Climbing Iran, i ragazzi afroamericani alla scoperta
dell’avventura e dell’arrampicata in That’s Wild e Black Ice); i misteri e le forze della
natura, e in particolare del regno vegetale (The Magic Mountain, Mujer Medicina,
Pushed up the Mountain, Vestigios); oltre che argomenti sempre centrali per il festival
come l’inquinamento (in Himalaya in Songs of the Water Spirits o dietro casa in
PrimAscesa - La montagna creata dall'uomo), e il cambiamento climatico, su cui si
concentra la sezione MUSE.doc con The Magnitude of All Things e Now, e al centro di
opere dal taglio diverso come Icemeltland Park e Aletsch Negative, entrambe in
Concorso.
La selezione cinematografica del 69. Trento Film Festival saraà accessibile a partire dal
30 aprile sulla piattaforma di streaming all’indirizzo online.trentofestival.it.
Nuovi film si aggiungeranno alla piattaforma ogni giorno fino all’8 maggio, restando
successivamente disponibili per un’intera settimana, o fino al raggiungimento del limite
di 500 visioni. La piattaforma saraà attiva fino al 16 maggio.
Il conveniente Trento FF online pass a 25€ consente di accedere all’intero programma
durante le oltre due settimane di streaming. Il noleggio dei singoli film eà gratuito fino ai
30 minuti di durata, al costo di 3€ per i mediometraggi fino ai 60 minuti, e di 5€ per i
lungometraggi.
CONCORSO
Non solo le attese anteprime Paolo Cognetti. Sogni di Grande Nord sul viaggio dello
scrittore in Alaska, e La casa rossa su Robert Peroni in Groenlandia, raccontano storie a
cavallo tra paesi e culture. Lo stesso accade in tutti gli altri film di produzione e co-
produzione italiana in gara per le Genziane: Bosco di Alicia Cano Menoni eà il frutto di un
lavoro di anni tra l’Uruguay, dove la regista eà nata, e il minuscolo paesino sull’Appennino
da cui emigroà la sua famiglia, oggi quasi spopolato; Die letzten Österreicher
dell’altoatesino Lukas Pitscheider si immerge tra gli ultimi membri di una comunitaà di
origine austriaca e lingua tedesca tra i monti dell’Ucraina; Icemeltland Park di Liliana
Colombo, artista che vive nel Regno Unito, eà uno sguardo caustico e originale sul
riscaldamento globale, che ironizza sulla nostra inconsapevolezza; Le grand viveur di
Perla Sardella, anche lei artista visiva, ricorre al riutilizzo di filmati amatoriali per
ritrarre la comunitaà Walser piemontese.
Viaggi e attraversamenti di confini sono al centro di altri lavori: in chiave avventurosa,
tra sport estremo e Guerra Fredda, in Godspeed, Los Polacos! di Adam Nawrot
sull’incredibile vicenda di un gruppo di studenti polacchi in fuga dal regime comunista
per esplorare i fiumi d’America; in chiave sociale in Holy Bread di Rahim Zabihi, che
segue il massacrante e rischiosissimo lavoro dei portatori clandestini di merci attraverso
le montagne tra Iran e Iraq; in chiave naturalistica in Pushed up the Mountain di Julia
Haslett, che dall’analisi della diffusione del rododendro sviluppa un affascinante discorso
su post-colonialismo e ambiente; e di nuovo toccando il tema del cambiamento climatico
in Chaddr - A River Between Us di Minsu Park, sull’ultimo viaggio a piedi di una
bambina verso la sua scuola, attraverso le spettacolari montagne del Kashmir, lungo un
fiume ghiacciato che presto non saraà piuà percorribile.
