Assunzioni boom: +17% Oltre 10mila nel trimestre Saldo positivo rispetto ai licenziamenti
Nei primi tre mesi del 2018, le assunzioni in Trentino aumentano di 4.122 unità, quasi il 17% in più rispetto all'anno prima. La crescita è stata quasi doppia rispetto alle 2.231 assunzioni in più registrate tra gennaio e marzo 2017 rispetto a gennaio - marzo del 2016. Nei primi tre mesi del 2018 il saldo, cioè la differenza tra assunzioni e cessazioni, vede le prime superare le seconde per 231 unità. L'anno scorso nei primi tre mesi le cessazioni prevalevano sulle assunzioni per 3.302 unità. «Sono dati importanti - sottolinea il vicepresidente della giunta Alessandro Olivi - che ci convincono a spingere ancora di più sulle politiche per una crescita economica socialmente inclusiva. Sappiamo bene che la priorità ora è agire sulla qualità del lavoro. Siamo convinti che il Trentino può essere di esempio anche per chi si accinge a varare annunciate nuove riforme economico-sociali». A certificare il positivo andamento dell'occupazione è l'Agenzia del Lavoro.
Nel secondario (industria) le assunzioni rispetto al primo quarto del 2017 sono cresciute di 39 unità nell'estrattivo, ma di 263 per un +18% nelle costruzioni e di 470 e +14% nel manifatturiero. Anche nel terziario la crescita è generalizzata. Tra i comparti si segnalano, grazie a un'ottima stagione invernale, soprattutto i pubblici esercizi-turismo, con 2.526 assunzioni in più (+49%). Il fabbisogno di personale è tuttavia aumentato di 292 unità nelle imprese del commercio, di 296 nel comparto dei servizi alle imprese e di 272 nei rimanenti comparti del terziario. Le assunzioni in agricoltura sono le sole a calare (meno 36 unità).
La dinamica lavorativa delle imprese nei primi tre mesi è stata migliore per gli uomini (+2.195 assunzioni, +1.927 per le donne), per i lavoratori italiani (+3.237; e +885 quelle degli stranieri). Come per l'intero 2017, anche in questi primi tre mesi del 2018 molto positiva si mantiene la domanda di lavoro per i giovani (+1.666), benché in valori assoluti aumentino maggiormente quelle della fascia centrale d'età (+1.727 tra i 30-54enni) e del 729 anche nella fascia dei più anziani (55 e oltre).
Le assunzioni a tempo indeterminato aumentano di 404 unità e del +17,5% (ma sul totale di 10.302 assunzioni sono ancora la minoranza: circa 2.200). Aumentano all'interno delle stesse aziende i passaggi da lavoro a termine a lavoro in forma stabile, con le trasformazioni a tempo indeterminato che crescono di 506 unità (+81%). Tra le altre tipologie d'inserimento al lavoro, sono 165 i giovani in più con apprendistato, il lavoro somministrato è aumentato di 324 unità e poi +2.133 assunzioni con tempo determinato e circa 1.100 con lavoro a chiamata.
Per Franco Ianeselli, segretario trentino della Cgil: «i dati confermano la ripresa occupazionale, con tante imprese che non trovano le persone con le professionalità richieste. Vediamo però che prevalgono le assunzioni a termine. Ne dobbiamo tener conto perché rivela che c'è ancora incertezza in molte imprese. Si deve puntare a rendere stabili i posti, laddove non ci si riesce, occorre dare tutele fuori dal lavoro perché chi perde il posto sia seguito adeguatamente nel passaggio da un posto a un altro».