Il Gruppo Fedrigoni fa i conti con la crisi: cassa integrazione per 600 lavoratori
La misura sarà divisa tra gli stabilimenti di Arco, Varone e Scurelle ed è prevista per un massimo di 599 lavoratori
ARCO. Se qualcuno ha ancora qualche dubbio su quanto sia grave la crisi globale che stiamo vivendo, forse un paio di considerazioni, o meglio, di dati di fatto, possono aiutare a inquadrare meglio il contesto complessivo. Nemmeno in piena pandemia la catena produttiva si era mai fermata e l'azienda aveva dovuto ricorrere alla cassa integrazione.
E proprio in piena pandemia allo stabilimento «Arconvert» si era passati al ciclo continuo 5+2 per intensificare la produzione e rispondere alle richieste del mercato. Oggi tutto questo sembra far parte del passato. E il 2022 da record del Gruppo Fedrigoni (come lo ha definito lo stesso amministratore delegato Marco Nespolo) si chiude con una contrazione degli ordinativi e la richiesta di cassa integrazione anche per i 599 dipendenti dei quattro stabilimenti trentini (Arconvert, stabilimenti Fedrigoni di Varone e Arco, MyCordenons di Scurelle in Valsugana).
La comunicazione ufficiale è arrivata nello scorse ore dallo stesso ad del Gruppo nella riunione plenaria con le organizzazioni sindacali alla quale hanno partecipato (da remoto, come tutti) anche i rappresentanti trentini di Cgil, Cisl e Uil. In quella sede azienda e sindacati hanno sottoscritto un protocollo nazionale di gestione della cassa che fortunatamente mette comunque al riparo premio di risultato 2022: nel protocollo si sottolinea come «l'attuale contesto economico determinato dalla pandemia e dalla guerra in Ucraina sia caratterizzato da una spirale inflattiva che causa un aumento esponenziale dei prezzi del gas e delle materie prime e da una recessione economica che determina una congiuntura negativa di mercato. Nelle ultime settimane si è verificata una flessione delle commesse e di conseguenza si dovrà ricorrere a una fermata temporanea di alcuni stabilimenti/unità produttive al fine di consentire la ripresa della normale attività dopo la chiusura natalizia».
La cassa è prevista per un massimo di 599 lavoratori trentini: 233 dipendenti Arconvert, 46 a Scurelle, 166 per lo stabilimento Fedrigoni di Arco e 143 per Varone. La prima fermata, solo per il reparto produzione, è scattata da ieri ad «Arconvert» e durerà fino a martedì prossimo 29 novembre quando si riprenderà più o meno a pieno regime con un portafoglio ordini di 30 milioni di metri quadri di etichette fino a fine 2022.
Verranno smaltite ferie mentre la cassa è prevista fino al 31 gennaio prossimo, compresa la chiusura già programmata dal 24 dicembre al 2 gennaio. Dal 13 dicembre all'8 gennaio è il periodo di cassa integrazione previsto invece per gli stabilimenti «Fedrigoni» di Arco e Varone, per un totale di 320 dipendenti. Dal 12 dicembre alla stessa data è il periodo preventivato di cassa per lo stabilimento «Cordenones» di Scurelle (46 lavoratori interessati). C'è da ricordare che nel terzo trimestre 2022 il fatturato del Gruppo è salito a 547 milioni di euro (+36% rispetto al 3Q 2021), con un Ebitda di 67 milioni di euro (+24%), portando il giro d'affari dei primi nove mesi dell'anno a 1,6 miliardi di euro (+41% rispetto allo stesso periodo del 2021).