Contratto bloccato da sei anni, la Fenalt va in Provincia
La Fenalt chiede lo sblocco del contratto del pubblico impiego, fermo da ormai sei anni con l'«aggravante» di una previsione nazionale che lo mantiene bloccato anche per il 2015. Mentre in Trentino (salvo emendamenti alla finanziaria) il rinnovo non sarà possibile nemmeno nel 2016.
Ieri il sindacato autonomo dei dipendenti di Provincia ed enti locali si è riunito in assemblea, attirando oltre 250 iscritti e simpatizzanti. Al termine dell'incontro, tutti i presenti si sono recati in corteo al palazzo della Regione per consegnare la «piattaforma contrattuale» direttamente nelle mani del governatore Ugo Rossi.
«Dobbiamo essere messi nelle condizioni di recuperare potere d'acquisto. - esordisce il segretario generale della Fenalt Maurizio Valentinotti - Molte famiglie di dipendenti pubblici fanno fatica ad arrivare a fine mese: per un lavoratore lo stipendio medio mensile non supera i 1.300 euro al mese. Ricordiamo che i salari sono fermi dal 2009 e, in termini quantitativi, sono in linea con le retribuzioni del settore privato, attestandosi al di sotto media europea».
All'interno della piattaforma approvata con il pieno consenso dell'assemblea sono state inserite alcune «proposte concrete».
Tra i temi, la richiesta di un aumento delle risorse che confluiscono nel Foreg (Fondo per la riorganizzazione e l'efficienza gestionale): «Quando è stato introdotto, lo abbiamo contestato perché poteva creare iniquità nella distribuzione da ente ad ente: in Provincia, ad esempio, il 7% dei dipendenti è rimasto escluso senza aver percepito alcuna altra indennità. Chiediamo un'implementazione dei fondi per il Foreg, in parallelo al coinvolgimento di tutti gli enti mediante la creazione di un tavolo di equa distribuzione».
La Fenalt sostiene anche la necessità per i lavoratori del settore pubblico di ricevere il Tfr in busta paga: «A causa delle barricate alzate dai sindacati confederali contro il presidente del consiglio Matteo Renzi siamo discriminati rispetto ai dipendenti privati. Chiediamo che il contratto contenga la possibilità di anticipo del Tfr per difficoltà economiche legate al perdurare del blocco del contratto».
Infine, i buoni pasto. «Che da quindici anni sono fermi a sei euro: chiediamo un adeguamento a otto euro. Vogliamo che questa risorsa diventi spendibile anche all'interno dei supermercati. Inoltre, il benefit deve essere esteso per una quota anche ai lavoratori part-time. Riguardo a questi due ultime proposte, anche i sindacati confederali si sono dimostrati concordi», conclude Valentinotti. Che invita tutte le forze sindacali del pubblico impiego a muoversi in modo coeso, senza indire scioperi in giornate diverse ma trovando accordo sulle richieste e sulle giornate di astensione dal lavoro.
I convenuti hanno affrontato temi quali l'assunzione dei precari della scuola ed il blocco del turnover che nella sanità produce ritmi di lavoro insostenibili e calo nella qualità del servizio, l'inadeguatezza dei contratti nelle Rsa in cui si trovano pazienti cronici e non autosufficienti, la carenza di risorse e personale nella pubblica sicurezza.
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