Industria / Imprese

Il Gruppo Fedrigoni fa i conti con la crisi: cassa integrazione per 600 lavoratori

La misura sarà divisa tra gli stabilimenti di Arco, Varone e Scurelle ed è prevista per un massimo di 599 lavoratori

CARTIERE Il gruppo Fedrigoni fa shopping in Francia

di Paolo Liserre

ARCO. Se qualcuno ha ancora qualche dubbio su quanto sia grave la crisi globale che stiamo vivendo, forse un paio di considerazioni, o meglio, di dati di fatto, possono aiutare a inquadrare meglio il contesto complessivo. Nemmeno in piena pandemia la catena produttiva si era mai fermata e l'azienda aveva dovuto ricorrere alla cassa integrazione.

E proprio in piena pandemia allo stabilimento «Arconvert» si era passati al ciclo continuo 5+2 per intensificare la produzione e rispondere alle richieste del mercato. Oggi tutto questo sembra far parte del passato. E il 2022 da record del Gruppo Fedrigoni (come lo ha definito lo stesso amministratore delegato Marco Nespolo) si chiude con una contrazione degli ordinativi e la richiesta di cassa integrazione anche per i 599 dipendenti dei quattro stabilimenti trentini (Arconvert, stabilimenti Fedrigoni di Varone e Arco, MyCordenons di Scurelle in Valsugana).

La comunicazione ufficiale è arrivata nello scorse ore dallo stesso ad del Gruppo nella riunione plenaria con le organizzazioni sindacali alla quale hanno partecipato (da remoto, come tutti) anche i rappresentanti trentini di Cgil, Cisl e Uil. In quella sede azienda e sindacati hanno sottoscritto un protocollo nazionale di gestione della cassa che fortunatamente mette comunque al riparo premio di risultato 2022: nel protocollo si sottolinea come «l'attuale contesto economico determinato dalla pandemia e dalla guerra in Ucraina sia caratterizzato da una spirale inflattiva che causa un aumento esponenziale dei prezzi del gas e delle materie prime e da una recessione economica che determina una congiuntura negativa di mercato. Nelle ultime settimane si è verificata una flessione delle commesse e di conseguenza si dovrà ricorrere a una fermata temporanea di alcuni stabilimenti/unità produttive al fine di consentire la ripresa della normale attività dopo la chiusura natalizia».

La cassa è prevista per un massimo di 599 lavoratori trentini: 233 dipendenti Arconvert, 46 a Scurelle, 166 per lo stabilimento Fedrigoni di Arco e 143 per Varone. La prima fermata, solo per il reparto produzione, è scattata da ieri ad «Arconvert» e durerà fino a martedì prossimo 29 novembre quando si riprenderà più o meno a pieno regime con un portafoglio ordini di 30 milioni di metri quadri di etichette fino a fine 2022.

Verranno smaltite ferie mentre la cassa è prevista fino al 31 gennaio prossimo, compresa la chiusura già programmata dal 24 dicembre al 2 gennaio. Dal 13 dicembre all'8 gennaio è il periodo di cassa integrazione previsto invece per gli stabilimenti «Fedrigoni» di Arco e Varone, per un totale di 320 dipendenti. Dal 12 dicembre alla stessa data è il periodo preventivato di cassa per lo stabilimento «Cordenones» di Scurelle (46 lavoratori interessati). C'è da ricordare che nel terzo trimestre 2022 il fatturato del Gruppo è salito a 547 milioni di euro (+36% rispetto al 3Q 2021), con un Ebitda di 67 milioni di euro (+24%), portando il giro d'affari dei primi nove mesi dell'anno a 1,6 miliardi di euro (+41% rispetto allo stesso periodo del 2021).

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