Economia / La proposta

Auto a guida autonoma, il centro ricerche Fiat vorrebbe una pista di prova a Trento

Il progetto sarebbe finanziato dal ministero dello sviluppo economico, ma la Provincia è cauta e chiede all'azienda garanzie sulla durata della permanenza sul territorio. Se n'è discusso anche in Comune. Il consigliere Dal Rì (Pd): un'opportunità per il territorio

TRENTO. Il Centro ricerche Fiat vedrebbe con interesse la realizzazione a Trento di un "test site", una pista prove attrezzata per eseguire prove con le automobili a guida autonoma.

I soldi per la parte tecnologica ce li metterebbe il Ministero dello sviluppo economico.

Ma la Provincia prima di procedere e mettere a disposizione un'area adeguata vuole avere rassicurazioni da parte di Stellantis sulla permanenza del Centro ricerche Fiat sul territorio trentino.

Un gatto che si morde la coda e intanto la situazione rimane bloccata.

Della questione si è parlato martedì sera in consiglio comunale.

Il sindaco Franco Ianeselli ha risposto in aula a un'interrogazione del consigliere dem Alessandro Dal Rì, spiegando come in passato si fosse individuato il sito ex Arcese di Ravina come ideale.

«La Provincia - dice il sindaco - conferma l'intenzione di favorire la nascita di un test site ma dice anche che per procedere Stellantis dovrebbe esprimere la volontà di investire ulteriori risorse nelle sue attività».

Una volontà che in questo momento storico non è stata ancora messa a fuoco.

Dario Petri, fino a pochi mesi fa direttore del Dipartimento di ingegneria industriale dell'Università, ha sempre seguito in prima persona l'attività del CRF, realtà con cui ha collaborato.

Ma sulla questione del sito per lo sviluppo dell'automotive non concorda con le resistenze e i distinguo della Provincia.

«Sbagliato - sostiene - legare la realizzazione di un test site alle intenzioni del Centro ricerche Fiat, che ne sarebbe un cliente come tutti gli altri e probabilmente non l'unico. Una struttura del genere resterebbe una facility trentina; basterebbero 2-300 metri di terreno pianeggiante asfaltato perché poi buona parte dei costi è già coperta dal Mise».

Petri, al di là delle decisioni di Stellantis, che probabilmente vorrà restare ma le cui strategie industriali saranno più chiare al termine del processo di fusione, segnala come l'Università abbia in atto anche collaborazioni col distretto Motor Valley Modena, dove operano oltre a ricercatori del locale ateneo altri marchi storici dell'industria automobilistica che sarebbero interessati a collaborazioni in materia.

Secondo Dal Rì il test site potrebbe inoltre essere un punto di riferimento anche per il territorio ed essere utilizzato per percorsi di educazione alla guida per i ragazzi e per attività didattiche.

«Può inoltre rappresentare - scrive il consigliere nella sua interrogazione - un ulteriore polo attrattivo di convegni internazionali con dimostrazioni dal vivo su tematiche di guida autonoma, anche con veicoli elettrici».

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