Alpinismo come sempre protagonista del Concorso, con tre lungometraggi e un corto,
tutti in anteprima italiana: nel pluripremiato The Wall of Shadows, prossimamente al
cinema grazie a Mescalito, Eliza Kubarska segue il drammatico tentativo di salita
invernale alla vetta himalayana del Kumbhakarna da parte del polacco Marcin
Tomaszewski e dei russi Dmitry Golovchenko e Sergey Nilov, in parallelo al lavoro e ai
conflitti della famiglia Sherpa che li accompagna; Here I Am, Again di Polly Guentcheva eà
uno sfaccettato ritratto dell’alpinista d'alta quota e zoologo bulgaro Boyan Petrov, e la
cronaca dell’operazione di salvataggio internazionale senza precedenti che scatta in
seguito alla sua scomparsa sullo Shishapangma, uno degli ultimi “ottomila” che
mancavano al suo curriculum; Al Qimma di Mehdi Moutia ha in Bouchra Baibanou una
protagonista atipica: una donna marocchina folgorata dalla passione per la montagna,
che affronta l’Everest con uno slancio che sfiora il misticismo; e infine, dall’Himalaya alle
Alpi, La Brenva en hiver del francese Thibaut Sichet, ricostruzione della disavventura di
due giovani alpinisti sul Monte Bianco negli anni ‘60, attraverso materiali d’archivio.
Tra paesaggi piuà familiari, ma non meno misteriosi e affascinanti, ci portano gli ultimi
tre lungometraggi in competizione: Anche stanotte le mucche danzeranno sul tetto di
Aldo Gugolz eà il ritratto di un alpeggio in Ticino e del suo inquieto titolare, cui si intreccia
il mistero di una morte, o forse di un omicidio; The Magic Mountain degli artisti visivi
Eitan Efrat e Daniel Mann eà la ricognizione di tre luoghi in Europa dove grotte, tunnel e
cave hanno aperto vie di comunicazione fisiche e simboliche con le forze della montagna
e del sottosuolo; Dear Werner (Walking on Cinema) di Pablo Maqueda, infine, riporta
al festival la figura e la voce di Werner Herzog, ripercorrendo il viaggio a piedi da
Monaco a Parigi che il regista tedesco fece nel 1974 per propiziare la guarigione della
sua mentore Lotte Eisner, narrato nel suo libro Sentieri nel ghiaccio.
I restanti cortometraggi completano il giro del mondo proposto da questo Concorso:
Mundo di Ana Edwards dalle Ande cilene, Espiritos e Rochas: um Mito Açoriano di
Aylin Goö kmen dai vulcani delle Azzorre, One Day di Jiang Jin dalla Cina profonda,
Reserve di Gerard Ortíín Castellvíí dai Pirenei, Sous les pins di Seíbastien Baillou e Aletsch
Negative di Laurence Bonvin dalle Alpi.
ANTEPRIME E PROIEZIONI SPECIALI
Due le proposte fiction della sezione Anteprime, diversissime tra loro: un
sorprendente film filosofico in costume ambientato tra le Alpi, e un futuribile cult
animato d’avventura acclamato nel mondo, presentato per la prima volta in Italia: The
Trouble with Nature del danese Illum Jacobi eà un'allegoria romanzata e assurda, che ci
riporta all’anno 1769, quando il filosofo inglese Edmund Burke, in fuga da Londra, parte
per un grand tour sulle Alpi, per completare la scrittura del suo trattato sul sublime, che
diventeraà celebre come uno dei primi tentativi di interpretare la relazione dell’uomo con
la natura; Away eà stato realizzato dal giovanissimo regista lettone Gints Zilbalodis in
totale autonomia, durante tre anni di animazione solitaria al computer, e racconta senza
parole, utilizzando solo potenti immagini digitali, l’avventura di un ragazzino su un’isola
deserta, in fuga da una incombente minaccia, tra foreste e montagne.
Oltre ai giaà citati eventi di apertura e chiusura, rispettivamente il cortometraggio
animato Mila e il documentario N-Ice Cello - Storia del violoncello di ghiaccio,
completano le Proiezioni speciali: l’omaggio al regista e produttore trentino e amico del
festival recentemente scomparso Aurelio Laino, con la proiezione di un episodio della
serie documentaria 68 da lui prodotta e diretta; la presentazione in collaborazione con
Sondrio Festival del documentario La taiga. Le foreste del Grande Nord di Kevin
McMahon; e lo spazio dedicato alle produzioni sostenute dallo sponsor del festival
Montura, con le anteprime di Il Brenta raccontato a mio figlio di Alessandro De
Bertolini e Lorenzo Pevarello, e Venìa di Emanuele Confortin.
