Memoria / L'iniziativa

Don Luigi Ciotti a Castello Tesino a 80 anni dal rastrellamento nazista

Martedì 8 ottobre il presidente di Libera parteciperà a un incontro che ricorderà la figura di don Silvio Cristofolini, il prete che fece un voto e si spese per difendere il paese. Vi furono 10 fucilati, fra loro la partigiana di vent'anni Clorinda Menguzzato "Veglia", pochi mesi dopo fu uccisa la sua compagna diciottenne Ancilla Marighetto "Ora"

TRENTO. Il presidente di Libera, don Luigi Ciotti, sarà a Castello Tesino martedì 8 ottobre, al teatro cinema, in occasione degli 80 anni dal rastrellamento nazista antipartigiano. 

L'incontro con il sacerdote, nato a Pieve di Cadore (Belluno) nel 1945, è promosso dal Comune di Castello Tesino in collaborazione con il Centro di cultura Tesino, Anpi Trentino e il presidio universitario di Libera.

L'evento vuole ricordare il voto alla Madonna fatto 80 anni fa da don Silvio Cristofolini, prete del paese, che riunì i capifamiglia e stabilì che se Castello fosse stata risparmiata dall'imminente azione nazista, una volta finita la guerra, sarebbe stato costruito un oratorio dedicato ai giovani. L'oratorio oggi è la sede del teatro cinema nel quale si terrà l'evento.

Castello Tesino, attorno al quale operavano i partigiani del battaglione Gherlenda (emanazione della brigata garibaldina bellunese "Gramsci"), venne risparmiato dalla furia nazista, sebbene contò numerosi morti.

Vi furono dieci fucilati in paese fra i quali una delle due medaglie d'oro al valor militare più giovani della Resistenza italiana, Clorinda Menguzzato "Veglia", vent'anni, a lungo torturata prima dell'esecuzione.

La sua compagna Ancilla Marighetto "Ora", 18 anni, anche lei di Castello, verrà uccisa nel febbraio 1945 dopo essere stata braccata nei boschi sotto il passo Brocon da una pattuglia della milizia reclutata dai nazisti in Trentino (il Cst) e che a Castello aveva la caserma.

Castello Tesino subì anche la deportazione di dieci persone nel lager di Mauthausen, fra loro don Narciso Sordo, che nel campo di sterminio morì (come altri 37 trentini).

Don Cristofolini, inoltre, si rivolse alle Ss per proporsi in cambio dei paesani rinchiusi dai nazisti e per trattarne la liberazione.

Castello Tesino è gemellato con Sant'Anna di Stazzema, anche perché le prime vittime della strage furono proprio di Castello.

Don Ciotti ha più volte ricordato come "sia importante continuare questo percorso di liberazione, perché dobbiamo liberare il nostro paese da tante situazioni che lo schiacciano, che non ci portano libertà".

In quella tragica fase storica il Trentino, insieme alle altre due province dolomitiche di Bolzano e Belluno, rimase escluso dalla repubblica Sociale (guidata da Mussolini su mandato tedesco) e fu inglobato da Hitler in una speciale area amministrativa affidata al controllo dei gerarchi nazisti del Tirolo.

Si chiamava Zona di operazioni delle Prealpi (Operationszone Alpenvorland) e aveva sostanzialmente il duplice scopo di assecondare le mire espansionistiche verso sud dei nazisti tirolesi e di creare una fascia cuscinetto che avrebbe potuto costituire un corridoio per le operazioni belliche del Reich.

In provincia di Belluno la Resistenza era fin dai primi tempi molto radicata e alla fine della primavera 1944 si estese anche al confinante Trentino orientale con la nascita del battaglione “Gherlenda”, intitolato a uno dei partigiani martiri nella zona del Feltrino. Un gruppo di combattenti bellunesi della brigata Gramsci, operativa in massa sulle Vette Feltrine, sotto la guida di Isidoro Giacomin “Fumo” da Fonzaso, si era unito a una decina di giovani ex militari del Tesino, con loro anche due ragazze.

Il 19 febbraio 1945 veniva uccisa dai nazisti, a soli 18 anni, la partigiana trentina Ancilla Marighetto "Ora", che faceva parte del gruppetto residuo di partigiani dopo lo scioglimento del battaglione, avvenuto già nell'autunno, nelle settimane seguenti il rastrellamento.
 
In ottobre, nel corso del rastrellamento antipartigiano in Tesino, fu arrestata e poi uccisa Clorinda Menguzzato, la partigiana Veglia, fermata da una pattuglia del Corpo di sicurezza trentino (Cst) nell'ottobre 1944, presso Celado. La giovane fu a lungo torturata sotto interrogatorio dal capitano Ss tirolese Karl Julius Hegenbart e infine fucilata l'11 ottobre.
 
Da qualche anno nei pressi di villa Daziaro, tra Castello e Pieve Tesino, una lapide ricorda il suo sacrificio, nel punto in cui fu scaraventato il suo corpo senza vita, poi recuperato dalle donne del luogo che lo vestirono con il costume tradizionale, a mo' di sfida agli occupanti crudeli.
 
Al passo Brocon è stato tracciato un sentiero dedicato a Ora: i segnavia gialli accompagnano l'escursionista dalla mulattiera nei pressi di malga Arpaco: si procede upoco verso il monte Coppolo e poi si lascia la strada per scendere a sinistra sul sentiero verso malga Valarica di sopra e poi nel bosco verso malga Valarica di sotto, dove si svolsero i tragici fatti del febbraio 1945, con l'agguato di una pattuglia di miliziani nazisti del Corpo di sicurezza trentino ai danni del gruppetto di partigiani composto da trentini e da bellunesi.
 
Il sentiero percorre la lunga fuga di Ora nei boschi, in direzione del Col del Toc, al confine fra Trento e Belluno, fino al Lares (larice) de Ora, il punto in cui la ragazza fu uccisa con un colpo di pistola alla testa, dopo un sommario interrogatorio, da un miliziano collaborazionista trentino del Cst su ordine di Hegenbart.
 
Il Gherlenda fu un raro esempio di lotta partigiana in Trentino e fu presto sgominato dagli occupanti che alla fine braccarono l'ultimo gruppetto sopravvissuto all'inverno e attivo nella zona del passo Brocon.
 
Ora era in compagnia del fratello e di altri cinque partigian: si trovavano a malga Valarica di sotto dove nel settembre 2012 è stata finalmente posta una targa in memoria.
 
Sola la ragazza, che aveva compiuto 18 anni un paio di settimane prima, fu raggiunta dai nazisti e uccisa dopo aver opposto il silenzio alle domande di Hegenbart (1903-1990), un feroce criminale di guerra condannato all'ergastolo ma - come molti altri anche attivi nella zona dolomitica - mai estradato dall'Austria, dove visse serenamente fino alla fine dei suoi giorni.
 
Ora e Veglia sono due figure emblematiche da ricordare per la generosità e la forza con cui si sono spese per una causa giusta: sconfiggere il nazifascismo e riaffermare la libertà delle popolazioni.
 
[nella foto in alto, i funerali delle vittime del nazismo in Tesino, dopo la fine della guerra, e i volti di Veglia, a sinistra, e Ora]
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