«Green new Deal» europeo Ecco le richieste a Roma delle imprenditrici agricole Cia
Un «Patto per il Green Deal» con le agricoltrici al centro della transizione verde annunciata dall’Europa.
Promotrici della sicurezza alimentare, custodi di biodiversità e sostenitrici della tutela di paesaggio e territori, le oltre 200.000 imprenditrici agricole italiane vogliono essere in prima linea nella costruzione e nell’attuazione di questa rivoluzione green da un trilione di euro di investimenti in dieci anni.
È il messaggio lanciato da Donne in campo, l’associazione femminile di Cia-Agricoltori Italiani, dalla sua Assemblea nazionale, oggi in videoconferenza, «Seminare biodiversità per raccogliere futuro, ricamare paesaggi, coltivare foreste».
«Come donne dell’agricoltura, ci candidiamo a ricucire gli strappi tra la sostenibilità economica e quella ambientale e sociale - ha detto nella sua relazione la presidente di Donne in Campo, Pina Terenzi - ovvero i tre pilastri dello sviluppo sostenibile dettati dall’Onu, su cui ora non c’è sempre raccordo o connessione». Perché questo sia possibile «bisogna rendere protagonista il settore agricolo - ha continuato la Terenzi - ma soprattutto, da qui al 2030, è necessario che questo passaggio venga accompagnato da due azioni: un grosso impegno in innovazione e ricerca e in risorse nella futura Pac; un grande piano di divulgazione, formazione e assistenza tecnica per affiancare gli agricoltori e facilitare il passaggio verso gli obiettivi prefissati».
A questo scopo «chiediamo ai ministeri coinvolti di garantire al settore primario tutto l’appoggio e il sostegno possibile - ha concluso la presidente di Donne in campo - per affrontare una fase di grande cambiamento come questa».
Un appello subito raccolto dalla ministra delle Politiche agricole Teresa Bellanova, che è intervenuta all’Assemblea via web.
«Accolgo il vostro appello. Se non ci può essere futuro verde senza la centralità dell’agricoltura, non ci può essere centralità dell’agricoltura senza le donne».
Dopo aver ricordato il via libera al bonus «donne in campo», realizzato proprio per potenziare la presenza nel settore (oggi un’azienda agricola su 3 è a conduzione femminile e il 40% della forza lavoro complessiva è rosa), Bellanova ha sottolineato: «Il vostro aiuto è fondamentale», con l’enorme sfida del Green Deal davanti «serve coraggio e visione, strumenti nuovi e più forti. Dobbiamo rimettere al centro il ruolo stesso degli agricoltori come custodi del patrimonio di biodiversità, per contrastare lo spopolamento delle aree interne e il dissesto idrogeologico» e soprattutto «come produttori di un bene comune e strategico che è il cibo», ha chiosato la ministra, tornato centrale nella pandemia con il tema dell’approvvigionamento alimentare.
Tutti temi che Cia-Agricoltori Italiani sostiene e rilancia con il progetto «Il Paese che Vogliamo», rimodulato alla luce del Covid-19.
«L’emergenza ha rimesso in discussione tutti i modelli di crescita -ha sottolineato il presidente nazionale Dino Scanavino, chiudendo i lavori dell’Assemblea di Donne in Campo- riaffermando la funzione strategica dell’agricoltura e il valore sociale delle zone rurali d’Italia. Adesso ripartiamo da qui per costruire un nuovo piano di sviluppo del territorio nazionale, frenando il fenomeno dell’abbandono delle aree interne, lavorando da subito all’appuntamento del Green Deal europeo con investimenti in innovazione e sostenibilità ambientale».