TERRE ALTE
Nella sezione dedicata al presente e futuro di popoli e territori di montagna sono due
le opere italiane, e arrivano entrambe dal Nord-Est: Movida di Alessandro Padovani eà un
lavoro ibrido sulla vita di un gruppo di adolescenti nelle prealpi bellunesi, che ha il
coraggio di smarcarsi dall’impostazione documentaria per rischiare, in collaborazione
con i protagonisti, la creazione di una visione e un racconto originali; L'atlante della
memoria di Dorino Minigutti prende invece le mosse dal Friuli del linguista Ugo Pellis,
per tornare 80 anni dopo, nella sua regione e in Sardegna, sui luoghi studiati e fotografati
nell’ambito delle sue pionieristiche ricerche per l’Atlante Linguistico Italiano.
Due documentari ci portano in America Latina, immergendosi nelle tradizioni e nella
natura del continente: Mujer Medicina di Daiana Rosenfeld racconta l’iniziazione di una
donna, nel profondo della foresta tropicale peruviana, alle pratiche terapeutiche e
spirituali della medicina tradizionale indigena, tra erbe officinali e piante allucinogene
come l’ayahuasca; al fascino e ai segreti del regno vegetale eà dedicato anche l’ipnotico
Vestigios di Brian Cullen, che ha come protagonista l’albero dell’araucaria, tipico delle
pendici delle Ande meridionali e della Patagonia, testimone resistente attraverso i
millenni, ora a rischio per colpa del cambiamento climatico.
Arrivano dall’Asia gli ultimi tre lungometraggi e un cortometraggio in Terre alte:
Songs of the Water Spirits dell’italiano Nicoloà Bongiorno ci porta nello splendido
Ladakh per raccontare la profonda trasformazione della regione montuosa dell’India, e
come metta a rischio un ambiente unico; scenari simili in Baato degli americani Lucas
Millard e Kate Stryker, sulla migrazione di una giovane famiglia nepalese lungo il
percorso di un'autostrada in costruzione, che cambieraà per sempre il volto della loro
valle; dello stesso autore, l’iraniano Arman Gholipour Dashtaki, sono invece il
cortometraggio Khoniyar's Children, impressionante ritratto di famiglia rurale, e uno
dei film in programma piuà in sintonia con il nostro tempo, ovvero Contagion, che mostra
l’impatto della pandemia sullo stile di vita della tribuà nomade dei Bakhtiari.
Quattro cortometraggi completano la sezione: dalla Spagna Gorria di Maddi Barber,
dall’Asia Centrale Beyond the Glacier dello spagnolo David Rodrííguez Munñ iz, sulla
geopolitica delle risorse idriche, da St. Moritz in Svizzera lo spassoso Haeberli di Moritz
Mueller-Preisser, e dal confine tra Italia e Francia 400 paires de bottes di Raphaeö l
Botiveau e Heí leàne Baillot, che riporta al festival il racconto del pericoloso
attraversamento delle Alpi da parte dei migranti, e il lavoro dei volontari per evitare che
muoiano di freddo nella neve, impreparati alle condizioni da affrontare.
ORIZZONTI VICINI
Sei tra lungo e mediometraggi e 10 cortometraggi, per la maggior parte di giovani
autori, nella sezione dedicata a storie, scenari, produzioni e autori del Trentino-Alto
Adige, in collaborazione con Trentino Film Commission.
Orizzonti vicini parte quest’anno da... lontano, dal sud del Brasile, dove si insediarono
migliaia di famiglie di emigranti trentini e veneti che, col duro lavoro di generazioni,
hanno fatto di quella regione la patria della viticoltura brasiliana: Legado Italiano di
Maí rcia Monteiro, in anteprima internazionale, racconta l’epopea di una delle piuà grandi
migrazioni dell’era moderna, e i legami odierni tuttora forti tra gli eredi e i paesi di
origine tra le montagne e nelle pianure del Triveneto.
