Casse rurali trentine, 230 esuberi ma non ci saranno licenziamenti
Le Casse rurali trentine sono dal 1° luglio 36, dalle 41 di inizio anno.
Le Casse rurali trentine sono dal 1° luglio 36, dalle 41 di inizio anno. Gli ulteriori processi di fusione già previsti faranno scendere il numero a 32 dal 1° gennaio 2017. Le fusioni e la riorganizzazione generale del credito cooperativo con la riforma nazionale porteranno in tutto a circa 230 esuberi sui 2.900 bancari coop trentini.
Ma, come ripetuto più volte da Federazione e vertici delle Rurali, non ci saranno licenziamenti.
Il personale con maggiore anzianità lavorativa sarà accompagnato alla pensione. Strumento decisivo per i prepensionamenti è il nuovo Fondo trentino per l'occupazione (Focc), concordato tra Federcoop e la Fabi, il sindacato maggioritario nelle Rurali. Il Fondo sarà operativo tra poche settimane con una dotazione di 50 milioni di euro.
Le 38 assemblee del personale delle Rurali e della Federazione, con 1.288 presenti pari a oltre il 52% degli aventi diritto, hanno approvato nelle scorse settimane il «Fondo per il sostegno dei livelli occupazionali e della mobilità del personale delle Casse rurali trentine ed enti collegati» (questo il nome completo) e l'ente bilaterale Ebicre che lo gestirà. Si è espresso favorevolmente alla costituzione del Fondo l'87,4% dei partecipanti alle assemblee, contrario il 5,4%, il 7,2% si è astenuto.
Entro settembre, annuncia la Fabi, verrà nominata l'Assemblea dell'ente bilaterale, con 12 componenti di parte sindacale e 12 di parte aziendale, che provvederà nella sua prima riunione alla costituzione del Comitato di gestione, formato da 8 componenti, 4 per parte (nominati separatamente). Subito dopo l'Assemblea approverà i regolamenti di funzionamento del Fondo, che a ottobre sarà operativo.
«Il nuovo ente bilaterale e il Focc trentino - sostiene il coordinatore provinciale della Fabi Domenico Mazzucchi - aiutano le aziende e i lavoratori a gestire le ristrutturazioni in corso. Non solo gli esuberi, per i quali è prevista un'uscita indolore, ma anche il nuovo modello di banca che si sta affermando. Il Fondo infatti sosterrà la formazione, la riorganizzazione del sistema, la riorganizzazione delle Casse rurali che con le fusioni diventano di dimensioni più grandi, si passa da gestire 30 a gestire 200 dipendenti».
La fusione fra Rurali di Trento e Aldeno-Cadine, scattata a luglio, sta portando alla riduzione degli sportelli da 36 a 29. Dei 313 dipendenti totali, nessuno sarà licenziato, ma circa 25 (20 di Trento e 5 di Aldeno) saranno accompagnati alla pensione «anche utilizzando il nuovo Focc» ha detto il direttore della Cassa di Trento Giorgio Bagozzi . Con l'aggregazione di Valle dei Laghi in Alto Garda (che ha già incorporato Mori-Brentonico) i dipendenti totali scenderanno da 240 a 220 ( l'Adige di ieri).
La nuova Cassa dell'Alta Valsugana, quattro rurali in una anch'essa da luglio, deve ancora definire il nuovo assetto organizzativo. A gennaio partono la nuova Rurale della Val di Sole, cioè Alta Val di Sole e Pejo con Rabbi e Caldes, e la Bassa Valsugana, cioè Valsugana e Tesino con Cross e Roncegno. Tra i processi in corso di definizione, con l'obiettivo finale di arrivare a una ventina di Casse, sembra frenare quello tra Altipiani (ex Folgaria), Alta Vallagarina e Isera, mentre Bassa Vallagarina va avanti con Lizzana e forse Isera potrebbe partecipare a questa aggregazione.
«Tutti questi processi nonché l'assetto nazionale, con uno o due gruppi, porteranno a riorganizzazioni - sottolinea Mazzucchi - Il nostro Fondo è uno strumento innovativo per gestire tutto questo». I sindacati confederali e altre organizzazioni sono in disaccordo con la Fabi perché vorrebbero aspettare la nascita di strumenti nazionali. Ma intanto il Trentino si è attrezzato.