Spettacoli / Musica

Vinicio Capossela: "Con me sotto il cupolone del Mart anche i Krampus per essere conciati per le feste"

Il 5 dicembre, notte di San Nicolò, il cantautore ritorna in Trentino nell’ambito del tour europeo che si lega al lancio del nuovo album “Sciustenfeste N. 1965”, che racchiude quindici canzoni tra riscritture, rivisitazioni e reinterpretazioni di standard natalizi e tre brani inediti

di Fabio De Santi

ROVERETO – “Quella di Rovereto non è solo una data all’aperto in cui dovrò vestirmi pesante ma anche una data molto molto fortunata perché cade il 5 dicembre la notte di San Nicola o di San Niccolò nell’arco alpino. Una figura la sua che mi è molto cara essendo lui il primo portatore di doni. Una storia la sua che io ho un po rielaborato come santo meridionale e migranti.

Il suo culto e anche quello dei suoi Krampus, di queste malebestie, di questi mostri, mi ha sempre affascinato: loro spaventano i bambini in un modo pedagogico che insegna a superare la paura, quella paura su cui fa leva il potere. Proprio al Mart verranno a farci visita due Krampus, due miei amici di vecchia data, da Canazei ”.

Così Vinicio Capossela (qui sopra immortalato da Simone Cecchetti), in un incontro via Zoom con la stampa trentina e padovana, sul live “Conciati per le feste” che lo vedrà protagonista giovedì sera del Concertone dell’Immacolata sotto il cupolone del Mart. Il cantautore nato ad Hannover nel 1965, ritorna in Trentino nell’ambito del tour europeo che si lega al lancio del suo nuovo album “Sciustenfeste N. 1965”. Registrato tra il 2020 e il 2021 insieme alla storica band del cantautore, Sciustenfeste N. 1965, racchiude quindici canzoni tra riscritture, rivisitazioni e reinterpretazioni di standard natalizi e tre brani inediti, con la partecipazione di alcuni ospiti speciali come Marc Ribot, Greg Cohen, Mikey Kenney, Vincenzo Vasi e le Sorelle Marinetti.

Proprio su questo disco sarà giocata la scaletta del cantautore, ri-trovatore, immaginatore: “La setlist è basata su tutti i brani di Sciustenfeste poi ci sono alcuni brani che sono adatti a queste atmosfere festose come ad esempio Maraja, che con Erode e i Re Magi in fondo a sempre a che fare, La notte se ne è andata, Christmas Song, In clandestinità, Notte newyorkese, nella sua versione tribale da giungla urbana accanto alle note de Il veglione. Il nostro scopo infatti è quello di permettere anche a chi non ama particolarmente le feste di tirarsi avanti. Diamo tutto il kit delle feste compresi brani per fare il serpentone di Capodanno“. Canzoni che danno spazio all’anima della festa, ai trambusti, agli abbracci, alle lacrime, alle redenzioni, alle rivoluzioni, alle ribellioni.

Ci sono lo swing alla Louis Prima, il folklore italo-americano di Lou Monte e Nick Apollo Forte, gli inni presbiteriani, le fantasmagorie fiabesche, pezzi festivi e digestivi, marimbe di ossa, ottoni e vibrafòni.

Ma, abbiamo chiesto noi a Capossela, come si può vivere questo momento di festa in un tempo in cui fuori infuria la battaglia e riecheggiano sempre pià forti gli echi di guerra anche in Europa?: “Non mi sembra di ricordare un periodo aureo nella storia anche recente in cui si possa dire che è valsa la pena di festeggiare il Natale. Questi sono tempi estremamente bui, tempi in cui il senso della disperazione e dell’abbandono a sé stessi è forte.

Oggi vedo una grande solitudine, legata ad un individualismo generato dal sistema in cui viviamo, che ci lascia un po’ separati e spaventati. In questo quadro la festa è un momento di partecipazione  e di comunità importante, un qualcosa per darci forza e insieme un momento di grande umanità a fronte della disumanità imperante e diffusa nel nostro tempo”.

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