Altre migrazioni, questa volta moderne, sono al centro di Capaci di volere, co-regia
tra Paolo Vinati e la poetessa altoatesina Roberta Dapunt, su un progetto di accoglienza e
integrazione in Val Pusteria, Senza voce, la storia di Stregoni di Joe Barba, sulla storia
della band mutante e multietnica ideata dal musicista trentino Johnny Mox e dal
veronese Above the Tree, e Walk & talk! - Con gli occhi dell'altro di Sara Cao, cronaca di
un trekking interculturale ideato per scambiare storie e sapori.
L’ambiente e in particolare la sovrapproduzione di rifiuti sono al centro del film piuà
sorprendente di questa 69. edizione: PrimAscesa - La montagna creata dall'uomo di
Leonardo Panizza, in anteprima assoluta, mescola parodia del cinema alpinistico e
attivismo ambientalista, nella cronaca dell’epica e insieme comica conquista da parte di
due avventurieri sui generis di una montagna... di spazzatura.
Da altre angolazioni parlano di cura del territorio, attraverso il lavoro di chi vive le
montagne trentine, anche Diga di Emanuele Confortin, su una famiglia di pastori
transumanti, Paesaggi del cibo di Andrea Colbacchini e Michele Trentini, sul rapporto
tra biodiversitaà e gastronomia, III sentiero di Luca Albrisi, sulla tradizione della gestione
comunitaria delle risorse nelle valli trentine, e Con il sorriso di Andrea Azzetti, sulla
riapertura di un rifugio dolomitico nell’estate segnata dal Covid.
Torna al festival anche il racconto del post tempesta Vaia, con la prima mondiale di
Schianti di Tobia Passigato, in cui il regista raccoglie i ricordi di alcuni abitanti delle valli
del Trentino di quella notte dell’ottobre 2018, e Troiane di Stefano Santamato, che segue
il viaggio di alcuni delle centinaia di migliaia di alberi abbattuti, dalle Alpi al Teatro Greco
di Siracusa, dove diventano protagonisti di un impressionante allestimento.
Ambientazione e tema diversi per il nuovo film di Stefano Lisci, che torna al festival
dopo il successo di Bar Mario: Luca+Silvana eà il commovente racconto agrodolce della
storia d’amore tra due adulti affetti da Sindrome di Down, a Bolzano, e del loro ostinato
sogno di sposarsi e vivere finalmente insieme.
Completano il programma i cortometraggi 1934 di Michele Bellio, che si cimenta
nell’evocazione di una vicenda familiare attraverso l’uso di una serie di immagini
fotografiche e della voce, Herz-Jesu-Feue di Irene Dorigotti, sperimentazione a cavallo
tra documentario, storia e religione, Ein Mann zu sein di Felix Rier, fulminante
riflessione ispirata dall’ennesimo caso di violenza di genere, e Détour di Alessio Vasarin,
presentato in collaborazione con BZ48H Short Film Contest di Bolzano, concorso
cinematografico per la realizzazione di cortometraggi nel tempo limite di 48 ore.
ALP&ISM
Al meglio della recente produzione internazionale di alpinismo e avventura eà come
sempre dedicata la sezione Alp&ism, che presenta 13 tra lungo e mediometraggi, e 10
cortometraggi.
Grandi protagonisti dell’alpinismo e dell’arrampicata italiani in quattro anteprime
mondiali: la campionessa altoatesina di scalata su ghiaccio e dry tooling Angelika Reiner
in My Upside Down World della regista Elena Goatelli, ritratto intimo di un’atleta d'eí lite
in una fase decisiva del suo percorso di maturazione umano e sportivo; Herveí Barmasse,
anche co-regista insieme a Alessandro Beltrame, in Cervino, la Cresta del Leone, in cui
l’alpinista valdostano in veste di guida e divulgatore ci accompagna lungo una delle vie
piuà celebri delle Alpi; e la nuova stella del climbing Laura Rogora, in ben due film:
58BPM- Battiti al minuto di Marco Zingaretti. in cui insieme ad altri due giovani atleti di
altre discipline, accompagnati dalle parole di Paolo Cognetti, racconta la difficoltaà di
restare concentrati e al top durante la pandemia, e Never Give Up, ritratto firmato da
Pietro Bagnara.
