In quattro anni, dal 2012 al 2016, le tariffe a Trento sono aumentate del 5,6%, con punte del 25% per l’acqua e cali del 13% per i rifiuti.

Ma in ogni caso, rispetto all’andamento dell’inflazione, che nello stesso periodo è salita del 4,5%, l’incremento in città è comunque superiore all’inflazione media.

A mettere nero su bianco l’andamento del costo di alcuni servizi pubblici è stata Ref Ricerche in un’analisi pubblicata lunedì dal Sole 24 ore.

A essere analizzati sono i costi medi di sei servizi come acqua, rifiuti, trasporti urbani, treni regionali, taxi e i servizi anagrafici. Non sono stati presi in considerazione, invece, i dati relativi alle bollette di energia e gas che in Trentino, negli ultimi 4 anni, tra dicembre 2012 e gennaio di quest’anno, hanno subito un forte calo, anche se mediamente una famiglia arriva a pagare attorno ai 1.550 euro all’anno per gas e elettricità.

SALGONO I COSTI PER ACQUA E TRASPORTI

Per quanto riguarda Trento, nel periodo analizzato, ad aver subito l’aumento maggiore sono state le tariffe dell’acqua e del trasporto pubblico urbano e extraurbano. Le prime, calcolate sulla base di un consumo annuo di 160 metri cubi per una famiglia di tre persone, spiegano dalla Ref Ricerche, hanno subito un incremento del 25%, arrivando a pesare sul bilancio del 2016 per 202 euro annui.

INCREMENTO DI 40 EURO

Si tratta di un aumento di circa 40 euro in quattro anni. In valore assoluto, secondo i calcoli di Ref Ricerche su dati Istat, Trento risulta così perfettamente a metà classifica tra i 20 capoluoghi di regione e si colloca quindi al 10° posto.

Sui trasporti urbani si sono considerate, oltre al prezzo del biglietto, anche una serie di tratte percorse annualmente da una famiglia media e questo ha condotto a detereminare un incremento del 19% in quattro anni.

TRENI E TAXI

Se si guardano gli altri incrementi registrati da Ref Ricerche si nota come quelle sui treni regionali siano di fatto rimaste ferme (l’aumento dello 0,8% è nettamente inferiore all’inflazione del periodo interessato). mentre un aumento moderato sia arrivato per le tariffe dei taxi, salite dell’8,1%.

PER I RIFIUTI SPESA DI 200 EURO

In calo, come detto, tra 2012e 2016, risulta il costo dei rifiuti. In quattro anni, c’è stata una ritirata pari a circa il 13,2% calcolando l’esborso medio annuo di una famiglia di tre componenti. In questo caso, secondo le proiezioni della società di ricerca, il costo annuo per un nucleo di tre persone residenti in un appartamento di 108 metri quadrati è stato pari a 200 euro, la seconda tariffa meno cara tra i capoluoghi regionali italiani dopo Isernia che si issa da sola al vertice con 100 euro medi annui.

In calo, dello 0,8% in quattro anni, poi troviamo anche il costo dei servizi anagrafici che, a livello nazionale, sono aumentati nei 20 capoluoghi analizzati di una percentuale pari all’8%.

CONFRONTO CON CENTRO E SUD ITALIA

Se si guarda agli andamenti in aumento delle varie voci tariffarie, si nota come Trento sia al di sotto di quelli degli altri capologhi di regione analizzati da Ref Ricerche, tranne che per Trieste che nello stesso periodo ha visto aumentare le tariffe del 2,6%.

In vetta ai capoluoghi per crescita delle tariffe troviamo Reggio Calabria, per la quale le tariffe locali sono cresciute in quattro anni del 53%, trainate da un’esplosione di quelle dell’acqua, cresciute del 77,4%, e per i rifiuti dove l’aumento è stato pari al 126,9%.

Tra le ragioni dell’arretramento del costo per il trattamento dei rifiuti anche l’introduzione della tariffa puntuale che ha permesso, attraverso il circolo virtuoso della raccolta differenziata, di valutare in maniera più precisa il consumo delle famiglie e di far pagare in maniera minore ad esempio chi produce compost e usa le isole ecologiche.

Senza considerare che dalla vendita della cosiddetta materia seconda recuperata grazie alla differenziata è stato possibile non alzare le tariffe negli ultimi anni.

 

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