Frida Bollani Magoni: «Sono curiosa di scoprire i suoni in montagna»
Intervista con la giovane pianista e cantante, che sarà in concerto domani, mercoledì, alle 12, a Malga Brenta Bassa, per un nuovo appuntamento della rassegna i Suoni delle Dolomiti. «Fra i monti proporrò alcuni inediti e brani contenuti nel disco Primo Tour uscito, un album di cover registrato durante alcuni miei concerti. I miei preferiti? Lucio Dalla, Shel Shapiro, Maurizio Vandelli e Lucio Battisti per citarne alcuni. Fra i miei idoli, anche il cantautore isrealiano Oren Lavie e Jacob Collie»
TRENTO. Vera figlia d’arte riunisce in sé le versatilità e l’arte dei suoi genitori, Petra Magoni e Stefano Bollani: un'eredità che prende forma nel momento in cui si accosta alla tastiera del pianoforte e inizia a cantare. Lei è Frida Bollani Magoni attesa in concerto domani, alle 12, a Malga Brenta Bassa in Val Brenta, scenografico gioiello incastonato ai piedi del Gruppo di Brenta per i Suoni delle Dolomiti. Pur ancora giovanissima, Frida, ipovedente, vanta già un curriculum di tutto rispetto, che le ha permesso di chiudere i suoi tour con un enorme successo di critica e pubblico non solo in Italia.
Frida Bollani Magoni, quali echi le sono arrivati di un festival come I Suoni delle Dolomiti?
“Conosco questo festival grazie ai racconti dei miei genitori che hanno portato le loro canzoni in alta quota. So di averli anche accompagnati quando ero una bambina ma ero troppo piccola per ricordarmi qualcosa. Però, appunto, mi hanno detto che si tratta di un’esperienza bellissima ed intensa”.
Come si immagina il suonare immersi nella natura?
“Sono molto curiosa di scoprire i suoni che ci saranno attorno a me. I suoni della natura e quelli della musica che si intrecciano con il verde. Voglio scoprire in quale modo ad esempio il suono rimbalza e quale ambiente si crea dal punto di vista sonoro. Io non vedo ma sento e percepisco quello che mi circonda”.
Quali forme avrà il concerto di domani?
“La scaletta di solito la preparo una mezz’ora prima di salire sul palco legandola alle sensazioni del momento e del luogo in cui mi trovo. Proporrò comunque alcuni inediti e dei brani che sono contenuti nel primo disco “Primo Tour” uscito un anno fa. È un album live, fatto di cover e registrato durante alcuni miei concerti prendendone il meglio anche nel rapporto con il pubblico del quale si sente la presenza e si avvertono le interazioni. Un lavoro che è appena stato pubblicato anche in vinile”.
Quali sono i suoi punti di riferimento musicali italiani ed internazionali?
“Sul fronte della musica italiana sono legata ad una musica del passato, parecchio datata (sorride Frida, ndr) che ho ascoltato grazie ai miei nonni. Tra i miei artisti preferiti ci sono Lucio Dalla, Shel Shapiro, Maurizio Vandelli e Lucio Battisti per citarne alcuni fra gli anni ’60 e ’80. Sul fronte straniero adoro il cantautore isrealiano Oren Lavie per i suoi testi, la sua musica e la sua arte. Fra i miei idoli, con il quale mi piacerebbe davvero collaborare c’è anche Jacob Collie un piccolo grande genio della musica, un ragazzo giovanissimo che suona praticamente tutti gli strumenti con armonie molto particolari”.
Quanto l’ha emozionata proporre La cura di Franco Battiato al Quirinale?
“È stato talmente emozionante che ad un certo punto, e lo si vede anche nel video, mi sono dimenticata le parole di questo capolavoro di Battiato e mi sono fermata. Poi sono ripartita ed ho vissuto un momento in cui il tempo pare sospeso e poi vieni attraversato durante e dopo il concerto da quella adrenalina unica che sono la musica, secondo me, riesce a trasmetterti”.
Quanto le pesa essere figlia d’arte di due artisti come Petra Magoni e Stefano Bollani?
“I miei nonni, come dicevo prima, e i miei genitori mi hanno fatta vivere immersa nella musica, mi hanno trasmesso questa grande passione e questo ovviamente ha segnato la mia vita. Certo molti specie all’inizio si chiedevano cosa si dovevano aspettare da me e se magari deve suonare come il papà e cantare come la mamma. La risposta è un chiaro no, perché io sono Frida mentre loro sono i miei genitori: siamo una famiglia, ci vogliamo bene, ci confrontiamo, facciamo musica ma ognuno fa quello che è il suo. Io suono il piano e canto perché sono gli strumenti che mi hanno appassionato ma i miei mi avrebbero supportato ache se avessi suonato un altro strumento o avessi scelto altre strade”.
Sta pensando a un disco di brani originali?
“Un album di composizioni inedite è fra i miei obiettivi. Ma credo che ogni cosa necessiti del suo tempo con una cura dei dettagli che per me è fondamentale anche negli arrangiamenti. Ho diversi brani pronti e collaborazioni in atto su questo fronte anche all’estero con musicisti e autori ma il disco uscirà quando sarà il momento giusto”.