Altre donne protagoniste in parete in Climbing Iran di Francesca Borghetti, giaà
apprezzato a livello internazionale, sulla scalatrice iraniana Nasim Eshqi alle prese nel
suo paese con pregiudizi e discriminazione nei confronti delle donne, e sulle Dolomiti
con l’apertura di una nuova via; in Dream Mountain di Cira Crowell, che attraverso la
figura della guida alpina nepalese Pasang Lhamu Sherpa Akita affronta il rapporto tra
rischi dell’alpinismo estremo e aspirazione alla maternitaà ; e a suo modo anche nell’animazione in stop
motion El gran hito di Ignasi Loí pez Faàbregas, che con i suoi
pupazzi e senza parole evoca una storia di alpinismo vecchia maniera e paritaà di genere.
Dopo un anno che ha visto l’esplosione del movimento Black Lives Matter, non eà un
caso che arrivino al festival ben due film che mettono al centro la questione razziale:
That’s Wild di Michiel Thomas segue l’esperienza di tre adolescenti di colore
svantaggiati di Atlanta, durante un campo scolastico estivo che li porteraà per la prima
volta tra le Montagne Rocciose; Black Ice di Zachary Barr e Peter Mortimer racconta
l’avventura di un gruppo di membri di una palestra di arrampicata di Memphis, nata per
offrire un’alternativa a vita di strada e delinquenza, alla scoperta delle cascate di ghiaccio
del Montana, guidati da una leggenda come Conrad Anker.
Grandi protagonisti dell’alpinismo anche in Everest - The Hard Way di Pavol Baà rabasš ,
in cui Chris Bonington rievoca la tragica spedizione del 1988 di quattro scalatori
slovacchi lungo la via piuà difficile al “tetto del mondo”, e La montaña desnuda di Alex
Txikon, in cui lo scalatore basco ripercorre le sue spedizioni invernali al Nanga Parbat,
insieme a Simone Moro e a due alpinisti entrambi recentemente scomparsi come
l’italiano Daniele Nardi, caduto sulla stessa montagna nel 2019, e il pakistano Ali
Sadpara, disperso sul K2 nel febbraio 2021 con l'islandese John Snorri e il cileno Juan
Pablo Mhor.
Nuove generazioni ed esperienze in Beyond the Summits di Feline Gerhardt, con il
26enne tedesco Jost Kobusch, nuovo protagonista dell’alpinismo estremo solitario, e
Cavalli bardati di Fulvio Mariani, con i Ragni di Lecco Matteo Della Bordella, Matteo De
Zaiacomo e Luca Schiera alle prese con l'inviolata parete Ovest del Bhagirathi IV, in India.
Ma nuovi approcci possono venire anche da un cambio di prospettiva, come in
Cinquanta passi di Niccoloà Aiazzi: per Michele Cucchi, esperta guida alpina e
soccorritore, la sfida non eà conquistare nuove vette, ma sviluppare progetti per la
conservazione di un ecosistema sempre piuà fragile.
Dall’alpinismo all’arrampicata con L'escalade libérée di Benoíît Regord, protagonista
il noto scalatore-performer francese Antoine Le Menestrel, e Makatea Vertical
Adventure di Guillaume Broust, che mostra come il free-climbing aiuti a far rinascere
una paradisiaca isola del Pacifico.
