Trento Fiere, trasloco vicino Forse all'ex Italcementi
L'unica certezza è che a fine 2017 gli spazi occupati da Trento Fiere dovranno essere lasciati all'Università.
Inutile sperare in ulteriori proroghe: non resta che trovare una soluzione per evitare che il capoluogo rimanga sprovvisto di un degno centro espositivo. E spunta l'ipotesi di una newco in supporto a tutti gli eventi organizzati nel capoluogo.
Questo quanto emerso lunedì mattina in Comune durante l'incontro tra l'assessore Roberto Stanchina, il presidente di Trento Fiere, Battista Polonioli, e i principali organizzatori delle 15 manifestazioni annuali, arrivati per l'occasione anche da fuori provincia. Il clima di incertezza che si respira attorno al destino del polo fieristico di via Briamasco è diventato sempre più forte negli ultimi mesi, tant'è che non è stato ancora definito il calendario delle manifestazioni del prossimo anno.
Voci che si rincorrono, leggende metropolitane che prendono forma, generando un crescente allarme tra gli addetti ai lavori e di conseguenza i loro dipendenti e i fornitori.
Polonioli ha confermato che dalla Provincia, che detiene il 70% delle quote di Trento Fiere, l'indicazione è ormai chiara: ancora due anni e i padiglioni non saranno più disponibili come stabilisce l'accordo stipulato con l'Università, la quale potrà poi disporne nella maniera ritenuta più opportuna.
L'assessore Stanchina ha ribadito l'impegno del Comune di Trento a trovare in tempi utili (in modo da non sospendere le attività nemmeno per un breve lasso di tempo, Ndr.) un luogo adatto ad ospitare un nuovo centro espositivo. Non si può infatti più parlare di polo fieristico, in quanto il Piano urbanistico provinciale ha stabilito che solamente Riva del Garda e Borgo Valsugana possano avere questo tipo di strutture, ma tutti concordano sulla necessità che qualunque sia la collocazione abbia le seguenti caratteristiche: vicino o comunque ben collegato al centro storico, che abbia una metratura sufficiente e che abbia ampia disponibilità di parcheggi.
Diverse le ipotesi sul tavolo, come lo spazio ex Atesina ed alcuni lotti situati in zona Interporto, ma quella più credibile rimane il progetto relativo all'area Italcementi, che oltre agli spazi destinati all'uso commerciale ed abitativo potrebbe offrire una superficie di circa 6 mila metri quadrati destinata ad eventi e manifestazioni di vario genere.
I tempi però stringono, e se è vero che in caso di ritardi nella costruzione della nuova struttura probabilmente ci sarebbe un minimo di elasticità, l'importante è avviare la macchina burocratica ed operativa al più presto.
Decisiva in questo senso sarebbe la costituzione di una società di capitali privati che sostituisse la partecipata e diventasse unico interlocutore credibile nei confronti degli enti pubblici. Una newco che seguisse tutti gli eventi di Trento, dalle Feste Vigiliane alle fiere, dalle manifestazioni in piazza ai Mercatini di Natale, razionalizzando in questa maniera risorse umane e contributi pubblici in questo momento frazionati su distinti soggetti. Già alcuni imprenditori hanno avanzato un interessamento in questo senso, ma ogni ragionamento è prematuro finché non venga individuata in maniera definitiva l'area per la nuova struttura.
Al termine del lungo incontro di lunedì gli organizzatori delle fiere hanno manifestato la propria delusione nell'apprendere che non ci siano più spazi per mantenere quella che è considerata comunemente dagli standisti una delle più belle strutture fieristiche d'Italia, ringraziando comunque l'assessore della disponibilità dimostrata.
Si auspica infatti un reale loro coinvolgimento in un progetto che interessa una realtà cruciale per l'economia della città e che potrebbe determinare la fine o lo spostamento di molte fiere storiche, o eccellenze nel panorama italiano, se non gestito correttamente.