Crac Petrolvilla, voragine di debiti: 184 milioni
Il Tribunale ha dichiarato il fallimento della Pvb Group, la holding del gruppo ex Petrolvilla, dopo aver revocato l'ammissione alla procedura di concordato preventivo. Il crac ha dimensioni rilevanti se si considera la sola holding, che ha debiti per 18 milioni di euro e un patrimonio netto negativo di quasi 10 milioni, ma diventa una voragine se si considera il bilancio del gruppo: la ex Petrolvilla è schiacciata da oltre 184 milioni di debiti, nettamente superiori all'attivo, con un buco patrimoniale di 63 milioni. Nel dissesto sono coinvolte anche le attività estere, primo fra tutti il business idroelettrico in Bulgaria e Romania, dove è stata sospesa la costruzione di nuove centrali.
La revoca del concordato, si legge nella sentenza di fallimento del 26 novembre del collegio presieduto da Guglielmo Avolio con Monica Attanasio giudice relatore, dipende dallo stato di insolvenza della società ma soprattutto dall'emergere, nella relazione depositata dai commissari Franco Chesani e Stefano Lauro , di «fatti suscettibili di assumere rilievo ai sensi dell'articolo 173 della legge fallimentare». La norma scatta se si accerta «che il debitore ha occultato o dissimulato parte dell'attivo, dolosamente omesso di denunciare uno o più crediti, esposto passività insussistenti o commesso altri atti di frode».
Si tratta della stessa norma che ha portato alla revoca del concordato della principale società del gruppo, la Pvb Fuels (commercializzazione di prodotti petroliferi), dichiarata fallita il 21 ottobre scorso. In sostanza i proprietari della Pvb non avrebbero comunicato elementi rilevanti per la valutazione del concordato. A questo punto resta aperta solo la procedura concordataria di Pvb Solutions, ceduta alla Energon Esco di Modena. Curatori fallimentari di Pvb Group sono stati nominati Dante Lanfredi e Giuseppe Angiolillo.
Ad agosto è stato depositato il bilancio consolidato della Pvb al 30 giugno 2014, in pratica la situazione al momento del concordato. Il fatturato del gruppo è precipitato del 31% passando da 385 a 263 milioni. I costi della produzione sono contenuti a 224 milioni, di cui meno di 20 per il personale, ma ad essi si aggiungono svalutazioni di partecipazioni e crediti per quasi 29 milioni e accantonamenti per rischi per quasi 20. Con gli oneri finanziari e le sanzioni fiscali si arriva ad un rosso d'esercizio record di 61,4 milioni.
L'attivo ammonta a 146 milioni, comprese partecipazioni non svalutate per 21 milioni, di cui il grosso è Pvb Power Bulgaria. Le centrali già costruite in Bulgaria sono operative, ma i cantieri per le ulteriori 4 sono stati sospesi, così come il progetto per 7 impianti in Romania. Pvb Power potrà ripartire solo se sarà acquisita da nuovi investitori. Ma la società di revisione Trevor scrive che non è stata fornita adeguata documentazione per un valore di quasi 2,5 milioni. A fronte di queste cifre, i debiti sono pari a 184,5 milioni, di cui 58,5 con le banche, 98,9 con i fornitori e ben 15 milioni col fisco.