Arriva il film su Roby Baggio, è stato girato in Trentino
«Il Divin Codino» presentato oggi alla stampa: disponibile sulla piattaforma Netflix dal 26 maggio
ROMA. "A un certo punto della mia vita mio padre era diventato come un nemico perché era sempre rigido, severo, ma alla fine è stato lui la base di un'educazione che mi ha imposto di non arrendermi mai, di non mollare, di andare sempre oltre. A volte si hanno problemi con i genitori, ma poi ci si accorge di loro quando non ci sono più".
Così oggi Roberto Baggio parla visibilmente commosso del padre Florindo, scomparso l'anno scorso. L'occasione è stata l'incontro stampa in remoto del film «Il Divin Codino» di Letizia Martire, biopic sulla sua carriera targata Netflix, in associazione con Mediaset, e girato in Trentino, che sarà disponibile sulla piattaforma dal 26 maggio.
Un incontro stampa in cui il campione racconta anche del famoso rigore dei mondiali 1994, di karma, buddhismo, codino e potere della volontà.
«Il Divin Codino», con il soggetto e la sceneggiatura di Ludovica Rampoldi e Stefano Sardo, mette in scena, con i giusti tempi drammaturgici e tanta musica, i 22 anni di vita agonistica di un campione di calcio 'anomalo' come è stato Baggio, anche sulle note di «L'uomo dietro il campione» di Diodato. E proprio come indica il titolo di questa canzone, mette in scena la vita privata, familiare, di Baggio (interpretato da un credibilissimo Andrea Arcangeli), soprattutto il rapporto con un padre burbero che doveva gestire, insieme alla moglie Matilde, una famiglia composta da otto figli.
Si parte dagli esordi di Baggio nelle fila del Lanerossi Vicenza, passando poi al controverso calcio di rigore della finale di Coppa del Mondo 1994 tra Italia-Brasile, fino al mondiale mancato del 1998. E ancora i suoi terribili incidenti, l'amore e odio con i suoi tifosi e con gli allenatori (con il sospetto che gli facessero ombra) e, non ultimo, la sua adesione al buddhismo aderendo alla setta Soka Gakkai nel 1988.