Standard & Poor's declassa l'Italia: il rating passa da BBB a BBB-
Standard & Poor’s ha tagliato il rating dell’Italia a BBB- da BBB con outlook stabile. I motivi li spiega la stessa S&P: «Un forte aumento del debito, accompagnato da una crescita perennemente debole e bassa competitività, non è compatibile con un rating BBB, secondo i nostri criteri». In pratica, un gradino sopra il livello «spazzatura»
AGENZIA | GIUDIZIO | OUTLOOK |
Standard and Poor's | BBB- | stabile |
Moody's | Baa2 | stabile |
Fitch | BBB+ | stabile |
S&P spiega che a causa di prospettive di crescita «molto deboli» e ad un «ritardo» nel consolidamento di bilancio, il debito pubblico dell’Italia, escludendo le garanzie dell’Efsf, toccherà un picco superiore al 133% del Pil nel 2016. In termini assoluti «stimiamo che il debito pubblico salirà a 2.256 miliardi di euro entro la fine del 2017» e quindi sarà «di 80 miliardi in più rispetto alla nostra precedente stima», sottolinea l’agenzia di rating.
Il giudizio di S&P «non è una bocciatura del jobs act, dicono che le riforme vanno bene ma bisogna andare più veloce». È la valutazione di fonti di governo per le quali la cosa «positiva» è che l’agenzia di rating vede «elementi buoni nelle riforme ma non tali da compensare il debito e risvegliare a breve l’economia».
«L’Italia uscirà dalla recessione nei primi mesi del 2015». È quanto prevede S&P, sottolineando però che la crescita l’anno prossimo sarà di un «modesto» +0,2% rispetto al +1,1% stimato in precedenza dall’agenzia.