Allevatori, in cassa mancano 20 milioni A 1.500 aziende agricole non arrivano i contributi
A 1.500 aziende non arrivano i contributi
In base ai bandi 2018, gli oltre 1.500 allevatori trentini, per lo più di bovini ma anche di ovicaprini, dovrebbero ricevere 38 milioni di euro di contributi. Si tratta dei premi previsti dalla politica agricola europea per compensare, almeno in parte, gli svantaggi dell'attività agricola nelle zone montane. Negli ultimi anni metà circa di questi contributi veniva liquidata prima di Natale, in modo da dare un sostegno ai produttori che non li costringesse a indebitarsi troppo. Il resto arrivava nell'anno successivo. Ma a Natale 2018 i circa 20 milioni della prima tranche non si sono visti. Motivo ufficiale: ritardi tecnici e burocratici. Il consigliere provinciale Patt e ex assessore all'agricoltura Michele Dallapiccola però denuncia: così gli allevatori sono in difficoltà.
La zootecnia trentina vede un valore della produzione lorda vendibile pari a 120 milioni. I contributi provinciali ed europei sono sempre stati una quota importante per il comparto. Nel 2010 ammontavano a 26,1 milioni, di cui 11 di indennità compensativa, il premio per le aree di montagna, 7,8 milioni per agroambiente e bio e 7,3 milioni di domanda unica. Nel 2018 sono arrivati a circa 38 milioni, di cui oltre 11 di indennità compensativa, 8,6 di agroambiente e bio e 17,9 di domanda unica.
«È un dato storico che aumenta, una compensazione di costi importante - sottolinea Dallapiccola - Tanto che lo scorso luglio l'allora consigliere Upt Mario Tonina , oggi assessore, propose e ottenne dalla giunta guidata da Ugo Rossi di aumentare di 1 milione proprio l'indennità compensativa. In questi anni abbiamo fatto in modo che la prima parte dei contributi arrivasse prima della fine dell'anno, in modo da dare un po' di respiro agli allevatori».
Il percorso quindi era: domande entro giugno, anticipo entro Natale, saldo l'anno successivo. «Ora invece - prosegue Dallapiccola - il nuovo assessore all'agricoltura Giulia Zanotelli ha accettato la proposta dell'Appag, l'Agenzia provinciale per i pagamenti all'agricoltura, di procrastinare al nuovo anno l'anticipo di pagamento 2018. L'Appag si basa su valutazioni tecniche ma il dato di fatto è che gli allevatori non hanno ricevuto nulla, ne ho sentiti diversi e sono preoccupati perché devono indebitarsi. Quando ero assessore, il tema dei ritardi nei pagamenti era feroce, abbiamo fatto uno sforzo per essere puntuali. Inoltre - sottolinea l'esponente autonomista - nell'assestamento di bilancio presentato in questi giorni dalla giunta di Maurizio Fugatti il milione chiesto e ottenuto da Tonina non c'è più».
«Ci hanno parlato di problemi burocratici come la certificazione antimafia, anche se per i contributi sotto i 20 mila euro c'è una procedura semplificata» commenta Mauro Fezzi , presidente della Federazione Allevatori che organizza 1.200 produttori. «Da quello che sento dai nostri associati, dalla Provincia hanno detto che i soldi potrebbero arrivare verso fine febbraio. Tuttavia queste situazioni di ritardo sono generalizzate, non possono essere imputate solo alla nuova amministrazione. In questi giorni non ho colto una preoccupazione straordinaria, pesa però l'incertezza. In ogni caso l'assessore Zanotelli ha fissato un incontro con noi il 29 gennaio».
«Sto facendo il punto con i dirigenti su tutti i bandi» puntualizza dal canto suo il nuovo assessore provinciale all'agricoltura Giulia Zanotelli . «I ritardi non dipendono da volontà politica ma dai problemi sorti col cambio amministrativo e politico. A chiusura d'anno sono stati sospesi i pagamenti, che per alcuni aspetti dipendono anche dall'Agenzia nazionale Agea. Comunque stiamo stimolando il servizio per superare questi ritardi».