Gli sport invernali ed estremi sono rappresentati dallo spettacolare Spellbound di
Richard Sidey, originale condivisione dell’esperienza di un base jumper; da Metanoia di
Florian Gassner, in cui un team di freerider e snowboarder rimane bloccato ad alta quota
dalla pandemia; North Country di Nick Martini, ritratto del piuà antico negozio di articoli
per l’outdoor degli Stati Uniti; Dry Refuge di Ruben Crespo, immaginifico resoconto della
quarantena dal punto di vista di un canoista estremo; e Confessions of a Runner di
Khattar Bachar, che segue l’ultrarunner Patrick Vaughan all’inseguimento di un nuovo
record sulle montagne del Libano.
Infine, non possono mancare l’avventura e l’esplorazione classiche, con l’anteprima
italiana di Selma – An Adventure From the Edge of the World di Maciej Jabłoní ski,
affascinante resoconto, tra paesaggi mozzafiato, del viaggio di 4 mesi dell'equipaggio di
7
uno yacht polacco nelle acque piuà difficili del mondo, per raggiungere la mitica Baia delle
Balene in Antartide, il punto piuà meridionale della mappa marina mondiale.
MUSE.DOC
Proposta in collaborazione con il MUSE - Museo delle Scienze di Trento, la sezione si
orienta a partire da questa edizione interamente sul racconto dell’emergenza ambientale
e climatica, una prioritaà sia per il festival che per l’istituzione con sede nel noto edificio
disegnato da Renzo Piano.
Due documentari affrontano il tema riscaldamento globale di petto: The Magnitude
of All Things, della canadese Jennifer Abbott, in anteprima italiana, traccia un parallelo
efficace e commovente tra il lutto vissuto dalla regista per la scomparsa della sorella e la
perdita del territorio subita da tante comunitaà , in aree diverse del pianeta, a causa del
cambiamento climatico; il fotografo tedesco Jim Rakete, alla sua prima regia, con Now si
dedica invece a celebrare quel movimento globale che, ispirato dalla giovane svedese
Greta Thunberg e dagli inglesi di Extinction Rebellion, e concretizzatosi nella
manifestazioni dei Fridays for Future, hanno assunto consapevolezza della gravitaà della
situazione, reclamando scelte politiche e strategiche all’altezza.
Completa la sezione Wood, diretto da Monica Laăzurean-Gorgan, Michaela Kirst e Ebba
Sinzinger, su un tema che sta particolarmente a cuore al festival, quello delle foreste e in
particolare del disboscamento abusivo, ulteriore contributo agli squilibri ecologici
globali, oltre che causa di devastazione di intere aree naturali. L’appassionante
documentario segue le arrembanti inchieste di Alexander von Bismarck della
Environmental Investigation Agency, che travestito e armato di camera nascosta indaga i
traffici mondiali della mafia del legname.
GIURIA
La giuria internazionale del Concorso 2021 eà composta da tre membri stranieri, da
Svizzera, Argentina e Groenlandia, quest’ultimo nel quadro del progetto dedicato al
paese artico con la sezione Destinazione, e due italiani, che a confermare il legame del
festival con il territorio sono originari proprio del Trentino-Alto Adige: una di Trento e
l’altra di Bolzano. Per la prima volta nella storia del festival la giuria vede una
maggioranza femminile, a conferma dell’impegno costante per la paritaà di genere.
I giurati che assegneranno le Genziane d’Oro e d’Argento della 69. edizione sono:
Cinzia Angelini, originaria di Trento, dal 1993 lavora come animatrice e in seguito
come story artist per produzioni di film d’animazione. Nel 1997 si trasferisce a Los
Angeles dove avvia con Dreamworks la sua carriera americana, che ľha portata a
collaborare con i piuà importanti studios di Hollywood.
Maura Delpero, nata a Bolzano, si eà formata e lavora a Buenos Aires. I suoi
documentari hanno ottenuto riconoscimenti al Torino Film Festival e la nomina ai David
di Donatello. Il suo primo film di finzione Maternal eà stato presentato in Concorso al 72.
Locarno Film Festival, dove ha vinto 4 premi. Da allora eà stato selezionato in oltre 70
festival , ricevendo piuà di 20 riconoscimenti.
