Mele: bene le vendite, ma pesano i costi sempre più alti
Il decumulo totale delle scorte ancora presenti nei magazzini italiani nel mese di maggio è stato di 188.427 tonnellate, superiore alla media degli anni precedenti
TRENTO. Procede lo smaltimento delle mele raccolte lo scorso anno, ma per i frutticoltori si profilano problemi come l'aumento dei costi di lavorazione e la riduzione dei margini di guadagno. È questa la sintesi uscita dall'analisi mensile di Assomela sull'andamento del mercato che però proietta le preoccupazioni anche sulla campagna commerciale 2022-2023, per la quale serviranno nuove strategie.Il comitato marketing di Assomela ha valutato innanzitutto la situazione di mercato per i mesi estivi.
Il decumulo totale delle scorte ancora presenti nei magazzini italiani nel mese di maggio è stato di 188.427 tonnellate, superiore alla media degli anni precedenti. Tuttavia, come già anticipato lo scorso mese, una quota significativa della merce di piccolo calibro e di seconda categoria di alcune varietà, non è stata venduta nel mercato del fresco, dove è stato impossibile collocarla, ma è stata destinata alla trasformazione con conseguente perdita di valore.
Ad oggi, dunque, i volumi da qui alla fine della stagione risultano gestibili considerato la revisione dei piani di decumulo avvenuta nel mese di maggio, la buona ricettività di alcuni mercati all'export (tra cui l'India ed il Medio Oriente) e la ridotta presenza di prodotto dall'emisfero sud.
Al momento, dunque, oltre ad un generale calo di consumi presente in Italia ma anche negli altri principali mercati europei, la maggiore fonte di preoccupazione è rappresentata dall'aumento dei costi.
Si tratta di cifre di almeno 10-12 centesimi al kg superiori rispetto allo scorso anno. Considerata l'impossibilità di innalzare i prezzi in maniera analoga, il mancato assorbimento di questi costi produrrà un situazione che colpirà fortemente la rimuneratività al produttore.
Se questo è vero per la campagna in corso, in cui il rialzo dei costi ha colpito solo la seconda parte della stagione, lo è ancora di più con riferimento alla prossima, che verrà condizionata nella sua totalità.
Le stime di produzione arriveranno, come di consueto, all'inizio di agosto, ma al momento in Italia, così come nel resto dell'Europa, non si sono registrate particolari criticità fitosanitarie ed eventi atmosferici avversi. Per l'Italia, a meno di gravi problemi legati alla mancanza di acqua nei prossimi mesi, al momento la stima è di una produzione abbondante con calibri medio grandi considerata la buona divisione cellulare e un efficace diradamento.
Valutati tutti gli elementi - produzione abbondante in Italia ed in Europea, calo dei consumi, rialzo dei costi, ma anche gravi problemi all'export (Egitto su tutti) e difficoltà di reperimento della manodopera - i membri di Assomela hanno riconosciuto la necessità di un confronto strategico per affrontare al meglio la campagna 2022/23.
Nel corso dei prossimi mesi sono previsti una serie di incontri di confronto e coordinamento nell'ottica di tutelare, per quanto possibile, la remunerazione del frutticoltore, proponendo azioni a mitigazione dello scenario con l'obiettivo di fornire al consumatore un prodotto di qualità e gusto che ne soddisfi le aspettative.
Per raggiungere l'obiettivo anche la valorizzazione del prodotto attraverso la trasformazione dovrà essere oggetto di attenta programmazione.