Tampone per tutti prima di entrare in Italia (e quarantena per i non vaccinati): mondo del turismo in rivolta. La Ue: Roma giustifichi questa decisione grave
Draghi difende l'ordinanza del ministro Speranza richiamandosi ai rischi della variante Omicron, ma non convince Bruxelles: domani se ne parlerà al vertice Ue. Gli albergatori altoatesini: questa scelta del governo avrà conseguenze drammatiche, la stagione invernale è di nuovo in pericolo
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BOLZANO. "Senza alcun preavviso, da domani, 16 dicembre, gli ospiti dovranno presentare un test negativo all'ingresso in Alto Adige.
Previsti anche cinque giorni di quarantena per le persone non vaccinate ma in possesso di test negativo.
Questa nuova ordinanza riporta conseguenze drammatiche per il turismo invernale, specialmente per il periodo natalizio e per Capodanno", dichiara Manfred Pinzger, presidente dell'Unione albergatori e pubblici esercenti Hgv dell'Alto Adige.
Nel mirino c'è la nuova ordinanza del ministro della salute, Roberto Speranza, che cancella la libera circolaizone dei cittadini vaccinati, anche all'interno dell'Unione europea: di fatto non vale più il green pass europeo.
Anche i vaccinati dovranno sottoporsi a un test prima di partire (48 ore prima di entrare in Italia con tampone pcr negativo, soltanto 24 ore se con l'antigenico rapido).
E per i non vaccinati non bastano più i test: oltre al responso negativo saranno necessari in ogni caso cinque giorni di quarantena, il che è come dire che non si va più in Italia per una settimana di vacanza.
L'ordinanza ha effetto da domani, 16 dicembre, e salvo ripensamenti durerà un mese e mezzo: fino al 31 gennaio. Non è dunque soltanto una misura precauzionale "natalizia".
L'obbligo di quarantena non riguarderà i bambini sotto i 12 anni.
Secondo Pinzger, "l turismo insieme ai gestori degli impianti di risalita, si sono preparati al meglio per garantire una stagione invernale sicura, investendo molto e adottando tutte le regole 3G e 2G (Green pass e Super green pass nel mondo di lingua tedesco, ndr) per poter aprire le attività e offrire ai dipendenti un lavoro sicuro nel rispetto di tutte le misure di sicurezza.
"Con queste rigide regole d'ingresso, il governo ha praticamente bloccato gli sforzi per rendere possibile una stagione invernale sicura, soprattutto nelle regioni sciistiche che dipendono in modo significativo dagli ospiti stranieri", ribadisce Pinzger.
Il presidente dell'Hgv ha sottoposto la questione al presidente Kompatscher, ai vertici di Federalberghi, Confcommercio e al senatore Dieter Steger, oltre che al parlamentare europeo Herbert Dorfmann, dato che anche l'Unione europea ha chiesto all'Italia spiegazioni sulle nuove restrizioni.
"In tutta Europa, per passare le frontiere è valido il green pass. Non si spiega perché l'Italia stia ora rinunciando a questo regolamento. In questo modo si colpisce duramente il turismo invernale, poiché nessun ospite non vaccinato, ma in possesso di un test negativo, andrà cinque giorni di quarantena in vacanza.
Questa è una sciocchezza. E non è accettabile per una destinazione turistica, dove il turismo invernale ricopre un grande elevato per l'economia ma anche per il mercato del lavoro", conclude l'Hgv.
Anche dalla commissione europea sono arrivate critiche immediate alla decisione unilaterale e non preannunciata dal governo italiano, cioè dal ministro della salute, che rischia di minare la credibilità degli accordi sul green pass che hanno consentito dall'estate scorsa di ripristinare la libertà di circolazione tramite la certificazione sul vaccino oppure sul test negativo.
Oggi, proprio alla vigilia del vertice Ue, c'è stato un botta e risposta tra il premier Mario Draghi e le istituzioni europee.
Il capo del governo ha difeso la decisione del ministro Roberto Speranza ("che ovviamente me l'aveva comunicata", ha precisato) richiamandosi alla variante Omicron, che sarebbe meno diffiusa in Italia che in altri Paesi dell'Unione.
Ma, come noto, in proposito, il quadro è diverso da nazione a nazione, non omogeneo in tutta la Ue e in ogni caso tutto dipende dalla quantità di test che vengono sottoposti al sequenziamento.
In ogni modo, Draghi ha affermato che la variante "ha capacità di contagio nettamente superiore alle altre varianti, da noi i contagi con Omicron sono meno dello 0,2%, in altri Paesi è molto diffusa: non credo ci sia molto da riflettere su questo".
Ciò non toglie che la Ue abbia chiesto chiarimenti a Roma in particolare sul supporto scientifico di questa decisione pesante, ciò, si può presumere, anche a fronte sia della scarsità di dati definitivi sul comportamento della variante sia dei report disponibili a proposito dei suoi effetti clinici: a quanto è dato sapere, Omicron non sarebbe più grave dell'attuale dominante (la Delta) e la risposta dei vaccini, specie dopo la terza dose, rimarrebbe rilevante.
Bruxelles chiede che le misure siano "giustificate e di breve durata".
"La decisione italiana avrà un impatto sul vertice di domani. L'Europa ha bisogno di migliorare ulteriormente il coordinamento delle misure di fronte alla nuova emergenza covid", afferma una fonte Ue ribadendo che non va minata la credibilità del sistema condiviso del green pass europeo.
Arrivano le prime reazioni anche nel mondo politico italiano, passato l'effetto doccia fredda per una misura arrivata all'improvviso senza nemmeno una qualche indiscrezione sull'ipotesi che si studiasse un simile giro di vite.
"Le nuove regole sugli spostamenti da e per l'Italia contenute nell'ordinanza firmata dal ministro della Salute Roberto Speranza e condivisa dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio, sono intempestive e fanno sorgere tanti dubbi circa la loro efficacia.
L'obbligo per i vaccinati di sottoporsi a test antigenico nelle 24 ore precedenti all'ingresso, oppure molecolare nelle 48 ore precedenti, è una scelta folle che danneggia gli interessi nazionali e di tutto il comparto turistico", afferma l'esponente di Fratelli d'Italia e assessore regionale al Turismo in Liguria Gianni Berrino.
"In una terra come la Liguria al confine con la Francia dove gli scambi sia di turisti sia di lavoratori transfrontalieri sono pressoché giornalieri, questa situazione è assurda e irragionevole. Un provvedimento che danneggia pesantemente il turismo italiano in un periodo importante come le festività natalizie.
Rischiamo che i molti turisti che avevano scelto di trascorrere le vacanze nel nostro Paese preferiscano altre mete a discapito dei nostri operatori. Questa ordinanza va ritirata", conclude Berrino.