«Impianti di risalita, sarà una stagione in perdita. Apriremo solo per il sistema turistico»
Luca Guadagnini, presidente della Sezione impianti a fune di Confindustria Trento: «Sappiamo che i costi quest'anno saranno quattro volte maggiori. Sul bilancio l’incidenza passerà dal dieci al trenta per cento»
TRENTO. L’apertura degli impianti sciistici in Trentino non è in discussione. E, quindi, non lo è nemmeno la stagione turistica invernale. Ma gli impiantisti sanno bene che economicamente sarà difficile, se non impossibile. «Dobbiamo essere consapevoli già ora che, a prescindere dalle tante variabili, questa sarà una stagione in perdita».
A spiegarlo è Luca Guadagnini, presidente della Sezione impianti a Fune di Confindustria Trento. Che dopo il caso della chiusura della Panarotta già definita a inizio ottobre, a qualche settimana dal via della stagione, fa il quadro generale del settore. Un settore che dopo due anni difficili per via del Covid, quest’anno avrebbe potuto rialzare definitivamente la testa. Invece il caro energia si annuncia come una mazzata fortissima. Ma il messaggio che va dato ai turisti è che il Trentino è pronto, nonostante i costi.
Guadagnini, qual è il punto della situazione a poche settimane dal via?
Abbiamo fatto delle analisi: abbiamo lo storico dei consumi, abbiamo le differenze dei costi, e sappiamo che i costi saranno 4 volte maggiori. Sul bilancio l’incidenza passerà dal dieci al trenta per cento.
E si può partire in queste condizioni?
Si deve, ma ci vuole la consapevolezza che l’inverno 2022-2023 sarà una stagione in perdita.
Perché aprire, allora?
Perché senza impianti non c’è stagione invernale. La nostra comunità vive di turismo e quindi, pur senza certezze, apriremo con grande senso di responsabilità nei confronti di tutti. Altrimenti il sistema economico trentino ne risentirebbe.
Le cose potrebbero cambiare?
Non lo sappiamo. Certo, da qui a dicembre qualcosa potrebbe succedere. Ma non necessariamente in meglio. Però non possiamo fare previsioni oggi, dobbiamo attenerci alle stime che abbiamo fatto, ovvero di un calo di fatturato tra il dieci e venti per cento.
Avete già parlato con le istituzioni.
Chiederemo al nuovo governo attenzione al settore.
Il caso Panarotta, con l’annuncio della chiusura ancora prima di iniziare, è un segnale che preoccupa?
Vanno fatte delle distinzioni. La Panarotta è una stazione locale, importante perché avvicina i bambini allo sci e perché rappresenta un punto di riferimento e una valvola di sfogo per le comunità di quella zona. Ma è anche una struttura di Trentino Sviluppo e hanno valutato i loro risultati storici degli ultimi anni. Se non se la sentono di iniziare la stagione è comprensibile.
Ma non deve passare il messaggio che la stagione turistica in Trentino è a rischio. Insomma, paragonare val di Fassa o Fiemme o Campiglio alla Panarotta è sbagliato.
Al turista va detto chiaramente: gli impianti sciistici in Trentino saranno aperti.
Con lo skipass che è stato aumentato un po’ ovunque.
Sì, il ritocco è stato del 10% circa. Ma va ribadito che i costi sono aumentati molto di più.
C’è qualche voce dove è possibile un ulteriore risparmio?
Già da anni lavoriamo con grande attenzione. Possiamo ottimizzare un po’ sull’organico, ma non credo ci siano grandi margini. E le spese sono quelle, in aumento enorme.
Un aiuto potrebbe arrivare dal meteo? In caso di belle e importanti nevicate potreste risparmiare sull’innevamento artificiale?
Dovrebbe arrivarne tanta, ma proprio tantissima, e nei tempi giusti, ovvero intorno alla fine di novembre. Se così fosse potremmo risparmiare un trenta per cento su quella voce. Ma in realtà il vero aiuto sarebbe per l’attrattività, perché il bel panorama bianco attira sempre i turisti.
A proposito di turisti: i mercati di riferimento dell’est Europa vi danno garanzie con la guerra così vicina?
Per il Trentino i mercati sono Polonia e Repubblica Ceca soprattutto. I nostri partner sono ottimisti, ci dicono che c’è grande voglia di Dolomiti, di neve, di Trentino. Un calo evidentemente ci sarà, ma crediamo e speriamo possa essere contenuto.