L’aria d’estate fa viaggiare: all’Italia però i trentini preferiscono l’estero
La spiegazione degli esperti: dopo le estati influenzate dalla pandemia, nelle quali si è preferito restare sulla Penisola, adesso si punta su spostamenti più lunghi. L’ostacolo sono i prezzi, cresciuti anche del 30%. Tra i luoghi più gettonati Spagna, Grecia, Portogallo, Egitto e Tunisia
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TRENTO. I trentini tornano a viaggiare. Superata definitivamente la pandemia - già lo scorso anno i numeri erano incoraggianti - questa estate si preannuncia da record per il comparto di viaggi e vacanze. Ma tra le mete preferite non sembrano esserci più quelle della nostra penisola: ad andare per la maggiore sono infatti Spagna, Tunisia, Grecia, Portogallo ed Egitto, oltre a tutte le altre destinazioni che si affacciano sul Mediterraneo.
Ma per gli esperti del settore, un calo di "attenzione" nei confronti dell'Italia era prevedibile, soprattutto dopo il Covid. Negli anni in cui l'emergenza sanitaria ha impattato fortemente sugli spostamenti infatti, tantissimi hanno scelto di trascorrere le vacanze in loco. Passata la tempesta epidemica, la riapertura dei confini ha permesso però di riprendere ad esplorare il mondo.
Ma c'è un grande ostacolo che tutti si stanno trovando ad affrontare: l'aumento dei prezzi. «Siamo tornati ai livelli del 2019, voli e disponibilità sono esaurite da tempo ma per le tratte nazionali e internazionali si registrano aumenti, rispettivamente, del 20% o addirittura del 30% - ha spiegato Luciana Bolgia dell'omonima agenzia viaggi - direi che, in questo momento, almeno un italiano su due ha prenotato oppure è già andato in ferie. Il 60% di loro preferisce mete estere, anche perché i prezzi in Italia si sono alzati parecchio. Un esempio? Per andare a Palermo da Venezia, allo stato attuale, si pagano anche 400 euro di volo: con questo importo, se prenotato per tempo, si può fare un viaggio a New York. Chi si è organizzato mesi fa ha trovato prezzi "normali", ma chi sta pensando di prenotare ora metta in conto costi veramente alti».
Insomma, i tempi sono cambiati: se fino a qualche anno fa una coppia o una famiglia poteva concedersi in media due o anche tre viaggi all'anno, ora i conti vanno fatti in modo più oculato. Anche perché il contesto attorno alle vacanze sta mutando rapidamente: il rialzo dei prezzi, delle bollette, dei tassi dei mutui, della vita in generale. Ma anche degli alberghi, dove i costi si sono impennati a causa della mancanza di personale, dei costi alle stelle delle materie prime e di una serie di altri fattori.
«Chi compra il pacchetto completo, volo più hotel, si rende conto subito dell'aumento delle spese - ha aggiunto Mirella Degli Uomini, della Sole Neve viaggi - nonostante questo, vediamo che c'è comunque grande voglia di viaggiare. Se prima del Covid le persone chiedevano di andare al risparmio e di trovare soluzioni alternative, oggi si accettano anche preventivi più alti, pur di trascorrere un periodo di relax. E vanno molto anche i viaggi culturali, non solo le mete di mare: i nostri pullman per destinazioni italiane o europee sono spesso esauriti. Credo che la pandemia abbia influito molto sulla voglia delle persone di spendere di più pur di concedersi uno stacco».
Ci sono, però, una serie di elementi e di altre situazioni da tenere sotto controllo, come sottolineato da Daniele Bonazza della Gitan Viaggi: «Le destinazioni a lungo raggio sono limitate dai pochi voli disponibili, inoltre ci sono parecchi timori rispetto a scioperi, cancellazioni e ritardi che possono verificarsi anche con poco preavviso. Indubbiamente le persone hanno voglia di partire, nonostante l'aumento spropositato dei costi: basti pensare che pre-Covid noi andavamo a Londra quattro giorni con volo, albergo e guide a circa 400 euro, mentre ora siamo sui 900. Il last minute invece è passato di moda, mentre vanno per la maggiore i viaggi di 15 giorni, non più due o tre più brevi distribuiti su tutto l'anno. Stiamo tornando agli anni '70 e '80, quando viaggiare era un privilegio per pochi».