Cavit si compra le aziende La Vis Verso un polo da 300 milioni
Cavit e la Cantina La Vis e Valle di Cembra stanno per chiudere l’accordo per la cessione al consorzio delle società industriali e commerciali del gruppo lavisano, Casa Girelli, Cesarini Sforza Spumanti e Glv, e il rientro di La Vis in Cavit 13 anni dopo l’uscita traumatica nel 2006. L’operazione, del valore di oltre 40 milioni di euro, consentirà il drastico abbattimento del debito accumulato da La Vis, pari a 48 milioni tra banche e Isa, e il ritorno della cantina al suo ruolo di valorizzazione dei prodotti del territorio.
Cavit, che va in assemblea lunedì 14 ottobre, chiude il bilancio consolidato al 31 maggio con 198 milioni di fatturato, il 4% in più dell’anno scorso. Ma anche per La Vis, che ha chiuso i conti il 30 giugno, si parla di un incremento dei ricavi di gruppo da 72 a 78 milioni (+8%). Alla fine nascerebbe un polo del vino trentino da quasi 300 milioni di giro d’affari.
Cavit acquisisce il controllo delle tre società attraverso una newco controllata al 100%. Probabilmente sarà lasciata a La Vis una quota in Cesarini Sforza, a cui tradizionalmente i 900 soci della cantina conferiscono lo Chardonnay base spumante. L’operazione dovrebbe essere chiusa entro il mese. Casa Girelli, azienda di imbottigliamento e vendita di vini non solo del territorio, ha un giro d’affari intorno ai 40 milioni e debiti finanziari per 22 milioni, oltre al pegno delle azioni in capo all’Isa come garanzia del suo credito risalente al precedente investimento. Cesarini Sforza ha ricavi intorno ai 6 milioni e 5 milioni di debiti. Glv, la società commerciale del gruppo La Vis, ha chiuso il bilancio al 30 giugno 2018 con 3,6 milioni di vendite ma dal 1° gennaio di quest’anno ha assorbito il ramo commerciale di Ethica, poi fusa in La Vis, e quindi il giro d’affari è cresciuto.
Cavit ha dato garanzia che i livelli occupazionali delle società acquisite non saranno toccati. Si tratta di 60 lavoratori e lavoratrici, 45 in Casa Girelli, in calo grazie a incentivi all’esodo, 6 in Cesarini Sforza, 9 in Glv. I sindacati seguono la vicenda e venerdì è in programma un incontro sui nodi aperti, tra i quali quello del contratto di lavoro da applicare, che in Cavit è quello del commercio.
L’operazione deve essere approvata dal ceto creditorio, con cui La Vis ha firmato il 22 ottobre 2018 il nuovo accordo di ristrutturazione dei debiti. La trattativa quindi è anche con le banche, dal gruppo Cassa Centrale-Casse rurali a Intesa Sanpaolo, da Unicredit a Banco Bpm, e con l’Isa. L’acquisizione da parte di Cavit dovrebbe comprendere sia l’accollo dei debiti delle tre società sia un esborso che potrebbe aggirarsi sui 20 milioni.
La Vis dovrebbe essere quindi ripulita dai debiti, consentendole di dare seguito alla richiesta formalizzata dal cda un anno fa, l’8 ottobre 2018, e di rientrare in Cavit. D’altra parte il consorzio rassicura le cantine socie: non avranno oneri per i nuovi debiti, Cavit ha le spalle larghe con un patrimonio superiore agli 80 milioni.