Corsa al vertice di Federcoop: tra Simoni e Girardi c'è ora l'incognita Gios
Spunta una terza candidatura per la presidenza della Federazione trentina della cooperazione: quella di Geremia Gios, docente di economia agraria al Dipartimento di economia e management dell’Università di Trento.
La decisione è stata formalizzata ieri.
Già martedì girava voce che l’ex sindaco di Vallarsa avesse già depositato le firme a sostegno della sua candidatura presso la segreteria di Federcoop. Non è così. Vero, invece, che la decisione di puntare su un terzo nome, accanto a quelli di Roberto Simoni e Andrea Girardi, è maturata nel corso delle ore.
Nella tarda serata di lunedì, Girardi ha incontrato Marina Mattarei e alcuni del suo gruppo di riferimento, tra cui Gios. È stata l’ennesima occasione per presentarsi, senza però ottenere certezze circa il sostegno sul suo nome. Solo un cenno, a fine riunione, presenti, tra gli altri, oltre a Mattarei e Gios, anche Renzo Tommasi e Luca Riccadonna (giovani cooperatori): se ci fosse un terzo candidato, si potrebbe arrivare al ballottaggio. Una frase buttata lì, che ha però ha dato il segnale della incertezza.
Per dirla in modo chiaro, in una parte del gruppo che nel giugno 2018 portò alla presidenza Mattarei si sono confrontate tre considerazioni, ciascuna con il proprio peso. La prima: affermare comunque la propria identità, vale a dire la propria alterità che la fine anticipata della gestione Mattarei alla guida di Federcoop, dopo un anno e mezzo alla presidenza, non ha incrinato. La seconda: marcare la differenza da Girardi che non convince tutti. Lo stesso Gios lo riconosce: «C’è un problema di percezione da parte del gruppo che ha lavorato dal basso per i candidati di settore, rispetto ad un candidato che pare calato dall’alto».
C’è chi, inoltre, osserva che la base elettorale a potenziale sostegno di Girardi sarebbe diversa da quella a sostegno di Gios. E qui entra in gioco la terza considerazione, sopra accennata: considerato che l’avversario da battere, per entrambi, è Roberto Simoni, ritenuto espressione dell’establishment insediato da decenni al sesto piano di via Segantini, tante vale giocarsela in assemblea, puntando sul ballottaggio. Anzi, secondo questa impostazione, sarebbe più redditizio presentare tre candidati, rispetto al faccia a faccia tra Simoni e Girardi. Vale a dire: con Gios in campo, sarebbe più facile tenere sotto il 50% Simoni, per convergere poi al ballottaggio su Girardi. Mattarei e Gios hanno ipotizzato, con due candidati, una vittoria secca di Simoni con il 55% dei voti.
Un conto, però, è fare i conti a tavolino, un altro con le presenze e le scelte fatte in assemblea. Entrambi i gruppi, pro Simoni e pro Gios, concordano sul fatto che fondamentale sarà la presenza delle cooperative che esprimono solo un voto. Nell’assemblea del 12 giugno 2015, Giorgio Fracalossi prevalse su Geremia Gios grazie al voto delle coop più grosse, che avevano in dote più voto (fino a 5): il presidente di Cassa Centrale Banca prevalse con il 60% delle preferenze, ma il docente di economia, poi diventato presidente (a titolo gratuito) della Cassa Rurale di Rovereto, prevalse con il 51% dei voti tra le piccole cooperative.
Nell’assemblea dell’8 giugno 2018, Mattarei fu eletta presidente per soli 10 voti di scarto (349 a 339), sconfiggendo al ballottaggio Michele Odorizzi, anche perché parte del credito che aveva sostenuto Ermanno Villotti in prima battuta, abbandonò la sala. Quanto alle presenze in sala, il fatto che l’assemblea si tenga il 31 luglio, in piena estate, rappresenta un’altra variabile che potrebbe fare la differenza.
Nelle foto da sinistra: Roberto Simoni, Geremia Gios, Andrea Girardi