La protesta dei lavoratori autonomi: «In fattura il Malus Renzi»
Pippo Civati, figura di primo piano del dissenso a sinistra nel Pd, oggi riprende nel suo blog la questione delle partite Iva penalizzate dal governo Renzi con la legge di stabilità. «Era giusto chiedere – come abbiamo fatto – una correzione nella legge di stabilità. Ora il governo si è detto disponibile. Acta, come si vede dall’immagine qui sopra, continua la propria battaglia», scrive il deputato lombardo.
La questione è affrontata in modo dettagliato nel sito di Acta, associazione che rappresentan i professionisti del terziario avanzato lavoratori autonomi: formatori, ricercatori, informatici, creativi e altre categorie di consulenti, generalmente operanti al di fuori di Ordini e Albi professionali, con clienti che in genere sono imprese o enti della pubblica amministrazione.
«Il ministro Poletti ha dichiarato “Correggeremo sulla gestione separata”, il premier Renzi ha ammesso di aver sbagliato sui freelance e parlato di autogol, ma intanto niente si è ancora mosso.
Di seguito l’ultimo comunicato congiunto di Acta, Alta partecipazione e Confassociazioni per ricordare al poverno gli impegni presi: «Acta, Alta partecipazione e Confassociazioni lanciano la campagna «Mettiamo in fattura il Malus Renzi».
Dopo il trattamento riservato al lavoro autonomo professionale dal governo e dopo l’annuncio del presidente del consiglio Renzi di una pronta marcia indietro ancora una volta siamo in attesa che alle parole seguano i fatti.
È urgente che il governo sostenga in Parlamento gli emendamenti al Milleproroghe che prevedono il blocco dell’aumento dell’aliquota della gestione separata inps e subito dopo metta mano al regime dei minimi e si dedichi a una riforma organica del lavoro autonomo e professionale che preveda il riconoscimento di un'effettiva tutela della malattia e fissi l’aliquota previdenziale al 24% come già previsto per artigiani e commercianti.
Nel frattempo, in assenza di segnali concreti chiederemo a tutti i professionisti, autonomi e freelance di evidenziare esplicitamente nelle fatture che rilasciano ai propri clienti l’aggravio fiscale e contributivo prodotto dalle politiche del governo.
La campagna “Mettiamo in fattura il Malus Renzi” prevede propriol’indicazione in fattura del “Malus Renzi”, in contrapposizione al bonus di 80 euro ben evidenziato nelle buste paga dei lavoratori dipendenti».