Anne Delseth, svizzera, membro del comitato di selezione della Quinzaine des
Reíalisateurs di Cannes dal 2012, ha diretto per 7 anni il Master HEAD (Ginevra) e l'ECAL
in Film Studies a Losanna. EÈ anche programmatrice dell'Angers Film Festival, direttrice
artistica dell'Ulaanbaatar International Film Festival in Mongolia e consulente del
Neuchaî tel Fantastic Film Festival e dello Zuö rich Film Festival.
Emile Péronard, nato a Copenhagen nel 1979, ma cresciuto a Nuuk, in Groenlandia, eà
co-proprietario di societaà di produzione sia a Copenhagen che a Nuuk. Mira a costruire
un ponte tra l'Europa e l'Artico, producendo e distribuendo storie autentiche in un
contesto groenlandese per un pubblico internazionale.
Nahuel Uria, nato a Ushuaia in Argentina nel 1979, produttore dell’Ushuaia SHH…
International Mountain Film Festival, gestisce mostre d'arte, conferenze,
programmazioni speciali e spettacoli. Lavora come guida turistica nella Terra del Fuoco,
in Patagonia del Sud, guidando escursioni di sci di fondo e di kayak. EÈ anche musicista,
con due album all’attivo.
PREMI SPECIALI
Oltre ai premi ufficiali del Concorso, il Trento Film Festival assegna anche due premi
del pubblico:
Premio del pubblico – DAO-Conad al film piuà votato dal pubblico tra i
lungometraggi in Concorso.
Premio del pubblico – Rotari al film di alpinismo, arrampicata e avventura, di
qualsiasi durata, piuà votato dal pubblico tra tutti quelli in programma.
e dieci riconoscimenti speciali, accompagnati da premi in denaro, offerti dai partner
del festival e attribuiti da giurie indipendenti:
Premio CinemAMoRE, alla miglior opera della sezione Orizzonti Vicini, istituito
da Rassegna Internazionale Cinema Archeologico di Rovereto, Trento Film
Festival e Religion Today Filmfestival.
Premio Dolomiti Patrimonio Mondiale UNESCO, al miglior film che documenti
la consapevolezza delle comunitaà rispetto agli eccezionali valori universali
riconosciuti da UNESCO, istituito da Fondazione Dolomiti UNESCO e SAT Societaà
Alpinisti Tridentini.
Premio Forum per la Pace e i Diritti Umani, al film che esprima in maniera piuà
efficace i valori della cultura della pace, rispetto dei diritti umani,
autodeterminazione dei popoli, denuncia della guerra e diritto ad uno sviluppo
sostenibile, istituito dal Forum per la Pace e i Diritti Umani del Consiglio della
Provincia Autonoma di Trento.
Premio Lizard – Viaggio e avventura, al film che esprime in maniera piuà efficace
il senso del viaggio come momento di contatto con la natura, con culture, usi,
costumi e tradizioni, istituito da Lizard.
9
Premio Museo Usi e Costumi della Gente Trentina, al film che meglio
rappresenti con rigore etnoantropologico usi e costumi delle genti della
montagna, Istituito dal Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina.
Premio MUSE Videonatura, all'opera piuà originale, per soggetto, sceneggiatura e
montaggio, nel racconto di temi quali natura, ambiente, sostenibilitaà e
cambiamenti climatici, istituito dal MUSE - Museo delle Scienze.
Premio “Mario Bello”, al film che meglio rispecchia i valori e gli ideali del Club
Alpino Italiano, istituito dal Centro di cinematografia e Cineteca del Club Alpino
Italiano.
Premio RAI, al miglior documentario d’attualitaà , istituito dalla Sede Rai di
Trento.
Premio Solidarietà Cassa Rurale di Trento, all’opera che meglio interpreta le
situazioni di povertaà , ingiustizia, emarginazione ed isolamento sociale, istituito
dalla Cassa Rurale di Trento.
Premio Studenti Università di Trento, Bolzano e Innsbruck, a un’opera di
particolare valore culturale realizzata da un autore di etaà inferiore ai 33 anni.