Democrazia che si esprime al livello delle tasse, informazione per superare i segreti che sono alla base della disuguaglianza, localizzazione fiscale. Sono queste le armi per combattere l'evasione fiscale. «Se i paradisi fiscali esistono - dice Lanciani - è perché nessuno li combatte fino in fondo». Dal Delaware alla Polinesia francese, tutti sanno e tutti tacciono. Perché? Hanno provato a rispondere, oggi presso la Biblioteca Comunale di Trento, Hervé Lanciani e Angelo Mincuzzi.

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Il motore dei mercati finanziari è legato alla asimmetria di informazione: gli stessi paesi che propugnano la lotta al riciclaggio, poi non hanno i mezzi e l'interesse a farlo davvero. La visione di Falciani è razionale e critica: «Dobbiamo osservare con realismo e capire che non ci può fidare di coloro che vivono della debolezza dei nostri sistemi fiscali». All'esistenza delle c.d. industrie intagingibili (quelle che sfruttano la slocalizzazione dei servizi in modo da rendere impossibile una equa tassazione degli stessi), e del fenomeno del "mercato delle regole" nel sistema finanziario, bisogna rispondere con concreto pragmatismo. Iniziare, innanzi tutto, a tassare tutte le transazioni bancarie e procedere poi ad una massiccia campagna di recupero dei crediti evasi.

L'autore del celebre "La cassaforte degli evasori" conosce bene il rischio cui è andato incontro con la pubblicazione della famigerata lista di nomi. Ma alla domanda "lo rifaresti?" risponde prontamente di sì, facendo tesoro delle esperienze passate e allargando l'area di ricerca anche ad altri paesi del mondo. Stupisce la lucida consapevolezza dello scrittore ingegnere italo francese. E, nonostante la battaglia che porta avanti, egli sa bene che "I soldi sono come l'acqua, trovano qualsiasi fessura per incanalarsi. Le regole possono essere trovate ed essere anche valide ma il fenomeno dell'evasione non  facilmente sarà fermato".

di Alessia Bolognese

Studentessa universitaria che partecipa all'iniziativa Adige/Vodafone