Anche perché la linea, è il messaggio che fonti di governo continuano a ribadire, non cambia: si va avanti con il green pass.
Ieri a sera dalla presidenza del consiglio si sottolineavache non ci si aspetta il caos, non ci sono allarmi marcati in vista di venerdì, non si temono supermercati vuoti e porti bloccati.
Adesso si attende la prova dei fatti.
Solo domani si avrà contezza se l'impatto dell'obbligo nei luoghi di lavoro porterà un'aumento di vaccinazioni o un'impennata di richieste di tamponi cui far fronte.
Ma il governo ritiene di aver messo in campo tutti gli strumenti per consentire alle aziende di gestire i controlli e ai lavoratori di essere preparati, anche calmierando il prezzo dei tamponi.
Inoltre le proteste sembrano ascrivibili - si ragiona - a pochi, anche perché la vaccinazione ha superato la soglia dell'80%.
Intanto, va fatto ogni sforzo per prevenire possibili situazioni di pericolo, con un attento monitoraggio di tutti quegli ambienti più a rischio, comprese chat e social.
Sarà, inoltre, sempre garantito il diritto di esprimere la propria opinione ma ci sarà altrettanta fermezza nei confronti di coloro che volessero approfittare delle proteste per provocare disordini o bloccare il paese.
Le situazioni più problematiche, e al netto delle centinaia di iniziative annunciate sui canali Telegram dove da mesi si alimenta la contestazione, sono quelle che interessano i porti e il trasporto su gomma, dove viaggia il 90% delle merci che circolano in Italia.
A guidare la protesta dei portuali è Trieste, dove su 950 lavoratori il 40% non ha il certificato verde: dopo il corteo di martedì che ha richiamato diecimila persone contro il green pass e il no deciso dei leader a qualsiasi tentativo di mediazione - respinta al mittente anche la raccomandazione del Viminale che sollecitava le aziende a mettere a disposizione tamponi gratuiti al personale, tra l'altro fortemente criticata e bollata come "un errore clamoroso" da Federlogistica - lo scenario è abbastanza chiaro.
"Se non tolgono il certificato, venerdì il blocco del porto è confermato" ripete da giorni il portavoce di portuali Stefano Puzzer.
Negli altri scali, in realtà, la situazione è meno tesa, ma nessuno può dire con certezza quel che accadrà venerdì.
A Genova, ad esempio, dove è attorno al 20% la percentuale di chi non ha il pass, è in corso la protesta dei tir al terminal più importante e le Rsu sono in lotta per il contratto integrativo e hanno rigettato la proposta economica dell'azienda, confermando lo sciopero.
"Il problema vero sono i trasporti - dice il leader della Uil Roberto Gulli - il 30% degli autisti è senza vaccino, si rischia il caos".
Nel capoluogo ligure, però, un punto d'incontro sui tamponi l'hanno trovato, spiega il capo dei camalli, il 'console' Antonio Benvenuti: i portuali potranno farli ad un prezzo ulteriormente ridotto grazie ad un accordo con due farmacie.
Stando a quanto dicono i sindacati, non dovrebbero invece esserci problemi a Napoli e Salerno cosi come a Ravenna, nei porti pugliesi e in quelli di Livorno e Piombino.
A Palermo solo il 7% dei 450 lavoratori non è vaccinato.
"Non si registrano rischi di compromissione dell'operatività", afferma il presidente delle società che gestiscono i servizi.
Ma se i porti, rappresentano la punta dell'iceberg sotto, a cascata, ci sono una serie di settori a rischio.
I trasporti innanzitutto, con il presidente di Conftrasporto-Confcommercio Paolo Uggè che usa parole a metà tra l'allarme e la minaccia.
"Se gli autotrasportatori esteri potranno venire in Italia senza il pass e questo verrà invece imposto alle imprese italiane, stiamo valutando di invitare le imprese a fermare i camion. Dal ministero non abbiamo risposte e se questo atteggiamento proseguirà può succedere di tutto".
Bisognerà poi vedere cosa accadrà nelle fabbriche e nelle grandi aziende - all'Elettrolux, dove il 23% dei 1.430 dipendenti non ha il pass è già stato annunciato uno sciopero di 8 ore - e nelle aziende del trasporto pubblico.
A Roma, ad esempio, il sindacato Orsa ha fatto dei conti: per creare problemi a metro e treni locali basta che il 5-10% del personale sia assente.
E in Atac la percentuale dei non vaccinati viaggia tra il 10 e il 20%.
L'altro aspetto che preoccupa sono le manifestazioni.
Sulle chat dei no pass nei canali Telegram ne sono annunciate a centinaia, un po' ovunque, compresa piazza Santi Apostoli a Roma a due passi dai palazzi del potere. Iniziative "dall'alba in poi, pacifiche, spontanee e apartitiche".
Di questo si è discusso nel Comitato per l'ordine pubblico e la sicurezza, in modo da evitare un nuovo sabato nero: si è decisa un'intensificazione dell'attività di prevenzione, rafforzando sia il controllo del territorio sia della rete e dei social e si è disposto un innalzamento delle misure di vigilanza agli obiettivi sensibili, a partire dalle sedi istituzionali.
Ma al centro della riunione c'è stato anche l'appuntamento che al momento preoccupa di più, il vertice del G20 in programma il 30-31 ottobre in presenza a Roma.
Oltre ad un imponente dispiegamento di forze dell'ordine ci saranno anche 500 militari e a sorvegliare i cieli della capitale un sistema antidrone.
Misure che, probabilmente, non eviteranno che ampi settori della città siano dichiarati zona rossa.