Società / Il tema

I sindacati trentini: no alla riduzione delle tasse sugli alloggi sfitti, anzi vanno alzate

I segretari di Cgil, Cisl e Uil rilanciano la questione affitti e hanno nel mirino la revisione della normativa Imis prevista dalla provinciale: chiedono che non vi siano tagli fiscali sugli appartamenti inutilizzati

TRENTO. Alzare le tasse sugli alloggi sfitti. Lo chiedono Cgil, Cisl e Uil a proposito del bilancio del Comune di Trento e in seguito all'incontro con il sindaco Franco Ianeselli. Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti hanno posto l'accento sulla questione affitti e la revisione della normativa Imis prevista da un emendamento della Giunta alla prossima legge di stabilità.

E Cgil Cisl Uil sono stati chiari: nessun taglio dell'Imis dovrà riguardare chi tiene gli alloggi sfitti, anzi questa deve essere aumentata significativamente per spingere i proprietari a mettere a disposizione degli inquilini immobili oggi vuoti e inutilizzati. «L'obiettivo deve essere quello di incentivare l'immissione sul mercato di un numero maggiore di appartamenti e calmierare in qualche modo i costi degli affitti soprattutto attraverso il canone concordato.

Per questi il Comune ha già previsto delle aliquote ridotte. In questo modo si va incontro ai bisogni delle famiglie e non si avvantaggia con un taglio delle tasse chi è già in una condizione di privilegio».

Altro aspetto che lascia perplessi i sindacati è la previsione di scontare l'Imis per gli alloggi turistici. "Un controsenso", visto che questa tipologia di alloggi contribuisce a tenere alti i costi, hanno spiegato.

Dunque la richiesta al Comune di Trento è quella di farsi parte attiva anche nel sollecitare la Provincia per una modifica di questa previsione.

Cgil Cisl Uil hanno dunque preso atto della scelta del Comune di aumentare alcune tariffe, nidi e impianti sportivi, per una percentuale del 5,4%, pari cioè all'inflazione programmata, ma al di sotto dell'inflazione reale che in Trentino sfiora il 12%. Sui nidi il Comune conferma, comunque, il taglio delle tariffe con una riduzione che per le famiglie arriva al 27% rispetto al recente passato.Altro tema, sempre molto "caro" alle tre sigle, su cui i sindacati hanno posto l'accento sono i servizi di conciliazione. In tal senso i segretari hanno riconosciuto lo sforzo dell'amministrazione sul fronte delle tariffe, la priorità deve restare, però, quella di aumentare il numero di posti disponibili e di rafforzare in generale i servizi di conciliazione per le famiglie. Servizi che devono essere accessibili in termini di costo e flessibili per andare incontro ai tempi di lavoro dei genitori.

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