Trenta milioni dalla Ue «Giusto darli a Melinda»
Trenta milioni di euro in tre anni: soldi partiti dall’Unione Europea e arrivati a Cles, all’indirizzo del consorzio frutticolo Melinda.
È dal 1997 che Melinda usufruisce dei contributi messi a disposizione dalla Ue tramite la Pac (Politica agricola comune) che, come specifica nel suo sito web il Ministero delle Politiche agricole e forestali «rappresenta l’insieme delle politiche che la Comunità economica europea prima, l’Unione europea poi, hanno inteso adottare nel settore agricolo ritenendo tale comparto strategico, ieri come oggi, per uno sviluppo equo e stabile dei Paesi membri».
Le peculiarità che contraddistinguono il comparto - fanno sapere dal Consorzio - hanno fatto in modo che l’agricoltura diventasse il settore produttivo più integrato a livello europeo, quello in cui l’azione dell’Unione europea si sostituisce con maggior intensità e frequenza all’azione dei singoli Stati membri.
Secondo il presidente del Consorzio Melinda, Michele Odorizzi, «l’ammontare di quanto ottenuto dal Consorzio Melinda tramite tali politiche europee di finanziamento va ben oltre le cifre citate e rappresenta l’altissimo spirito di intraprendenza e capacità di investimento che da sempre contraddistingue le popolazioni delle valli del Noce. Infatti, le sovvenzioni europee esistono e sono a disposizione per tutte quelle Organizzazioni di Produttori che sappiano cogliere le opportunità offerte, creando degli opportuni piani di investimento ai quali seguono poi le effettive azioni opportunamente rendicontate».
Per averne accesso - come hanno spiegato in un lungo comunicato i vertici di Melinda dopo gli articoli di stampa apparsi sull’argomento - non serve chiamarsi Melinda o avere residenza in Val di Non bensì occorre programmare prima, realizzare e giustificare poi, investimenti nel settore agricolo coerenti con gli scopi ed i principi della Pac.
Così, ogni anno, è possibile per ogni Organizzazione di Produttori presentare un Piano Operativo di importo pari all’8,2% del valore della produzione agricola commercializzata. Sulla parte di investimenti effettivamente realizzata la CE interviene con importi pari al 50% del valore investito mentre la parte rimanente rimane a carico dei produttori.
La politica agricola comune si rivolge a 12 milioni di agricoltori europei a tempo pieno: essa interessa il 77% del territorio dell’UE, 15 milioni di imprese agricole ed agroalimentari e 46 milioni di posti di lavoro, ma anche 500 milioni di cittadini-consumatori.
Il regolamento (CE) n.1234/2007 (c.d. Regolamento unico “OCM” Organizzazione Comune dei Mercati agricoli) disciplina, tra le altre, l’OCM per il settore degli ortofrutticoli, che ha nelle Organizzazioni di Produttori, lo strumento principale per conseguire gli obiettivi della politica agricola comune, quali il potenziamento della competitività e l’orientamento al mercato, la riduzione delle fluttuazioni del reddito, l’aumento del consumo di ortofrutticoli e la protezione dell’ambiente. Il loro ruolo è stato confermato dall’OCM come riformata dal Reg. UE n. 1308/2013, che ha mantenuto invariato anche il regime di sostegno ad esse indirizzato, tramite il cofinanziamento di specifici Programmi Operativi.
Finanziando metodi agricoli sostenibili mediante la Pac, l’Unione europea contribuisce a remunerare alcuni beni pubblici che non hanno un valore di mercato: la tutela dell’ambiente, la ricchezza e la diversità del paesaggio rurale, la salute e il benessere degli animali, la domanda di sicurezza e qualità alimentare del consumatore. Quando l’Unione europea aiuta i suoi agricoltori, a beneficiarne è la società nel suo complesso. La Pac intende dunque promuovere un’agricoltura nuova, sostenibile e solidale, integrata nella strategia di sviluppo dell’Unione europea.
L’attività agricola è sempre in balia di fattori economici, sanitari e atmosferici che sfuggono al controllo degli agricoltori. Essa richiede, inoltre, investimenti pesanti che producono risultati solo diversi mesi, se non anni, più tardi, e possono costantemente essere vanificati. Il sostegno al reddito garantito dalla PAC consente dunque agli agricoltori di continuare l’attività, nonostante i fattori di incertezza.
«Siamo certi - scrive Melinda - che le procedure e i principi con i quali si è attinto alle contribuzioni europee risultino ora limpidi alla nostra popolazione, e chiariscano soprattutto che sono stati resi possibili grazie ai virtuosismi comportamentali di tutti coloro che amministrano in maniera dirigente ed efficiente le Organizzazioni di Produttori. Il Consorzio Melinda tramite il proprio presidente Odorizzi invita anche il Consigliere Giacomo Bezzi, nonché tutti i rappresentanti del Consiglio Provinciale, a far visita a Melinda per apprezzare la validità degli investimenti e di quanto con essi creato sul territorio delle Valli di Non e di Sole, anche grazie al sostegno dei fondi Europei».