Gene Gnocchi: fra le vette per una storia in stile Rodari sulla salvaguardia del nostro pianeta
Parla il noto comico che domani, 6 settembre, sarà in scena per la prima volta ai "Suoni delle Dolomiti": sull'Alpe di Lusia presenterà "Polimero, un burattino di plastica", favola moderna ed ecologista di Giobbe Covatta con musiche originali di Stefano Nanni eseguite dall’orchestra Bruno Maderna, con la viola solista di Danilo Rossi
TRENTO. Musica, parole, ironia e messaggi ecologisti si incontrano in alta quota in occasione di un concerto-spettacolo in cui il Pinocchio di Collodi si trasforma in un bambolotto biodegradabile. L’appuntamento è quello di domani, mercoledì 6 settembre, alle 12, sui prati di Malga Canvere (Alpe di Lusia) nel segno di “Polimero, un burattino di plastica” scritto da Giobbe Covatta e interpretato da Gene Gnocchi, con musiche originali di Stefano Nanni eseguite, sotto la direzione dello stesso compositore, dall’orchestra di archi e percussioni “Bruno Maderna”, con la viola solista di Danilo Rossi.
Malga Canvere si raggiunge da Predazzo (val di Fiemme) in auto fino a Bellamonte - località Castelìr (parcheggio), da dove si prosegue con la cabinovia Castelìr – Fassane - Morea e quindi a piedi lungo il sentiero 623 (20 minuti di cammino, dislivello 10 metri, difficoltà E). Oppure da Moena in auto fino alla partenza degli impianti dell’Alpe Lusia (parcheggio), poi con la cabinovia Ronchi – Valbona - Le Cune e quindi a piedi lungo il sentiero 614 fino al Passo Lusia e poi per il 623 (ore 1.15 di cammino, dislivello in discesa 230 metri, difficoltà E). In caso di maltempo lo spettacolo si svolgerà alle ore 17.30 al Palafiemme di Cavalese.
Con Gene Gnocchi abbiamo parlato di “Polimero”, una favola ecologista e visionaria in cui il Pinocchio di Collodi prende le forme di un bambolotto di plastica, mentre Mangiafuoco e si trasforma in un inceneritore e i fondali marini sono così inquinati da riempire la pancia
Gene Gnocchi, per lei è un debutto ai Suoni delle Dolomiti: che effetto le fa?
“È una cosa stimolante perché è la mia prima volta sul palco naturale di questo festival e inoltre non avevo mai lavorato con un'orchestra in una situazione di racconto orale contrappuntato dalla musica, sono anch'io curioso di vedere cosa succede perchè ho trovato una bella disponibilità. Il testo è di Giobbe Covatta e c'è anche la possibilità di rimodularlo un po' anche se è già molto divertente e carino. È molto stimolante, mi affascina perchè non l'ho mai fatto e quando affronti le novità sei gasato, soprattutto il fatto di essere in montagna. Riesci a immaginare un teatro ma tra le montagne...ho visto delle immagini, si fanno dei concerti in montagna però non riesco ancora a immaginarmelo. Non vedo l'ora di arrivare per capire la situazione”.
Che spettacolo è “Polimero, un burattino di plastica”?
“È una favola moderna sullo stile di grandi favolisti come Rodari che tratta tema che tocca tutti: la salvaguardia del pianeta. È una favola delicata ma intelligente”.
Quanto spazio c’è oggi per le favole?
“Chi fa il nostro lavoro è sempre alla ricerca di queste cose. Il comico è sempre un po' moralista come diceva Flaiano e io sposo questa frase: vorrebbe un mondo diverso, ci sono cose che non gli stanno bene ed è giusto che le prenda in giro e le faccia notare in un modo comico. Secondo me deve sempre esserci spazio se vogliamo vivere in un mondo migliore”.
Come si è calato in questo ruolo disegnato nel suo testo da Giobbe Covatta?
“Non è stato così difficile perchè è una storia molto comprensibile e molto legata. Giobbe Covatta ha fatto un lavoro egregio perchè l'ha calata in una storia che potrebbe sembrare di tutti i tempi ma presta il fianco o il pretesto a lavorarci. Ad esempio lui tira una cosa contro la televisione e potresti dire cosa c'era in quel momento in tv, puoi anche renderla attuale o più comica mettendo cose che riguardano i nostri giorni”.
Al suo fianco Danilo Rossi e l’Orchestra Moderna.
“Beh si tratta di grandi musicisti: io sono un rockettaro e devo stare molto coperto perchè loro sono strumentisti veri. Sono entrato in punta di piedi (sorride Gene Gnocchi n.d.r.) perchè sono un punk e ci vuole del tempo a farsi rispettare”.
Intanto la sua rubrica sulla rosea il Rompipallone è ormai un cult quotidiano-
“Sono quindici anni che scrivo sulla Gazzetta e devo dire che il calcio è cambiato. Io l'ho giocato a livelli discreti e mi rendo conto che è cambiato un po' tutto: quel romanticismo che c'era attorno al calcio non c'è più, è diventato un business e lo si vede tutti i giorni come ad esempio la vicenda Lukaku o Mancini. E' diventato unicamente un fatto economico e questo un po' dispiace. D'altro lato è peggiorato anche l'aspetto spettacolare, tecnico. Vuoi la costruzione dal basso, vuoi che quando c'è un fallo si buttano a terra per 10 minuti, il var che non sai come funzioni ha fatto un po' disamorare. Adesso fai un gol e devi aspettare 20 minuti... immagino che tra un po' dopo il var ci sia il Tar del Lazio e vari gradi di giudizio”.
IL LUOGO