Servizi pubblici, sindacati in piazza contro appalti e gare al ribasso: "A rischio duemila posti in Trentino"
Oggi lo sciopero dei lavoratori di comparti fondamentali per i servizi ai cittadini: elettrico, gas, acqua e igiene ambientale. L'allarme dei sindacati che chiedono la revisione della norma del Codice dei contratti pubblici che introduce l'obbligo di partecipare a gare al ribasso favorendo nuove esternalizzazioni ai danni dei lavoratori
TRENTO. Mobilitazione e sciopero, questa mattina, de i lavoratori dei comparti elettrico, gas, acqua e igiene ambientale, dipendenti di aziende non pubbliche, che gestiscono servizi di pubblica utilità.
Un presidio dei sindacati è stato organizzato davanti al Commissariato del governo di Trento, in occasione dello sciopero generale nazionale unitario indetto da Filctem e Fp Cgil, Flaei - Femca e Fit Cisl e Uiltec - Uiltrasporti per richiedere una correzione immediata dell'articolo 177 del codice degli appalti o almeno una proroga della sua applicazione che scatterebbe a inizio 2022.
Si teme che la norma acceleri ulteriormente i processi di affidamento all'esterno e di peggioramento delle condizioni contrattuali.
Sarebbero circa duemila i lavoratori in Trentino che rischiano di essere coinvolti, anche perdendo il posto di lavoro, come spiegano i sindacati.
"Questo articolo, una volta scadute le proroghe applicative a fine anno - sottolineano i sindacati - obbligherà le società che hanno ricevuto attraverso affidamento diretto un appalto ad affidare una quota pari all'80% dei propri contratti mediante gare di evidenza pubblica".
Il timore dei sindacati è il forte impatto della norma sui costi economici "che agirebbe obbligando le aziende a frazionare rapidamente il servizio con gare al ribasso, e notevoli costi sociali con una perdita calcolata di 145 mila posti di lavoro e profonde ricadute sulla sicurezza, sul lavoro e sulla qualità del servizio alla comunità".
L'applicazione dell'articolo 177 del Codice dei contratti pubblici sull'esternalizzazione dei servizi è "una norma che va abrogata perché è sbagliata. Se andasse avanti, significherebbe aumentare i costi, mettere a repentaglio l'occupazione di tante persone e mettere in discussione aziende che funzionano", ha detto oggi il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, a Roma, dal presidio dei sindacati in occasione dello sciopero del settore elettrico, gas e servizi ambientali per chiedere una correzione della norma.